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Bologna 2 Agosto I giorni della collera: un po’ troppo docu, un po’ poco fiction

Creato il 28 maggio 2014 da Nicola933

Genere: Drammatico/Storico
Regia: Giorgio Molteni e Daniele Santamaria Maurizio
Cast: Giuseppe Maggio, Marika Frassino, Lorenzo de Angelis, Roberto Calabrese, Tatiana Luter, Luca Biagini, Martina Colombari, Lorenzo Flaherty, Antonio Serrano, Enrico Mutti
2014
98 min

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Il poster del film

E’ stato presentato lunedì alla stampa Bologna 2 Agosto I giorni della collera, il primo film che tenta di raccontare le vicende intorno alla strage avvenuta alla stazione di Bologna negli anni ’70, in cui persero la vita 85 persone, ad opera di un gruppo di giovani anti-governativi denominato NAR, in un clima politico particolarmente acceso. Un lungometraggio, in uscita al cinema il 29 maggio, nell’intento dei due registi Giorgio Molteni e Daniele Santamaria Maurizio, vuole lasciare nell’autocoscienza degli spettatori la presa di posizione e lasciarli farsi un’idea propria, mentre gli vengono esposti i fatti. E forse è proprio questo il difetto principale: il film risulta un po’ troppo documentaristico, per via delle numerose scene tratte da quegli anni e il susseguirsi quasi didascalico degli eventi. Le clip di repertorio – come quella in cui appaiono scene dal TG4 di quegli anni con un giovane Emilio Fede – non vogliono creare una falsa verità ma arricchire la narrazione aggiungendo elementi “storici”, ma non riescono totalmente nell’intento. Paradossalmente, i due personaggi che spiccano davvero – accanto alla recitazione intensa ma forse un po’ troppo forzata del cast giovane – sono quelli di Martina Colombari e Lorenzo Flaherty, che “purtroppo” sono quelli fittizi. Ci saranno stati però sicuramente una giornalista locale e un giudice che si sono battuti per scovare e arrestare i colpevoli di quel gesto che ha gettato una macchia sulla storia del nostro Paese.

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Gli attori Marika Frassino, Lorenzo Flaherty e Antonio Serrano alla conferenza stampa

Due dei membri dei NAR alla fine del film si pentono, e questo vuole dare un messaggio ai giovani – che si spera andranno a vedere il film assieme a chi quegli anni li ha vissuti: mai intraprendere questo tipo di azioni per seguire un’ideologia politica. Bologna 2 Agosto – I giorni della collera è un film di nicchia, senza stilemi cinematografici particolari, che aspira a diventare popolare, nel panorama “soporifero” del cinema odierno, come lo ha definito Molteni. Le fonti per i due registi sono stati tutti i dati e gli atti processuali della vicenda, studiati minuziosamente per un anno intero, e le clip sono state prese dal preziosissimo archivio Rai. Ad oggi è stata pronunciata una sentenza definitiva, ma restano ancora molti dubbi, ed è su questi che punta il film, senza però voler prendere una posizione agli occhi dello spettatore. Ci sono corrispondenze più o meno precise tra interpreti e persone realmente coinvolte nella vicenda storica: Matteo Carolli (interpretato da Roberto Calabrese, rimasto colpito soprattutto dalla cattiveria di questi personaggi) sarebbe Gilberto Cavallini nella realtà; Giuseppe Maggio (Amore 14) interpreta Alverio Fiori, alias Valerio Fioravanti, e ha letto un libro su di lui per prepararsi alla parte, mentre Marika Frassino è alla sua prima esperienza cinematografica – difficoltà non da poco in un ruolo come questo - nei panni di Antonella de Campo, alias Francesca Mambro. I veri Fioravanti e Mambro, tuttora in carcere, si sono sempre dichiarati estranei alla strage di Bologna, rispetto a tutte le altre efferatezze che hanno ammesso di aver compiuto. Dice la Frassino alla conferenza: “Questi giovani non avevano un obiettivo preciso, era puro e semplice protagonismo, tanto da essere stato definito ‘spontaneismo armato’ “. Antonio Serrano interpreta, a detta sua, la parte umana del film, il giudice Torrisi (alias il sostituto procuratore Mario Amato): l’uomo potrebbe rispondere alla violenza con la violenza, ha una pistola nel cassetto ma sceglie di non usarla: Serrano si è ispirato a Falcone e Borsellino per questo ruolo. Il giovane Lorenzo de Angelis (Provaci ancora Prof) interpreta Tiziano Furlani, alias Luigi Ciavardini, ruolo per cui si è preparato documentandosi e parlando coi suoi genitori, ex sessantottini e quindi politicamente contro i NAR ma presenti durante i cosiddetti “anni di piombo” al centro della storia.

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Gli attori Luca Biagini, Roberto Calabrese e Martina Colombari e i registi Giorgio Molteni e Daniele Santamaria Maurizio alla conferenza stampa

Martina Colombari, come abbiamo detto interprete di un personaggio fittizio, all’incontro con la stampa ha ricordato Andy Rocchelli, fotoreporter morto in Ucraina lo scorso sabato, parlando del rischio di questi giornalisti a voler raccontare a tutti i costi la verità, nella misura in cui lei stessa come attrice vuole sempre spingersi al limite di un’interpretazione. Anche la Colombari, come il suo personaggio, ha perso una cara amica nella strage, pur essendo molto piccola: tale Flavia Casadei, sempre presente nelle messe del parroco di Rimini, di dov’era la ragazza: i genitori le hanno insegnato da piccola cosa significa morire da innocenti. Questo film racconta una delle più grandi contraddizioni di questo Paese, al pari quasi dell’assassinio di JFK negli Usa, senza però voler fare polemica o dare giudizi. Il grido di questo film potrebbe essere “Aboliamo il Segreto di Stato”; d’altronde il premier Renzi ha recentemente dichiarato di voler perseguire l’iniziativa di aprire tutti gli archivi, e Molteni e Maurizio si augurano che il film inneschi la miccia giusta. Al timore, simile a quello riscontrato di recente con Gomorra La Serie, che gli spettatori (soprattutto i più giovani) possano idolatrare i protagonisti non sussiste secondo i due registi, poiché pur in un film “non filmico” la caratterizzazione dei protagonisti è stata estremamente negativa.


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