BOLOGNA. La “Transformation” di Francesca Galliani di forte impatto emotivo alla Galleria d’Arte Maggiore
Creato il 04 dicembre 2014 da Agipapress
BOLOGNA.
La Galleria d'Arte Maggiore, in occasione di Artefiera, presenta il lavoro di Francesca Galliani che resterà visibile in Galleria dal 23 gennaio al 28 febbraio 2015.
Il
tema della "trasformazione", fil rouge della mostra, viene declinato
attraverso fotografie che spaziano dalla dimensione geografica – con un omaggio
alla città in cui risiede, New York – a quella umana per arrivare a tematiche
sociali di grande attualità, come la violenza sulle donne e i diritti dei
transgender.
La
trama urbana offre quindi il soggetto e l'ispirazione per la sua fotografia: i
landmark della città ma anche le persone stesse che la abitano vengono letti
dall'obiettivo di Francesca Galliani con intensa e evocativa partecipazione, marcandone
le trasformazioni, in un dialogo intimo tra l'autrice, il soggetto e lo
spettatore.
Manipolando
le immagini fotografiche, l'artista inserisce inoltre nei suoi lavori elementi
di pittura, scrittura e collage, trasformando ogni incontro in un romanzo,
narrato “senza pregiudizio e senza glorificazione”.
Per Francesca Galliani la
fotografia è un’espressione d’arte e di comunicazione: non è una registrazione
del tempo, ma piuttosto un diario di metamorfosi continue. Le sovrapposizioni
di immagini e tratti – tipici della sua produzione - trovano radici nella
formazione dell'artista alla Corcoran School of Art di Washinghton DC: qua ha
potuto sperimentare le più varie tecniche espressive, consolidando così le sue
radici, influenzate dall'amore per artisti come Mapplethorpe, Rauschenberg e Witkin.
La manipolazione dell'immagine è il suo marchio: alla fotografia si
accompagnano interventi pittorici, collage e parole, completandosi a vicenda,
come in un diario d'artista o uno scrapbook di impressioni fugaci; in
questo modo, la fotografia si trasforma in un linguaggio autonomo in cui riemergono
le sensazioni tattili dei corpi, della pellicola, dei ricordi.
Con le opere presenti in mostra
si entra nella dimensione del viaggio, con un omaggio a New York, la città che
ha permesso all'artista di sperimentare fin da subito un cuore pulsante di
libertà, energia e tolleranza.
È proprio a quella New York che ha fatto la
storia e che oggi sta svanendo che Francesca Galliani paga tributo,
fotografando luoghi come l'Holiday Cocktail Lounge, locale celebrato dalla
musica e dalla letteratura e che adesso non esiste più: le sue fotografie
diventano allora testimonianze, attestazioni di esistenze che andrebbero
perdure. Nei suoi collage ci sono muri tappezzati di poster, edifici e ponti
iconici: la trama urbana si interseca alle immagini dei maestri della storia dell'Arte,
il nuovo si incrocia con il vecchio, in un ciclo di inaspettate corrispondenze.
Con gli occhi di chi accoglie il
cambiamento e la trasformazione come momenti di un eterno
ciclo, si legge la serie dedicata
ai ritratti transgender, protagonisti oggi di un momento storico
politicamente rivoluzionario,
paragonabile alla rivola di Stonewall al Greenwich Village nel 1969 che ha
spianato la via per i diritti gay negli Stati Uniti. Ancora una volta la
trasformazione è quindi al centro del lavoro di Francesca Galliani, declinato
in questo caso attraveso il punto di vista non solo del corpo ma anche delle
conquiste dei diritti umani. L'attenzione per il sociale è sempre molto forte
nelle opere dell'artista, come è testimoniato dai ritratti dedicati al tema
della violenza sulle donne che completano la mostra. Esteriorizzando le diverse
emozioni nate come conseguenza dell'abuso sia fisico che mentale, questi
ritratti riescono a far emergere con grande forza evocativa il trauma interiore
che ne deriva.
Nata in Italia ma formatasi e
trasferitasi dall'età di 19 anni negli Stati Uniti, Francesca Galliani si
laurea in Belle Arti (specializzandosi però in fotografia) nel 1988 alla
Corcoran di Washinghton.
Traferitasi a New York nel 1991, nel 1995 le viene
conferito il premio Kodak European Panorama Award ad Arles ed inizia ad esporre
in diverse mostre internazionali.
Numerose le personali, la più recente nel
2013 presso il Museo Ciurlionis in Lituania, e in alcune esposizioni collettive
tra cui nel 2011 per la Biennale Venezia al Padiglione Lombardia del Palazzo
della Regione di Milano e nel 2004 al MAMbo di Bologna.
Ha lavorato per riviste
come Detour, Vogue, Velvet e D. Sua la creazione di "Blue", la campagna pubblicitaria di Levi’s di grande successo esposta alla Triennale di Milano.
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