Controlli antidroga nelle scuole, dopo le proteste a Bologna di chi ha detto "No agli sbirri in classe" il Coisp reagisce: "C'è da non crederci. Sono i Poliziotti i nemici degli studenti? Non è meglio chiedersi perché c'è bisogno che andiamo a fare questi servizi?"
"E' assolutamente sconvolgente che di fronte al nostro lavoro mirato a neutralizzare e prevenire i pericoli che incombono su molti studenti persino dentro alle scuole, qualcuno voglia indicarci come nemici dei ragazzi, come quelli che tolgono loro la serenità, come se non fosse determinante dimostrare che le regole devono essere rispettate anche e soprattutto nei luoghi deputati alla loro formazione. Quel che accade a Bologna è l'indice rivelatore di un male terribile e neppure troppo oscuro che rischia di corrodere l'indispensabile rapporto di fiducia fra cittadini e Forze dell'Ordine e sovvertire completamente i valori e i canoni educativi che dovrebbero essere trasmessi ai nostri giovani. Possibile che non si provi alcuna vergogna nell'indicare ai ragazzi i Poliziotti come loro nemici? Possibile che certe persone siano tanto ipocrite da non chiedersi perché c'è bisogno che andiamo a fare servizi antidroga nelle scuole? Ma magari fossero disposti in maniera sistematica in tutte le scuole d'Italia".
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, a seguito delle proteste che si sono registrate a Bologna dopo che nelle scorse settimane, anche su richiesta dei dirigenti scolastici, sono stati intensificati i controlli della Polizia tra gli studenti degli istituti superiori per reprimere lo spaccio di stupefacenti. Un'attività che solitamente ha trovato anche il consenso delle famiglie, ma che invece stavolta ha provocato una serie di reazioni che hanno fatto approdare il caso alla Camera dei Deputati attraverso un'interrogazione parlamentare. "No agli sbirri in classe" lo slogan che ha guidato una serie di proteste da parte di singoli o associazioni che sono aumentate ulteriormente quando il Procuratore aggiunto di Bologna, Valter Giovannini, ha stigmatizzato pubblicamente l'atteggiamento delle famiglie contrarie ai controlli dicendo: "Non si devono anche tutelare i diritti della stragrande maggioranza dei genitori, che giustamente non vogliono che nelle scuole circolino sostanze stupefacenti? In questa città inoltre trova ancora spazio l'arcaico convincimento ideologico che l'università e più in generale gli istituti scolastici godano di una sorta di extraterritorialità". A sollevare il caso in Parlamento è stato Giovani Paglia, deputato di Sel, che supportato dal collettivo Cas ha affermato: "Abbiamo sentito la necessità di prendere una forte posizione contro queste pratiche che ledono la serenità che dovrebbe regnare in un ambiente di produzione di saperi".
"Le 'pratiche' di cui parla questo signore - conclude Maccari - non sono l'inutile passatempo di chi pensa a ledere la serenità degli studenti, né l'azione di cattivi nemici della loro giovinezza e della loro fame di sapere che, per essere soddisfatta, non ha alcun bisogno del condimento di droghe di alcun genere".