Bologna punto

Creato il 17 settembre 2010 da Patriziacaffiero

Emilia geometrica, rigorosa.
Emilia del lavoro onesto, delle discoteche.
Delle vastità verde acqua di campi dalla curve dolci di pane, preludio all'appennino.

Le torri confortanti dei molini antichi impresse sulle stradine polverose come dagherrotipi.

Ferita lunghissima della via Emilia, fiume che raggiunge Modena, Reggio Emilia, Parma, valicando supermercati, ipermercati, vacche di plastica, finti ranch, puttane, McDonald's, alberghi a ore, rotonde e tangenziali.

Bologna dei precari, degli educatori, dei cantieri, delle segretarie e dei loro notai, degli avvocati.
Bologna chinatown.
Bologna delle fiere e delle banche.
Bologna new age, Bologna esoterica, Bologna nera.

Bologna di Leo De Berardinis, prima che la sua morte inaugurasse il nulla. Mentre avvenne il Comune stava per sfrattarlo dal San Leonardo.
Bologna dei giovani e vecchi intellettuali conformisti.

Facoltà sterili. Bologna dei vip sprangati nei loro salotti.
Bologna delle censure. Deo finti festival prefabbricati per prendere finanziamenti da destra e da sinistra.

Bologna delle osterie estinte.

Bologna degli stupri e delle coltellate in pieno giorno.

Bologna dei talenti trovati dai rabdomanti in cantina, sotterrati, costretti a migrare.

Bologna che ignorò Gilberto Centi e Patrizia Vicinelli; e pochissimi artisti viventi che ospita suo malgrado, ingrata, ingrigita, sporcàta, zittita.

Bologna rintanata e bruttàta, cementata nei suoi fiumi amputati come alghe, offesa nella sua vitalità, agli arresti domiciliari, stretta indifesa ai suoi altari, nel cotto della sua "aria barbaricamente azzurra" rimasto a corto di umani e di umanità.
Bologna punto.
E basta.

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