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Bologna & Tartufi

Da Alessandratioli
Bologna & Tartufi
Ogni anno quando si ripresenta la stagione del tartufo ecco che mi torna alla memoria la 


‘bottega della Lea’. A Bologna nella zona del mercato, schiacciata tra le lussuose vetrine degli orefici, la Lea si occupava della sua piccola bottega, così piccola da contenerla a fatica, lei che era un donnone rubizzo e sorridente. Tutte le primizie arrivavano sul suo banco prima che altrove, le trovavi sempre allo scoccare della stagione. Frutta e verdure selvatiche, riordinate, in fila come soldatini. Davanti alla sua bottega c’era sempre un rimescolare di donne che arrivavano dalla campagna a portarle le uova, quelle gialle, per fare ‘la spoja’ migliore, per i tortellini o le tagliatelle col buon ragù bolognese. E poi quando la stagione cambiava, e non si trovavano più le uve bionde, zuccherine, picchiettate di scuro, cominciavano a comparire sul banco, bel in vista ma non a portata di mano, i funghi freschissimi, le spugnole che durano solo un giorno, e sotto a tovaglioli a quadretti cestini pieni del tartufo che si trova sulle colline attorno a Bologna. Lo portavano al mattino presto, tartufai grinzosi e baffuti con ancora gli stivali terrosi e a volte i cani agitati. Chi lo voleva doveva affrettarsi perché neanche a metà mattina la Lea lo aveva finito e si doveva aspettare fino al giorno dopo o anche oltre. Allora mi comperavo, pur di gustarlo, le palline più piccole, alla portata delle mie paghette di studentessa, ma non potevo resistere. A volte mi fermavo anche solo per annusare e sentirla vociare allegramente. E’ stata lei ad insegnarmi a mangiarle sull’ovetto,’perché, diceva, tutti san’ fare un ovetto, sfrigolato nel burro col sale e poi via a tagliarci sopra la trifola’.


Ora la bottega della Lea non c’è più, da molti anni, ma la sua risata ancora si sente, laggiù a Bologna in via degli Orefici.

La cucina economica conserva gelosamente la ricetta  delle   ovette col tartufo della Lea 

Bologna & Tartufi

Per una persona

In una piccola padella far imbiondire una noce di burro. Rompere il guscio di un uovo e senza rovinare il tuorlo far scivolare l'uovo intero nella padellina. Far rapprendere l'albume allargandolo leggermente con un cucchiaio di legno, salare l'albume e appena, appena il tuorlo. Ancora sul fuoco, grattuggiare parmigiano reggiano sull'uovo ormai rappreso, facendolo sciogliere un poco. Con una paletta, o inclinando semplicemente la padella, sistemare l'uovo cotto in una piatto piano; cospargere il tuorlo di fettine sottili di tartufo ottenute con l'apposito taglierino.

Gustare ancora caldo, intingendo dei bastoncini di pane nel rosso d'uovo.


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