La denuncia dei sindacati di Polizia penitenziaria sulle condizioni igienico-sanitarie del carcere di Potenza ci mostra una volta di più il volto di una realtà, quella delle nostre patrie galere, assurta a luogo di tortura senza torturatori, perché ad essere torturata è l’intera comunità penitenziaria con detenuti e agenti abbandonati nello stesso inferno. Circa tre secoli fa, Cesare Beccaria ebbe a scrivere che “ogni pena per essere giusta deve essere pronta, necessaria, la minima delle possibili nelle date circostanze, proporzionata ai delitti e dettata dalle leggi”.
Nella detenzione made in Italy di “dettato dalle leggi” non c’è niente. Nelle galere italiane l’art. 27 della Costituzione viene quotidianamente violato nonostante la buona volontà e l’impegno di chi è costretto a lavorare in condizioni indecenti. Non a caso, in questi anni, abbiamo dovuto registrare oltre alle centinaia di suicidi di detenuti, anche le decine di suicidi di Agenti di Polizia Penitenziaria.
Nelle carceri italiane, putrido percolato di quella bancarotta della giustizia che da oltre trent’anni ci procura condanne da parte della Corte di Giustizia Europea, si è persa traccia e memoria di Cesare Beccaria.
Non a caso continuiamo a ripetere che l’Amnistia che invochiamo è innanzitutto un’ amnistia per una Repubblica che continua a comportarsi da delinquente professionale, violando la Costituzione e le Convenzioni a tutela dei diritti dell’uomo. Laddove, gioverà ripeterlo, il nostro Paese non rispetta il principio sancito dalla Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo che parla di ragionevole durata dei processi.
Voglio esprimere una volta di più la mia vicinanza e solidarietà all’intera Comunità penitenziaria e nel farlo voglio ricordare i 4 giorni di mobilitazione nonviolenta dentro e fuori le carceri. Una mobilitazione lanciata da Marco Pannella attraverso i microfoni di Radio Carcere e che andrà a concretizzarsi nell’adesione – ci auguriamo numerosa – allo sciopero della fame, battitura e silenzio per il diritto di voto dei detenuti e per l’amnistia. Una iniziativa – come spiegato sul blog della deputata radicale Rita Bernardini – “che coinvolgerà l’intera comunità penitenziaria, con l’obiettivo di garantire la possibilità, ai tantissimi reclusi che ancora li conservano, di esercitare i propri diritti in vista delle prossime scadenze elettorali. E per ribadire con forza la necessità di un’amnistia – abbinata a un provvedimento di indulto – per uscire subito dall’illegalità gravissima nella quale versa la giustizia italiana e la sua appendice carceraria”.
Maurizio Bolognetti, segretario di Radicali Lucani (in sciopero della fame dalla mezzanotte del 24 ottobre a sostegno dell’iniziativa nonviolenta di Rita Bernardini e Irene Testa per ribadire la necessità di un provvedimento di amnistia per porre subito fine all’illegalità in cui versa la giustizia italiana e la sua appendice carceraria)