.Nell'ameno Boboli.
La rivoluzione dei bolsceviki è materia di ideologie più che di fatti. Essa è la rivoluzione contro il ”Capitale” di Karl Marx. Il ”Capitale” di Marx era, in Russia, il libro dei borghesi, più che dei proletari. Era la dimostrazione critica della fatale necessità che in Russia si formasse una borghesia, si iniziasse un’era capitalistica, si instaurasse una civiltà di tipo occidentale, prima che il proletariato potesse neppure pensare alla sua riscossa, alle sue rivendicazioni di classe, alla sua rivoluzione. I fatti hanno superato le ideologie. I fatti hanno fatto scoppiare gli schemi critici entro i quali la storia della Russia avrebbe dovuto svolgersi secondo i canoni del materialismo storico. I bolsceviki rinnegano Marx, affermano, e con la testimonianza dell’azione esplicita, delle conquiste realizzate, che i canoni del materialismo storico non sono così ferrei come si potrebbe pensare e si è pensato. Eppure c’è una fatalità anche in questi avvenimenti, e se i bolsceviki rinnegano alcune affermazioni del ”Capitale”, non ne rinnegano il pensiero immanente, vivificatore. Essi non sono ”marxisti”, ecco tutto; non hanno compilato sulle opere del Maestro una dottrina esteriore, di affermazioni dogmatiche e indiscutibili. Vivono il pensiero marxista, quello che non muore mai, che è la continuazione del pensiero idealistico italiano e tedesco, e che in Marx si era contaminato di incrostazioni positivistiche e naturalistiche. E questo pensiero pone sempre come massimo fattore di storia non i fatti economici, bruti, ma l’uomo, ma le società degli uomini, degli uomini che si accostano fra di loro, si intendono fra di loro, sviluppano attraverso questi contatti (civiltà) una volontà sociale, collettiva e comprendono i fatti economici, e li giudicano, e li adeguano alla loro volontà, finché questa diventa la motrice dell’economia, la plasmatrice della realtà oggettiva, che vive, e si muove, e acquista carattere di materia tellurica in ebollizione, che può essere incanalata dove alla volontà piace, come alla volontà piace. Marx ha preveduto il prevedibile. Non poteva prevedere la guerra europea [1915 – 1918 ], o meglio non poteva prevedere che questa guerra avrebbe avuto la durata e gli effetti che ha avuto. Non poteva prevedere che questa guerra, in tre anni di sofferenze indicibili, di miserie indicibili, avrebbe suscitato in Russia la volontà collettiva popolare che ha suscitata. (Meditazione sull’articolo: La rivoluzione contro il ”Capitale”, Grido del Popolo, gennaio 1918, Antonio Gramsci).……………………………………………………………………………………………………………………………
M A R T I R I R I B E L L I
A Firenze la terra torna a tremare
una forte scossa di terremoto
di magnitudo cinque punto due:
Sono i nostri martiri ribelli,
eroi resistenti
del primo e secondo Risorgimento
fondatori della Patria,
conquistatori
della libertà e della democrazia
che si agitano nei sepolcri dimenticati.
-Renzo Mazzetti-
(venerdì 21 giugno 2013)