Riposa, Bolsena. Ho toccato per caso le tue rive di acque gelose. La pelle era l’umile particola di nervi che univa le mie spoglie ai sassi feriti dalle tue viscere di fuoco e impazienza, come sono sempre le viscere di vulcani sopiti.
Le tue sere hanno la calma dei morti. E se dal folto o dai campi secchi si leva il fagiano o la cannaiola gentile è solo uno scuotersi dell’immaginazione, dopo non resta più nulla.