AGHARTI e gli ETRUSCHI
Bolsena, Sala Esposizioni Cavour, 23-30 giugno 2015
CIRCOLI di PIETRA – Grotte di Castro, ex Museo, 5-10 settembre 2015
INFERNO (mondo “di sotto”) – Orvieto, ex chiesa S.Bernardo, 27.12.15 – 6.1.16
“Fra gli Etruschi…e noi [Romani] c’è questa differenza: noi riteniamo che i fulmini scocchino quando c’è stato uno scontro di nuvole, essi credono invece che le nuvole si urtino per far scoccare i fulmini. Infatti, dal momento che attribuiscono ogni cosa alla divinità, essi sono convinti non già che le cose abbiano un significato in quanto avvengono, ma piuttosto che avvengono perché debbono avere un significato” (Seneca, Nat. Quaest., 2, 32)
Agarthi, la porta d’accesso con il regno sotterraneo. Un regno sotterraneo che avrebbe il suo centro in Tibet e sarebbe formato da una rete di gallerie naturali ed artificiali che attraversano, sotto terra, tutto il mondo, come in Guinea, Ghana, Nigeria, Ciad, Iraq, Iran, Afghhanistan, Mongolia, Siberia, Alaska, Canada, Brasile, Tibet… e in Etruria, terra di quell’ancor oggi misterioso popolo degli Etruschi.
Un popolo, ed una civiltà, tanto affascinante quanto complesso, ricco d’immaginario nei confronti dell’aldilà, ancora tutto da indagare, con le sue “conoscenze” e i suoi “misteri” ben gelosamente conservati e tramandati ai posteri, attraverso persone più evolute e degne di riceverli. Da sempre considerati una civiltà profondamente religiosa, misterica, esoterica; le loro credenze e pratiche magiche hanno stimolato ed ispirato quella religione dei misteri che durò circa 20 secoli : dalle prime forme di culto dell’età del bronzo sino al IV secolo d. C.
Un popolo nomade, sembrerebbe ipotizzabile una migrazione sotterranea di diverse genie, che, per qualche strana ragione, decise di stabilirsi in Italia, esattamente attorno alla zona del Lago di Bolsena, ponendo le basi di una civiltà avanzata e moderna, intrisa di positività. Casualità, scienza occulta? sembrerebbe comunque qui situato, nell’isola Bisentina, la seconda isola del Lago di Bolsena ritenuta “sacra” dagli etruschi, un varco per l’accesso ad Agharti.
Quell’accesso dove, a distanza di secoli, Dante Alighieri presumibilmente scese, fra i pochi prescelti, pronto a perlustrare quel regno sotterraneo, ed a riceverne quella particolare energia, detta VRYL, che nella maggior parte di noi c’è, ma è assopita, e quelle “conoscenze” di cui lascerà traccia nella “Divina Commedia”.
E ancora: una casualità che si celebrino contestualmente nel 2015 l’Anno Etrusco ed il 750° dalla nascita del Sommo Poeta?
Non a caso invece la scelta di un percorso con tre eventi in calendario, strettamente correlati fra loro. Tre: simbolo ternario di conciliazione e valore unificante, con grande forza energetica. E’ il primo numero di armonia, di soluzione del conflitto dualistico, il numero perfetto che apre la strada alla mediazione e permette di uscire dall’antagonismo. Tre dunque numero simbolo di vitalità, non illudendosi per questo di eludere quel sottile filo della vita, che con ineluttabile distacco, da sempre le tre Moire srotolano, riavvolgono e recidono a garanzia dell’ordine universale, al quale anche gli dei son soggetti. Un viaggio nell’aldilà, denso di significati simbolici, per rappresentare il desiderio dell’uomo di conoscere il proprio futuro e il proprio ruolo nel mondo e nella società e, insieme, di “vedere” quale vita ci attende dopo la morte.
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Laura Lucibello, Apai : [email protected]