La “bomba ad orologeria” dell’aumento IVA è contenuta nell’ormai famoso Decreto Salva-Italia, il quale all’art. 18 prevede una c.d. “clausola di salvaguardia”: qualora attraverso successive riforme fiscali non si fosse riusciti a reperire sufficienti risorse per garantire la copertura finanziaria, sarebbe scattato un aumento dell’aliquota sui consumi (invece che una seria politica di contenimento della spesa Pubblica o di una revisione del Patto di Stabilità). Se dunque entro il 30 settembre 2012 si riuscissero a far entrare in vigore provvedimenti legislativi di natura fiscale e assistenziale tali da determinare diminuzioni in termini di indebitamento netto, allora la “ghigliottina” dell’IVA si potrebbe evitare. Ghigliottina che, in particolare, consiste in un rialzo di due punti percentuali per il periodo 1° ottobre 2012 – 31 dicembre 2012 e per il 2013, determinando il passaggio dal 21% al 23% e dal 10% al 12%, e di un aggiuntivo aumento di 0,5 percentuali dal 1° gennaio 2014.Ma guardiamo qualche numero. Un’aliquota ridotta del 12% porterebbe nelle casse dello Stato un maggior gettito su base annua pari a 1.162 milioni di euro, mentre con un’aliquota ordinaria del 23% si avrebbe un’ulteriore entrata di 8.471 milioni di euro; dal 2014, se la percentuale fosse aumentata di un altro mezzo punto, il gettito sarebbe rispettivamente di 5.810 e 10.590 milioni di euro.
Per gli Italiani, a quanto ammonta il salasso?
Secondo i dati forniti dal Codacons, il passaggio dal 21% al 23% determinerà per la famiglia media composta da 2,5 componenti una stangata di 352 euro annui e di 418 euro per le famiglie di tre persone. Altre associazioni, prevedono addirittura un aggravio di spesa di 700 euro l’anno per le famiglie italiane. Nulla di rassicurante dunque.Ma una seria política di Sviluppo, quando sarà fatta?Tags: bomba ad orologeria, crisi, iva e aumenti, politica