Domani sarà il primoagostoduemilatredici.
Domani sarà soleggiato.
Domani sarà il primo giorno della seconda parte della mia vita.
Domani mi procurerò un Ilyushin Il-2 Šturmovik o un Henschel Hs 129 o un Fairchild A-10 Thunderbolt (Warthog) o un SU-25 Frogfoot o un De Havilland Mosquito o un Hawker Tempest o un Typhoon o un McDonnell Douglas F-4 Phantom II o un Panavia Tornado o un Dassault Mirage 2000N/D o un McDonnell Douglas F/A-18 Hornet o un F/A-18 Super Hornet o un Grumman TBF Avenger o uno Junkers Ju 87 Stuka o un Douglas SBD Dauntless o un Aichi D3A o un B-17 Flying Fortress o un B-29 Superfortress o un Avro Lancaster o un B-52 Stratofortress o un Convair B-58 Hustler o un Rockwell B-1 Lancer o un B-2 Spirit o un Tupolev Tu-95 o un Tupolev Tu-160 o, nella peggiore delle ipotesi, un Savoia-Marchetti S.M.79.
Alla guida del bombardiere prescelto descriverò traiettorie ispirate al liberty e al déco nei cieli del basso Monferrato. Saluterò con la mano che non stringe la cloche i bambini che giuocano nei cortili e le massaie che stendono il bucato ad asciugare sui balconi. Essi ricambieranno il cenno di saluto. Appagato dalla fase preliminare sarò pronto ad eseguire quanto è necessario. L’atto per il quale sarò ricordato. L’atto per il quale il mondo mi tributerà gratitudine e plauso. In eterno.
Bombardare Alexandropolis.
L’abito da cocktail percepibile attraverso la carlinga spalancata durante la picchiata verso l’obiettivo. I capelli spettinati. Gli occhiali polarizzati montatura trendy. Il sorriso che si attaglia allo sterminatore di successo
Taluni, pochi, esigui redimibili saranno preservati [tra questi Laura Giacobbe N.d.A.]. Il bunker rappresenterà per coloro esperienza effimera, pressoché impalpabile. Tosto ne sortiranno per popolare Nuova Alexandropolis, la città ove arte, cultura, bellezza, amore e alta pasticceria troveranno dimora così come alto e durevole compimento.
Virerò un’ultima volta, senza bisogno alcuno di vedere. Guidato dal sentore di putrescenza che accoglie il turista approssimantesi ad Alexandropolis. La padana meretrice puzza di corruzione della carne, della pietra, della mente e dello spirito. Tutto in lei ama marcire. Tutto in lei quello fa.
A chi sorvoli Alexandropolis la città prossima a nebulizzarsi appare quasi quale infante innocente disteso tra due fiumi come attendesse una madre accudente nella culla predisposta. Dei suoi crimini non sa chi la osservi da considerevole distanza. Dell’abominio che persevera nel perpetrare non sospetta chi la scorga dal cielo. Pure al mio dito supplementare, pronto a sancire il bombardamento, la prospettiva e la distanza da cui mi è dato guardare imporranno un’esitazione. Durante tale esitazione un’angelo giungerà. Ritto sulla fusoliera del mio velivolo (la cui aerodinamica non ne risulterà più di tanto compromessa) grazie all’angelico magnetismo sprigionato dalle piante dei suoi piedi. Cosi dirà l’emissario.
Dio mi ha inviato affinché io fermi la tua mano esadattile. Egli stesso ha già distrutto la Pentapoli. Di Sodoma, Gomorra, Adama, Zoar e Zeboim non è rimasto nulla se non la riprovazione scritta nelle pagine del Genesi e detta da chiunque ne parli. Una pioggia di fuoco e zolfo purificò a suo tempo la terra da coloro che tentarono di abusare degli angeli nella casa di Lot. Le cinque città della pianura non esistono più. Ora la terra è fertile e gli uomini vivono in pace e prosperità rispettosi della Legge. Quale blasfema arroganza ti muove? Quale autorità ritieni di rappresentare?
Allontanerò allora il mio dito dal pulsante che decreta lo sganciamento degli ordigni letali e con quello indicherò all’angelo il teatro di Alexandropolis divenuto contenitore di vapori venefici di asbesto, l’aria della città pregna di materia particolata dal diametro aerodinamico di dieci millesimi di millimetro [PM10 N.d.A.] destinata a ledere il respiro, le piste ciclabili fittizie o perigliose, il centro storico divenuto serraglio di luridi veicoli tedeschi e giapponesi liberi di mutilare e ferire chiunque deambuli scevro di corazza.
L’angelo guarderà. Silente. Poi rivolgerà lo sguardo verso il cielo e individuata la direzione la percorrerà in volo allontanandosi da me sino a scomparire tra le nubi.
Giungerà un secondo angelo, siederà accanto a me nella carlinga, accavallerà le gambe e si rivolgerà a me con queste parole.
Dio mi ha inviato affinché io fermi la tua mano esadattile. Egli ha già distrutto Babilonia. Geremia ha detto “Babilonia diventerà un cumulo di rovine, un rifugio di sciacalli, un oggetto di stupore e di scherno, senza abitanti”. Così è stato. Da allora a parte qualche rara trasgressione sostanzialmente l’umanità si comporta bene. Città da radere completamente al suolo non ce ne dovrebbero più essere. Cerchiamo di rilassarci. Cosa ti è saltato in mente?
Indicherò all’angelo quanto accade in basso, lontano da noi, dove camminano gli uomini e le donne di Alexandropolis. Indicherò le spese folli per tartufi, jet, rose moldave, manifestazioni equestri, biennali di fotografia, assunzioni di parenti, concubine e lacché, bassanini ai parassiti con la tessera del partito, il purgatorio delle partecipate, contabilità contraffatte. L’abisso si mostrerà innanzi a noi. L’angelo non riuscirà a guardare oltre e volerà distante senza riuscire a dire ancora. Vomitando. Scomparirà infine tra le nubi.
Giungerà un terzo angelo. Circonderà il mio busto con le sue braccia e mi avvolgerà nel suo angelico tepore. Capirò allora che gli angeli posseggono un corpo. Forse solo se decidono di averlo. Sussurrerà al mio orecchio la descrizione di un luogo paradisiaco in cui dirà di volermi condurre. Menzionerà il sentore di zolfo delle acque bollenti che il suolo di quel luogo impregnano. Percepirò un fluido caldo e denso impregnare i miei abiti e arrivare a bagnarmi la pelle una volta attraversato il loro schermo. L’angelo avrà addome simile a quella di larva, ma morbido e profumato. Dolce quando lo bacerò, leccherò, assaggerò. Esso formerà una spirale intorno alle mie membra. Voluttuoso penserò allora senza dirlo. L’angelo lo udirà ugualmente.
L’angelo non dirà alcuna parole. Prenderà la mia mano esadattile e la condurrà nella sua al quadro strumenti ove sarà collocato il pulsante che il mio sesto dito, guidato da un angelo, lambirà.