Questo è il senso della orrenda sceneggiata che si è consumata nelle aule del parlamento.
L’Udc ha chiesto che si procedesse ad una inversione dell’ordine del giorno, Berlusconi ha accolto l’invito con entusiasmo, anzi ha scritto una lettera ai suoi deputati per invitarli alla disciplina, “perchè se non decide il parlamento decideranno i giudici”; alla fine una larga maggioranza ha approvato la richiesta di affrontare subito la questione del testamento biologico.
Un secondo dopo il voto la Lega, il vero palo della maggioranza dei cacciabombardieri, si è alzata e ha chiesto di tornare a discutere del documento di politica economica, anzi ha chiesto una sospensione perché non erano ancora pronti.
E il testamento biologico? E il fine vita? E la sofferenza dei malati terminali e delle loro famiglie? Chi se ne frega, tanto la sceneggiata serviva per la campagna elettorale, per dare un segnale alle gerarchie, per dimostrare che esiste ancora un vasto fronte “papista” capace di ritrovarsi nei momenti essenziali.
Abbiamo un grande rispetto per l’obiezione di coscienza, pensiamo che questioni così complesse non possano essere risolte a colpi di scomuniche contrapposte e di invettive ideologiche, ma quello che è successo ieri non ha nulla a che vedere con l’obiezione di coscienza, con il tormento interiore di un credente di fronte ai misteri della vita e della morte.
Se così fosse gli stessi che hanno invocato l’inversione dell’ordine del giorno, avrebbero dovuto chiedere l’immediata discussione e votazione sull’intenzione del governo di armare i cacciabombardieri e di partecipare a nuove campagne “mirate” nei confronti della Libia.
Non si tratta di una grande questione che riguarda la vita e la morte? Dove sono finiti in questi caso i timori e i tremori “che dovrebbero scuotere la coscienza” di un qualsiasi credente e non solo? Perchè tanta fretta solo per il testamento biologico e non per temi altrettanto urgenti, drammatici, carichi di tensione etica?
Speriamo davvero di sbagliarci, ma quella di ieri ci è sembrata una cambiale frettolosamente pagata ad una gerarchia ecclesiastica che ha tante ed immense responsabilità nel degrado della vita politica ed etica della nazione.
Non sarà certo un’inversione dell’ordine del giorno a cancellare la memoria di questi anni e di queste responsabilità.
(BGiulietti, 26 aprile 2011, Fonte)
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