Esplodono bombe, lettere bomba, in questi giorni di avvicinamento al Santo Natale e posteriori all'annuncio della manovra finanziaria che il governo Monti si accinge a far approvare dal Parlamento la prossima settimana.
La prima è stata recapitata alla Deutsche Bank in quel di Francoforte, destinata a Josef Ackerman, Ceo della prima banca tedesca, e la seconda a Marco Cuccagna, direttore generale di Equitalia, che è rimasto ferito ad una mano.
Dovrebbe essercene in viaggio una terza, almeno così hanno scritto gli attentatori nel messaggio col quale hanno rivendicato gli attentati, che gli inquirenti stanno tentando di intercettare prima che arrivi a destinazione, anche se ormai gli "obiettivi sensibili" dovrebbero aver capito da soli di essere diventati un bersaglio e si suppone che eviteranno di aprire missive sospette.
Lasciamo agli inquirenti pure il compito di scoprire cosa sia e chi lo componga il Fai che ha firmato gli attentati, lasciando pure perdere di fare congetture complottiste sul reale significato e a chi dovrebbe giovare l'esplosione degli ordigni, uno sport che tanto piace invece a tanti commentatori, professionali o amatori che siano.
Francamente non riesco ad essere sorpreso di quanto sta accadendo. Lo reputo invece più che normale e casomai mi sarei aspettato manifestazioni di piazza contro la manovra che non ci sono invece state, mentre i sindacati hanno indetto uno sciopero generale di tre ore che suono vagamente come una presa in giro.
Eppure mi ricordo delle prese di posizione dure e addirittura minacciose da parte di partiti, sindacati e organizzazioni varie, quando solo nell'Agosto scorso l'allora ministro del tesoro Giulio Tremonti presentò una bozza di manovra che paragonata a quella presentata da Monti appare molto meno punitiva per i bassi redditi.
Pare che l'opinione pubblica sia ormai ipnotizzata dall'informazione drogata e dalla decennale propaganda che assicurava che tutti i mali del paese fossero imputabili ad un solo uomo, quel Silvio Berlusconi che aveva preso il posto di Giulio Andreotti come simbolo del potere corrotto e corruttore, vera piovra che avviluppava il paese nelle sue spire e alla quale nulla poteva sfuggire.
Ma se oggi non c'è nessuno a credere che il 92enne ex leader democristiano possa tirare qualche filo della scena politica odierna, non sono in pochi a pensare che dietro al governo Monti ci sia ancora il cavaliere di Arcore a decidere i destini degli italiani.
Possiamo paragonare questo tipo di reazione agli eventi agli effetti dei riflessi condizionati studiati da Ivan Pavlov sul suo cane, un effetto che aiuta a distogiere l'attenzione su quanto sta veramente accadendo e impedire che si formi una opinione pubblica ostile.
Bisogna vedere solo quanto ancora potrà durare questo intorpidimento dei sensi degli italiani, che potrebbero improvvisamente risvegliarsi quando si troveranno di fronte, per esempio, limporto della nuova Ici, o Imu, da pagare, scoprendo magari di non avere nemmeno i soldi per farlo. Allora di fronte alla sede di Equitalia, un ente da sempre al centro di forti polemiche per il suo coportamento, che assomiglia più a quello di un'organizzazione mafiosa che a quello di un ente pubblico, non arriverebbero lettere esplosive, ma una folla di rivoltosi.
Non c'è da stare molto allegri, in somma, ma il patricolare clima estremamente pesante che si respira un po' ovunque nel Bel Paese, non sembra inquietare neanche un po' la classe politca nostrana, che pare invece molto impegnata a difendere con le unghie e con i denti i privilegi che Hanno accumulato negli anni. Quei famosi "diritti acquisiti" inalienabili per legge: quelle leggi che loro stessi hanno promulgato.