Laurent Fignon, 12 agosto 1960 – 31 agosto 2010.
RICORDATO QUASI PIU’ PER DUE SECONDI POSTI CHE PER TRE GRANDI GIRI VINTI, LAURENT FIGNON NON HA SUPERATO LA SALITA PIU’ ARDUA, UN TUMORE CHE – ANCOR ABBASTANZA GIOVANE – LO HA UCCISO.
(Quasi tutte le notizie di questo articolo, sono tratte dalla collana “I campioni del ciclismo”.)
Nato a Parigi nell’estate del 1960, Laurent Fignon diventa professionista come gregario del grandissimo Bernard Hinault. Già nel 1983 le sue doti portano un ragazzo di 23 anni a vincere la più importante corsa al mondo, facendolo arrivare a Parigi in maglia gialla. Nel 1984 Hinault cambia squadra e Fignon diventa il capitano in squadra. Niente cambia per i risultati, visto che Fignon vincerà ancora il Tour. Il mondo del ciclismo è senza parole davanti a quell’occhialuto ragazzo che a 24 anni ha vinto due volte la Grande Boucle.
Nel 1984 aveva sfiorato il Giro d’Italia, dopo che l’italiano Moser lo superò in una prova a cronometro corsa a Verona vincendo la corsa rosa. Moser potè usare, in quell’occasione, la bicicletta che aveva usato per il record dell’ora. Tutta un’altra cosa rispetto alle biciclette ancora “normali” di quel periodo. Per l’italiano un vantaggio enorme. Fignon vincerà il Giro nel 1989 davanti a Flavio Gipponi e si preparerà così al Tour de France.
Il Tour regalerà il finale più epico che si ricordi. Al via dell’ultima frazione, Fignon veste la maglia gialla. L’americano Greg Lemond – che ha già vinto un Tour – è il suo sfidante principale. Si parte da Versalilles fino a Parigi per complessivi 24,5 chilometri a cronometro. Il francese ha 50” secondi di vantaggio, ma Lemond è molto forte a cronometro. L’americano parte come un missile. Fignon non riesce a tenere testa allo statunitense, che conclude la cronometro con un distacco di 58” sulla maglia gialla. La classifica entra nella storia; per 8” Greg Lemond vince il Tour de France. Mai più Fignon dimenticherà quel caldo pomeriggio parigino.
Fignon era una persona dal carattere particolare, ma anche di un’intelligenza come pochi. Conosceva 3 lingue (oltre al francese, italiano, spagnolo, inglese), riservato per la sua vita di tutti i giorni. Amava leggere libri prima delle corse, aveva una gran passione per i testi antichi. Per questo motivo era soprannominato “Il professore”. Aveva passione per letture come l’Iliade o l’Odissea, per la pittura e infatti dipingeva.
Si ritirò nell’autunno del 1993 come gregario dell’italiano Gianni Bugno alla Gatorade. “Continuerò a correre se vincerò il Mondiale!” disse Fignon in quella primavera. Ma la maglia iridata, da lui tanto sognata, non sarebbe mai stato in grado di vestirla.
Alcune delle sue vittorie più importanti;
1983 – Tour de France; 1984 – Tour de France, Campione di Francia; 1986 – Freccia Vallone; 1988 – Milano- Sanremo; 1989 – Milano-Sanremo, Giro d’Italia; 1993 Giro del Messico.
Nota dell'autore;
a tutte le persone che stanno pedalando su una salita lunga e difficile - come quella che Laurent non è riuscito a vincere - un pensiero e un grazie per l'esempio stupendo che voi portate avanti.