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Jonathan Goodluck sta sui muri di tutta Lagos, è un nero di mezza età con un grosso naso bianco a palla, un sorriso contagioso e il cappello a tesa sempre in testa. Nella villa qui di fianco alla guesthouse giovani politici festeggiano dietro muri di filo spinato il successo alle elezioni. La musica afro suonata dal vivo andrà in crescendo per tutto il giorno e tutta la notte. Festeggiano perchè sanno che ora diventeranno ricchi; adesso tocca a loro, in un paese dove il 72% della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno. Questa è una terra ricca per gente povera, signor Bonaventura.
Hanno preso Bin Laden stamattina, l'ho saputo in questoufficio di legno e formica in un capannone, Emmanuel sembra contento. Case fatiscenti, baracche di lamiere arrugginite, l'elettricità che salta, strade fatte a buche, discariche a cielo aperto dove sudici aironi bianchi pascolano l'immondizia insieme alle capre e a mandrie di mucche dalle lunghe corna. Le palafitte si ammassano sotto il ponte sulla laguna di una città che potrebbe anche essere Venezia, la gente che si inventa lavori come i pescatori di sabbia. Sono persone che escono di casa la mattina e non sanno mai se la sera ritorneranno o se sarà quello il giorno in cui troveranno la morte sulla loro strada. Morire di un incidente in Nigeria non è cosa infrequente, è eventualità quotidiana in questa vita, signor Bonaventura.
A Lagos, stretta tra la laguna e il mare, non c'è più spazio quindi hanno costruito Abuja, la nuova capitale che sorge dai soldi del petrolio del delta al nulla della giungla al centro del paese. Sulla strada per Abuja c'è qualche capanna, sono villaggi sparsi ai bordi della carreggiata che si spostano seguendo i lavori in corso. Il primo blocco di sviluppo è stato terminato qualche tempo fa ed è già fatiscente, ora sta per partire il secondo: di spazio qui ce n'è finchè ne vuoi. Abuja è già diventata una città da cinque milioni di abitanti... forse. Perchè quanti esseri umani vivano esattamente in questo cantiere nessuno lo sa, signor Bonaventura.
Fa nero tutto intorno, in un cielo di temporali furiosi la stagione delle pioggie sta per cominciare. Tra pochi giorni i diluvi bloccheranno il paese, lo inonderanno, scaveranno buche nelle strade, marciranno i muri delle case. Gli stessi scrosci che fanno questa giungla così rigogliosa fanno anche queste vite così difficili e per noi ormai è venuto il tempo di partire, signor Bonaventura.
(Lagos, Maggio 2011)
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