Ritorna finalmente la rubrica “Book spending review“: ovvero la rubrica del come ottimizzare i nostri risparmi acquistando i libri “giusti”. Oggi vi invito a fare un investimento mirato con l’acquisto di un bellissimo romanzo di una scrittrice inglese. Leggete il mio commento e fatemi sapere cosa ne pensate. Buona lettura!
Una stella tra i rami del melo di Annabel Pitcher – 207 pagine – Salani Editore – Prezzo di copertina: 14.80€(acquistabile anche su Amazon)
Sinossi: Tutti continuavano a dire che col tempo sarebbe passata, ma Jamie sa che è solo una di quelle bugie che i grandi dicono nelle situazioni difficili. Da quando sua sorella Rose è morta in un attentato sono passati cinque anni, e ora è peggio che mai: il papà beve, la mamma se n’è andata con un altro e a Jamie sono rimaste tante domande a cui deve rispondere da solo. Anche sua sorella Jasmine, la gemella di Rose, non sembra essersi ripresa: si è tinta i capelli di rosa, si è fatta un piercing e ha smesso di mangiare. Jamie però ha deciso di salvarsi: gioca con il suo gatto Roger, pensa alla maglietta di Spider-Man che desidera tanto e fa amicizia con Sunya, una bambina musulmana, cercando di tenerlo nascosto al padre. Quando un giorno vede alla TV l’appello per partecipare a una trasmissione di giovani talenti, sogna che possa essere un modo per salvare la sua famiglia…
Ho letto e riletto più volte l’incipit, perché trovo che in poche righe sia condensato tutto il dolore di questo romanzo.
“Mia sorella Rose abita sulla mensola del camino. Be’, solo una parte di lei. Tre dita, il gomito destro e una rotula sono sepolti in un cimitero di Londra.“
L’io narrante è un bambino di appena dieci anni, Jamie. Da quando sua sorella Rose è morta in seguito ad un attentato terroristico, non sembra trovare pace. La madre ha abbandonato lui e Jas (la gemella di Rose) al proprio destino, con un padre assente ed alcolizzato e tutti i dubbi del mondo. Rose staziona, quindi, sulla mensola del camino e l’unico a non aver versato lacrime per la sua morte è proprio Jamie. Ora che finalmente ha compiuto un’età a due cifre, Jamie si finge maturo ed autonomo ma, allo stesso tempo, vive l’abbandono da parte della madre in maniera quasi morbosa. Tutti i giorni aspetta l’arrivo del postino nella speranza che possa portargli il regalo della mamma per il suo decimo compleanno.
“La posta non è ancora arrivata. Sono le diece e tredici ed è da centonovantasette minuti che la mia età si scrive con due cifre. Poco fa ho sentito un rumore alla porta, ma era solo il lattaio“
Nonostante la sua giovane età, Jamie ha già conosciuto il significato della parola delusione. È un ragazzino intelligente ed un attento osservatore del mondo. Ha poche persone sulle quali contare: la sorella Jas, la quale tenta di “distrarlo” dalla sofferenza che si respira in casa ; la compagna di classe musulmana, Sunya, con la quale condividerà il senso di inadeguatezza e la voglia di riscattarsi attraverso il gioco; ed infine il fedele gatto Roger, unico amico fidato.
A tratti straziante, questo romanzo si legge tutto d’un fiato. Il dispiacere di Jamie non si tramuta mai in baccano, il suo è un urlo di dolore riservato, composto, interiore. La sua timidezza attira gli sfottò dei compagni di classe i quali, non perdono occasione per deriderlo, sottolineando ancora una volta la piaga del bullismo giovanile. Jamie cercherà di affrontarli con coraggio aiutandosi con quella maglietta di Spider-Man che lo farà sentire così protetto da un mondo cattivo ed insensibile.
In questo romanzo, uscito nel 2011, riaffiorano argomenti importanti ed attuali, come la minaccia terroristica, i pregiudizi nei confronti della religione islamica, il razzismo, l’importanza della figura materna e paterna. L’unica annotazione che possiamo fare a questo bellissimo libro è relativa alla scelta del titolo e della copertina: entrambi non rispecchiano le scelte originali. Sulla cover nella versione italiana, seppur molto bella, è rappresentata una bambina (anziché un bambino, come il protagonista del romanzo). Per quanto riguarda il titolo è stato completamente modificato e personalmente non ne comprendo appieno il motivo.
Il linguaggio utilizzato dall’autrice inglese Annabel Pitcher è, naturalmente, quello di un bambino di dieci anni. Questa scelta, di far raccontare direttamente al protagonista la propria storia, rende la lettura semplice e fluida, a tratti anche un po’ comica. Jamie ci racconta tutto con quella curiosità ed ingenuità tipica dei bambini della sua età. La sua figura fa tenerezza e talvolta la sua ricerca spasmodica di affetto fa venire un groppo in gola. Rabbia, solitudine, nostalgia: sentimenti che si mescolano con la voglia e l’impossibilità di abbandonarsi ad un pianto liberatorio. Jamie desidera liberarsi dall’ombra lasciata da Rose, da quel macigno che porta sul suo cuore ancora inesperto.
“Tutto appare diverso da prima. E anche se mi fa male la pancia e mi fa male il cuore e mi fa male la gola e non riesco a smettere di piangere, so che il cambiamento non è solo negativo. Che è capitato anche qualcosa di buono.“
Ho apprezzato molto questo romanzo, intenso e struggente, narrato attraverso la purezza della voce di un bambino che non chiede altro che un bacio o un abbraccio della sua mamma. Jamie è già un supereroe, anche senza la sua maglietta preferita ma quel coraggio stenta ad emergere.
Nessuna maglietta da supereroe potrà mai sostituire l’amore di una madre ma affiora anche la necessità di imparare ad affrontare la separazione dalle cose alle quali siamo legati e l’esigenza di trovare sempre dentro di sé la forza di crescere e di credere che la vita ci possa sempre riservare qualcosa di speciale.
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