Visibilità. Ogni tanto torna fuori questa storia della visibilità. Quando uno vuole darti un pugno verbale ma senza sporcarsi le mani ti dice: eh ma tu fai quello che fai perché cerchi visibilità! Eh, ti stai preparando il terreno per le prossime elezioni. Cazzo! Stanno tutti dentro la mia testa e sanno i miei progetti meglio di me. Ma io un paio di cose le so: so che, per fare quello che ho fatto fin ad ora (giusto o sbagliato che sia, intendiamoci; può darsi che abbia fatto una fila interminabile di cazzate e manco me ne sia accorto) bisogna rendersi visibili per forza. E so anche che questo a me francamente non piace più di tanto. Ti porta ad avere un sacco di finti amici, che finchè puoi essere utile a qualcosa ti vogliono tanto bene ma poi spariscono appena l'aria si fa fosca o appena vedono che non puoi più servire ai loro progetti. Ti porta ad avere un sacco di nemici dei quali farei volentieri a meno. Intendiamoci, il mio ego è stato spesso anche gratificato, non voglio essere ipocrita. Ma pensare che mi sono fatto sputare in faccia a più riprese, che ho abbandonato ogni attività non lavorativa per lavorare nell'associazione, che ho sacrificato e fatto sacrificare di conseguenza alla mia famiglia fior di dopocena, weekend e ferie solo perché ogni tanto vado sul giornale...beh...significa che si ha ben poca stima di me. E forse è anche giusto così. Ma ho fatto quello che ho fatto perché amo questa mia città del cazzo, che forse neanche lo merita quest'amore ma si sa: esso e cieco. E rifarei tutto da capo. Anche da invisibile.
Luca Craia