Immagino che doversi prostituire sia sempre imbarazzante, doverlo fare in latino fa venire il voltastomaco!
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La bolgia dei simoniaci, Gustave Doré
Nel XIX Canto dell'Inferno Dante tratta il tema della simonia, cioè della colpa di quanti sono dediti alla compravendita di cariche ecclesiastiche o di beni spirituali (p.es. il perdono dei peccati o vendita di indulgenze). Nei versi che riporto Dante risponde a Niccolò III che in vita fu papa e il poeta condanna a stare conficcato a testa in giù, dentro una buca da cui sporgono le gambe tormentate dal fuoco.
Io non so s'i' mi fui qui troppo folle,
ch'i' pur rispuosi lui a questo metro:
«Deh, or mi dì: quanto tesoro volle
Nostro Segnore in prima da san Pietro
ch'ei ponesse le chiavi in sua balìa?
Certo non chiese se non ``Viemmi retro".
Né Pier né li altri tolsero a Matia
oro od argento, quando fu sortito
al loco che perdé l'anima ria.
Però ti sta, ché tu se' ben punito;
e guarda ben la mal tolta moneta
ch'esser ti fece contra Carlo ardito.
E se non fosse ch'ancor lo mi vieta
la reverenza de le somme chiavi
che tu tenesti ne la vita lieta,
io userei parole ancor più gravi;
ché la vostra avarizia il mondo attrista,
calcando i buoni e sollevando i pravi.
Di voi pastor s'accorse il Vangelista,
quando colei che siede sopra l'acque
puttaneggiar coi regi a lui fu vista;
quella che con le sette teste nacque,
e da le diece corna ebbe argomento,
fin che virtute al suo marito piacque.
Fatto v'avete dio d'oro e d'argento;
e che altro è da voi a l'idolatre,
se non ch'elli uno, e voi ne orate cento?
Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre,
non la tua conversion, ma quella dote
che da te prese il primo ricco patre!»
Dalla Divina Commedia di Dante Alighieri. Inferno, Canto XIX, vv. 89-117.