BORDERLINE A RAVENNA ( terza ed ultima parte)

Da Teoderica

     Autoritratto di Antonio Ligabue
Ed ora dopo avervi mostrato i "folli" dall'animo positivo e gentile vedrete chi i mostri li ha feroci, proseguiamo la visita a Borderline, la spettacolare mostra di Ravenna.    Anche quando cominciò ad essere accarezzato dalla fama, Antonio Ligabue, il "buon selvaggio" della pittura italiana, continuava ad essere un personaggio inquietante, diverso, strano; per quella sua miseria solitaria, consumata rintanandosi tra gli alberi, le nebbie e le calure della Bassa Padana; per quell'infanzia irrequieta e malaticcia vissuta in Svizzera con una madre adottiva; per la sua parlata mezza tedesca, le ossessioni maniacali, i ripetuti soggiorni in manicomio. Nonostante i colori vivaci e la somiglianza delle sue opere con quelle di Van Gogh, la linea mostra tutta la rabbia repressa in lui, il suo animo non è gentile è troppo arrabbiato col mondo, che vorrebbe distruggere con le fauci delle  tigri che sovente raffigura.
   Autoritratto di Mattia Moreni
 Moreni si accosta, in un primo momento, alle scelte figurative di Corrente, per poi giungere ad una rielaborazione di Picasso e Léger. Nel 1954, nel suo linguaggio si verifica una decisa svolta: verso quell' astratto-informale di tipo naturalistico in cui la componente dell'espressionismo astratto europeo si fonde con rimandi ad artisti americani come Pollock e Tobey. Gradualmente, però, si assiste all'interno della sua produzione ad una attenzione per un singolo elemento, che dal 1964 è l'anguria. Il frutto si presta nel tempo a diventare, prima, un'allusione all'organo sessuale femminile, quindi una poltiglia sfatta. In questo autoritratto non c'è niente di ludico, solo sgomento e paura , una poltiglia sfatta incapace di autoconsolarsi.                                             Stanza dei bambini di Sandra Tomboloni
Sandra Tomboloni, non so nulla ma proprio nulla di lei. Le sue casette infantili, da fiaba mi ricordano le costruzioni, le città fiabesche di Emilio Tadini. Belle sono belle e decorative, le casette e perciò quel sangue che cola e urla che mi colpisce e mi spaventa ancora dippiù, qui più che follia vi è l'infanzia stuprata.
  Karel Appel olio su tela
Karel Appel  ha studiato al Rijksakademie van Beeldende Kunsten di Amsterdam dal 1940 al 1943.   Nella pittura è stato influenzato da Pablo Picasso, Henri Matisse e Jean Dubuffet. Nel 1948 fondò il movimento CoBrA. Questa tela può sembrare allegra con quei colori accesi, ma è un inganno, lo stridere dei colori emette un suono assordante e pericoloso, niente dolcezza in questa follia, solo rabbia latente e repressa.    Bacio  di Arnul Rainer
Arnulf Rainer  è un pittore, fotografo e incisore austriaco.
Dev'essere considerato un artista autodidatta. Inizia a dipingere nella seconda metà degli anni quaranta.
Nel primo periodo di produzione artistica viene influenzato dal Surrealismo, in seguito verrà influenzato anche dall'espressionismo astratto americano e l'informale francese. 
Le prime fotografie che realizza sono in bianco e nero, sulle quali interviene poi con la pittura. Spesso è lui stesso il soggetto delle sue fotografie.
Nelle sue fotografia indaga il rapporto tra vita e morte, reso chiaro dal suo lavoro sulla strage di Hiroshima: 72 fotografie scattate dopo il disastro del 1945 e accostate tra loro.              Bird of Paradise di Cesare Inzerillo
Irriverente, scandaloso, fuori dagli schemi. In una parola: artista. Questo è Cesare Inzerillo, capace di tradurre in scottanti installazioni lo spirito acceso e diretto della sua terra, la Sicilia. Le sue opere esposte nella Salemi dell’allora sindaco Vittorio Sgarbi.  Inzerillo col suo uccello del paradiso, forse ironizza sugli angeli,  provoca  ma non diverte  e non stupisce perchè risulta raccapricciante. Io lo trovo orribile, espone un'umanità senza speranza, disfatta e inutile, è un po' come i mostri che erano nelle cattedrali medievali,  questi mostri incutono spavento e intimoriscono chi cerca uno scopo o un senso.   
                                                  IL DISTURBO BORDERLINE Il disturbo borderline di personalità è essenzialmente un disturbo della regolazione delle emozioni.  Le persone borderline possono oscillare rapidamente, ad esempio, tra la serenità e la forte tristezza, tra l’intensa rabbia e il senso di colpa. A volte emozioni differenti sono presenti nello stesso momento, tanto da creare caos nel soggetto e nelle persone a lui vicine.
Le persone che hanno questo disturbo fanno fatica a  stabilire rapporti di amicizia, affetto o amore stabili nel tempo,  vivono con estrema intensità dei rapporti che quasi sempre  falliscono o risultano emotivamente distruttivi.
Il borderline ha un disturbo di personalià, se ne sta sulla linea del confine che qualche volta oltrepassa , il suo mondo tuttavia non è come i "normali" lo descrivono ,  ha momenti depressivi e neri di sofferenza ma ha anche altezze di piacere vertiginoso, io comunque credo che ciò di cui abbiano più bisogno siano affetto e bellezza.
Bellezza che affiora qua e   là in qualche opera presente alla mostra, in mezzo a lavori desolatamente brutti e tristi.
     Nebbia di Teoderica
 Teoderica alter ego di Paola Tassinari, siccome anche io sono borderline, mi insinuo con tutti i diritti nel percorso della mostra di Ravenna. Come vedete dalla tela sono immersa nella nebbia mentale stupita da  chi ha delle sicumere e delle certezze.

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