Magazine Informazione regionale

Borderline in Love – Note di Regia

Creato il 24 febbraio 2014 da Etnangeniousa @Etna_ngeniousa

IMG_8843

NOTE DI REGIA BORDERLINE IN LOVE
Ideazione e Regia di Silvio Laviano

Marcel Proust ha affermato: “Amare è un maleficio come quelli delle fiabe, contro cui non si può far niente finché l’incantesimo non sia passato”.
La Fiaba “BORDERLINE IN LOVE” ha il desiderio e l’urgenza di raccontare l’educazione sentimentale e il percorso emotivo/sensoriale di sei esseri umani che con coraggio e determinazione scelgono di oltrepassare la “Linea di confine” sottile dell’ essere e del non essere… amati.
Sei personalità “borderline” che vivono la loro identità affettiva fatta di scoperte, costruzioni e distruzioni emotive.
Attraverso la metafora del disturbo di personalità il progetto BORDERLINE IN LOVE narra il limite tra la nevrosi e la psicosi che ogni essere umano vive e attraversa ogni volta che subisce l’abbandono o la fine di una relazione sentimentale.
Amore fa rima con Cuore!
E in questo progetto il Cuore è organo principale della sofferenza d’amore ma anche motore delle azioni umane, un cuore che pulsa, un battito continuo che porta i “Pazienti” Attori Borderline…a raccontare, condividere e sentire con il corpo, il sudore, le lacrime, la nudità dell’ anima e degli Occhi.
Sofferenza e Piacere si intrecciano in un percorso stagionale: dalla Primavera, epifania di sensi e di innamoramento, si scivola in un vortice di abbandono verso il Rigido Inverno.
E si parla di uomini e di Donne moderne che si specchiano “nello specchio della moda e nel modello della Forma” e cominciano ad affiorare lentamente le parole della tragedia per eccellenza…il dubbio dell’essere e del non essere dell’uomo moderno Amleto, e l’elaborazione non riuscita dell’abbandono/Lutto della Giovane Donna Ofelia.
BORDERLINE IN LOVE usando e abusando del testo shakespeariano fa ripercorrere agli Attori/Borderline, come incubi teatrali, i momenti della Tragedia di Amleto, Una giovane donna abbandonata trova solo attraverso le Parole di Ofelia la possibilità per vivere e annegare nella propria Follia d’amore. L’uomo Moderno, oltre ogni confine, partorisce il dubbio di essere o di non essere in grado di amare e usa la logofagia Amletica per cercare una risposta profonda alla capacità del proprio Cuore.
E se pensiamo la Corte di Danimarca come metafora di una società fatta di Re e Regine, Gertrude e Claudio, che Governano solo per assecondare le proprie Voglie, di Madri che non hanno la forza per amare i figli, di padri morti prematuramente, di Cortigiani servili, di spie, tradimenti e assassini…allora ecco che ci ritroviamo vomitati nella nostra società che, sempre più Borderline, sfocia nel Narcisismo e nell’Anaffettività.

Una Fiaba quella di BORDERLINE IN LOVE che racconta di Uomini e Donne, Maschi e Femmine, assassinii o suicidi…Il Mondo del Femminile che si incastra con quello del Maschile, innamoramento, sessualità, crisi e abbandono…e così via in un circolo disonesto alla ricerca spasmodica di una soluzione, che se non si trova porta alla perdita del senno…che non sempre sarà facile ritrovare sulla Luna Lontana.

“Vi Ho amato una volta….io non Vi amavo”
(Amleto atto III sc.1)
Nel giro di poche battute Amleto insinua il dubbio nella sua compagna di Gioco Ofelia, insinua il seme di una Follia che trova terreno fertile nella fanciulla in Fiore, senza i suoi uomini…ella non più amante, né sorella né Figlia…in canti melodiosi perderà l’ equilibrio e si spingerà oltre il confine dell’ acqua.

Ma BORDERLINE IN LOVE vuole essere “tragedia” della Strada, una tragedia che fa sorridere di dolore, che fa riflettere sulla Società dell’ amore fast food, sulla Società dei rapporti sentimentali da social network, da messaggeria istantanea, sulla Società di Donne oggetto e felici di esserlo, di uomini autocastrati e incapaci di dare, di Barbie e scheletri nascosti. Grazie alle parole di Jan Fabre è possibile fare un salto dal Classico shakespeariano alla consapevolezza di vivere in un tempo falsificato, in un tempo dove non c’è più tempo di amare.
Ma l’amore dice Jan Fabre, si sottrae a ogni giustificazione, a ogni spiegazione. La Verità consiste nel cercare una possibilità, attraversando menzogne e fantasie, attraversando i ricordi.

Amleto, Ofelia, Lui e Lei, l’Altro e L’Altra….sei Cuori da Amare e che cercano la possibilità di Amare che fuggono l’ abbandono ma che devono attraversare l’ inverno/testimonianza, rispecchiarsi con il pubblico, testimoniare il loro Dolore, universalizzare l’abbandono dei sensi, giocare al Teatro nel Teatro nel Teatro per condividere empaticamente e scegliere di continuare a correre…di cominciare e ricominciare ad Essere. E in un angolo un pò divertito e un pò amareggiato ci sta un Cupido senza fede, ormai, che studia l’ incapacità di amare di questo mondo, non la vuole e la subisce! Ma sempre, comunque e nonostante tutto ci prova alla possibilità di un Amore, di una Con – Passione cercando l’avvenire, la Vita, la Luna e per poi tornare all’inizio svolazzando un po’ arrabbiato nella Notte.

Silvio Laviano


Archiviato in:Approfondimenti teatrali, XXI IN SCENA

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :