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La trama (con parole mie): siamo sul set della fiction "Gli occhi del cuore 2", terribile prodotto televisivo che vede alla regia Renè Ferretti - spinto verso il piccolo schermo dai soldi e fortemente legato al suo pesce rosso Boris - guidare le due improbabili star Stanis La Rochelle e Corrina Negri verso nuovi - e pessimi - orizzonti artistici, sostenuto da un cast eterogeneo quanto surreale.Dall'efficente assistente alla regia Arianna allo stagista Alessandro, passando attraverso il capo elettricista Biascica e il direttore della fotografia Duccio Patanè, scopriamo tutto il marcio delle produzioni nostrane tutte storie scritte a caso da autori che pensano solo al denaro sfruttando l'ignoranza dello spettatore medio - gli impagabili sceneggiatori - e costruite "alla cazzo di cane".
Ricordo quando, non molto tempo fa, in casa Ford ci divertimmo come matti nel corso della visione di Boris - Il film, giunto sul grande schermo a seguito del successo clamoroso dell'omonima serie.
Rimproverato un pò da tutti per non averla mai seguita, sono tornato sui miei passi pronto ad affrontare la prima stagione delle (dis)avventure di Renè Ferretti e soci, alle prese con la realizzazione di una fiction nel peggior stile italiano, di quelle che normalmente evito come la peste le rare volte in cui mi capita di fare zapping in tv, normalmente seguitissime ed amate dal pubblico italiota tradizionale - o tradizionalista? -: Gli occhi del cuore 2.
Avventurandomi sul set di questa "meraviglia" ho ritrovato le atmosfere surreali e grottesche conosciute grazie al lungometraggio, amplificate da una presenza ben maggiore dell'ormai mio idolo Stanis, un personaggio agghiacciante - nel senso fantozziano del termine - che ho potuto quasi rendere reale grazie alle esperienze sul campo di Julez, che ai tempi del Teatro fece qualche comparsata in fiction dello stesso livello di questa - che, ovviamente, furono veri e propri trionfi di pubblico - e in più di un'occasione ha confermato - pur con le dovute, ma neppure eccessive, esagerazioni del caso - lo stile di personaggi come quello del divo de Gli occhi del cuore 2.Quello che, indicazioni e dritte "dall'interno" a parte, è certo, è che Boris rappresenta non solo una nuova frontiera per le produzioni televisive nostrane, ma addirittura, con Romanzo criminale, il miglior prodotto pensato per il piccolo schermo made in Italy degli ultimi anni: la satira applicata a quella che, di fatto, è una delle istituzioni delle case degli italiani è pungente ed acuta, oltre che incredibilmente divertente, ed i personaggi che la popolano, dal primo all'ultimo, risultano talmente pacchiani da essere irresistibili.
Oltre al già citato - ed idolo totale - Stanis spiccano il regista Renè Ferretti - un ottimo Francesco Pannofino - ed il direttore della fotografia cocainomane Duccio Patanè, anche se dal primo all'ultimo i membri del cast sanno farsi valere anche quando a disposizione hanno uno spazio minore.
Molti gli ospiti speciali, da Roberto Herlitzka a Valerio Mastandrea, tutti pronti a prendere parte allo scherzo - che poi tanto scherzo non è - e a sfoderare anche una discreta dose di autoironia nel giocare con i loro ruoli: non mancano i risvolti di quasi attualità - le raccomandazioni, le mogli dei senatori, i tormentoni - ed i momenti così trash da risultare memorabili - su tutti, l'episodio legato a Martellone, che già con il lungometraggio era immediatamente diventato un cult con i suoi "e 'sti cazzi!" e "bbbusciodeculo!" -, giusto per non farsi mancare nulla e godersi, nonostante il breve minutaggio, ogni episodio dall'inizio alla fine, consci che ci sarà sempre un Biascica pronto a tirare fuori la tamarrata o l'ultimo degli stagisti al posto giusto per essere trattato rigorosamente a pesci in faccia.
Una serie così fresca, insomma, da poter quasi pensare che potrebbe essere addirittura esportata - non in Grecia, magari, giusto per citare Gli occhi del cuore 2 -, allo stesso tempo "profondamente italiana" nel senso che non piacerebbe per nulla al buon, vecchio Stanis, che è abituato ad interpretazioni e livelli "decisamente anglosassoni": se invece di essere invasi dalle Elisa di Rivombrosa ed affini avessimo più prodotti di questo tipo, forse riusciremmo a farci prendere un pò più sul serio dei tedeschi e dei loro agghiaccianti telefilm polizieschi.
O forse è proprio grazie alle Cinzia T. H. Torrini e al nostro panorama legato alla fiction che una serie come Boris ha potuto vedere la luce, e giocare su tutti i nostri limit.
O forse, semplicemente, c'è sempre bisogno di una bella smarmellatona, e di un'inquadratura fatta alla cazzo di cane.
MrFord
"Userò gli occhi del cuore,
per capire i tuoi segreti,
per capire cosa pensi,
nei tuoi primi piani intensi,
nei tuoi piani americani
così intensi e così italiani,
fatti un po' così a cazzo di cane."Elio e Le Storie Tese - "Gli occhi del cuore" -
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