Se penso a quanta plastica mi capita ancora oggi di sprecare, dai semplici rasoi usa e getta alle bottigliette di plastica, mi vien male.
Però mi sento sempre molto pratica e anche un filo orgogliosa quando riesco a ricordarmi di portare con me la sporta per la spesa per esempio, o la borraccia per un viaggio, e tutti i vari “usa e riusa” ai quali già da tempo dovrei essere più che abituata.
Per quanto riguarda l’acqua, soprattutto in questa stagione è confortante poter entrare in un bar e chiedere una mezza naturale fredda di frigo, piuttosto che bere quella caldiccia della propria borraccia tenuta in borsa per ore.
MA salvo mancanza di fontane o di rubinetti di locali e ristoranti a cui chiedere un refill, io mi faccio coraggio, mi dico che l’acqua ghiacciata è sì una goduria ma al mio stomaco fa MALISSIMO e persevero nell’usare la borraccia, e mi diverto anche a trovare soluzioni diverse a seconda dell’occasione: per esempio nel mio periodo hippy ho usato una zucca svuotata e intagliata, appesa in vita come una saccoccia, poi nel periodo etnico portavo a tracolla un resistente uovo di struzzo dipinto di giallo, regalo di un’amica viaggiatrice, poi ancora ho recuperato una vecchia fiaschetta militare in un mercato dell’usato e adesso uso la moderna Vapur, ripiegabile, leggera e adatta agli sportivi e ai viaggiatori avventurosi.
Quest’ultima è molto resistente, si può lavare in lavastoviglie e non si rompe o si ammacca se cade.
A ogni occasione la sua borraccia, e voi come fate quando la sete vi attanaglia?