A molti probabilmente la sigla Hft non dirà nulla, eppure è da qui che vengono una gran parte dei guai che affliggono oggi i mercati finanziari.
High Frequency Trading, questo il nome per esteso, sta a significare l'utilizzo di tecnologie di inserimento atte a velocizzare al massimo gli ordini di compra/vendita attraverso appositi software. A rendere le operazioni ancora più rapide sarà poi anche un cavo sottomarino a fibre ottiche sul fondo dell'Oceano Atlantico, in fase di realizzazione da parte della società Hibernia Atlantic. Servirà a rendere più rapide di qualche milli-secondo le operazioni sulle piazze finanziarie di New York e Londra.
Da quando esistono gli Hft, la volatilità dei mercati è aumentata in maniera impressionante.
Ma non è questa l'unica conseguenza nefasta. Inventato il giochino, c'è chi se ne approfitta realizzando operazioni mirate a orientare il mercato e sfruttando a proprio vantaggio la conoscenza dei movimenti da lui stesso impressi alle transazioni. Una delle tecniche più sfruttate è per esempio quella di fare ordini massicci che poi vengono annullati immediatamente prima dell'esecuzione effettiva.
Da notare che chi compie questo genere di operazioni, che potremmo definire "ordini civetta", non ne paga il costo, scaricando quest'ultimo tutto su chi invece realizza ordini effettivi.
Come contrastare questi comportamenti a dir poco "pirateschi"?
Negli Usa la Sec (Securities and Exchange Commission) ha varato regole più severe di trasparenza sugli scambi, a cui si sta conformando anche la Commissione europea.
Ma secondo Federico Rampini, che al fenomeno degli Hft ha dedicato un'inchiesta pubblicata lunedì scorso su "Affari & Finanza", lo strumento più efficace resta la Tobin Tax, ovvero l'imposizione di un prelievo fiscale su ogni transazione finanziaria. Scrive Rampini che, essendo la Tobin Tax una tassa che scatta a ogni operazione, l''impatto sul risparmiatore sarebbe insignificante, mentre sarebbe tutt'altro che trascurabile per i colossi dell'Hft.
Peccato che tutti ne parlino, ma nessuno la voglia davvero!
E' sempre colpa di quell'1 per cento che oggi governa l'economia mondiale, a scapito del restante 99 per cento.
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