Borsellino racconta borsellino

Creato il 10 ottobre 2011 da Bagaidecomm @BagaideComm
Ieri, 9 Ottobre 2011, il Teatro Nuovo di Rebbio ha ospitato l’incontro con Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso nella strage di Via d’Amelio il 19 luglio 1992. Le sue parole arrivano dritte al cuore e risvegliano quella coscienza civile e quel senso di legalità che, spesso, i media non fanno altro che intorpidire.A colpire maggiormente è la sua foga, il modo in cui lui combatte non solo per ottenere la verità su quel terribile giorno di 19 anni fa, ma anche per vedere realizzato il sogno di Paolo e Giovanni. Due fratelli, come li definisce lo stesso Salvatore Borsellino, morti per la stessa causa: estirpare quel cancro che attanaglia, ormai, tutta la nostra penisola. Dal palco non arriva solo rabbia e indignazione verso quelle istituzioni che avrebbero dovuto proteggere il fratello e che invece lo hanno dato in pasto ai suoi nemici, ma, soprattutto, l’amore verso quell’uomo che è morto per un ideale. Non si parla della figura istituzionale Paolo Borsellino, si tracciano i lineamenti di un uomo con le sue paure, le sue debolezze e il suo immenso coraggio.Salvatore Borsellino ha fatto sua una lotta che, durante la vita del fratello, non aveva neanche preso in considerazione e che anzi aveva deciso di dimenticare trasferendosi nell’ “altra Italia”, come la chiamava lui. Quel 19 luglio cambia la vita di tutta la famiglia Borsellino: dalla madre che si sente in debito verso i ragazzi della scorta (Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina) e verso le loro madri, ai fratelli che sentono il dovere di fare memoria, cioè far sì che la gente non dimentichi. “Una strage di Stato” la definisce lui, un assassinio di cui si conosce la mano armata ma di cui restano ignoti i mandanti. Il movente, invece, è quella che oggi, dopo 19 anni, viene chiamata “la trattativa”. La famigerata pax mafiosa di cui oggi parla il figlio di un mafioso, Vito Ciancimino Jr, e che sembra aver fatto ritrovare la memoria a tutti quei politici (tranne uno!!) che prima sostenevano che una trattativa tra lo Stato e l’Antistato non fosse mai avvenuta. L’ennesima dimostrazione del fatto che coloro che tanto si riempiono la bocca di frasi come “lotta alla criminalità organizzata” in realtà non fanno altro che tentare di nascondere una collaborazione con i nemici di sempre. L’incontro si conclude con l’augurio di Borsellino che un giorno il sogno del fratello possa essere realizzato e chiede a noi giovani di amare il nostro paese proprio come fece lui tentando di migliorarlo e non abbandonandolo. “Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla. Perché il vero amore consiste nell'amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare.”(Paolo Borsellino)
Samantha Veltri

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