Con il Natale anche la Lega cambia pelle, anzi vestito. Ha deciso di festeggiare l’unità d’Italia e lo vuole fare alla grande.
Il Bossi ha inviato a tutti i dirigenti, militari e simpatizzanti un cofanetto con dentro un’ampolla con l’acqua del dio Po, la sua foto con la camicia rossa e un foglio sul quale non c’era scritto niente.
Il messaggio, che doveva essere scritto dal suo successore, era in bianco perché il Trota non ha capito quale fosse il lato da scrivere.
Ma il messaggio che il Bossi voleva mandare era il seguente: basta con il colore verde ora bisogna passare al rosso e tutti devono indossare la camicia rossa, brache verdi e pedalini bianchi, corti.
Così, ha pensato il Bossi ispirato dal B., inteso come bixiano, Calderoli, festeggiamo i 150 anni della repubblica, ci appropriamo del rosso che Bersani non sa che farci e prendiamo voti necessari per stare contemporaneamente al governo e all’opposizione.
Con una barchetta, anch’essa rossa, salpiamo dal Monviso, solchiamo la Padania, approdiamo sull’Adriatico, costeggiamo tutta l’Italia ma dall’altra parte del Mediterraneo, tocchiamo la Puglia e arriviamo in Sicilia.
Così, in un paese della Calabria, il Senatur, che nel frattempo si sarà fatto crescere la barba, incontrerà Berlusconi 1° che è passato direttamente da presidente della repubblica a re (invece della corona circolare avrà in testa una grande antenna).
Ma il colpo di scena sarà che il senatur invece di dire umbedisco (dal verbo Umberto) farà una pernacchia al re e a tutta l’Italia che nel frattempo è riuscito a sfasciare con il cosi detto federalismo e con il consenso di tutti, maggioranza e opposizione.