Del pianeta sul quale vive UmbertoBossi non si hanno notizie certe. La Padania non esiste, la Luna batte bandiera americana da più di quarant’anni e Marte è troppo lontano per essere raggiunto da chi scambia un’astronave per una damigiana di vino. Forse, ripensandoci un attimo, potrebbe frequentare quello delle scimmie, ma pensiamo sia difficile visto che i nostri progenitori sono spesso più intelligenti di coloro che ne dovrebbero incarnare l’evoluzione (citare Calderoli sarebbe come sparare sulla Croce Rossa). Non passa giorno che il convincimento che Bossi viaggi su altre frequenze rispetto a quelle dei comuni mortali, si rafforzi. E non passa giorno senza che uno degli insulti che lo hanno reso famoso in tutto il mondo, venga proferito a qualcuno della sua cerchia o a qualche nemico di facciata. Perché in fondo, Bossi di nemici veri non ne ha, Maroni a parte. Il Senatur ha imboccato da lunga pezza il viale del tramonto, la fregatura è che non c’è Eric Von Stroheim a riprenderne le ultime scene di vita ma MatteoSalvini, il che non depone certamente a suo favore. Ma prima di esalare l’ultimo respiro politico, l’Umberto (che non c’entra nulla con “il Riccardo” di Gaber) sta cercando in tutti i modi di lasciare la sua impronta, una traccia indelebile che lo faccia andare sui libri di storia e per la quale possa essere ricordato dai posteri che un giorno ne studieranno le gesta e le opere. Così, tanto per far capire ai suoi elettori che ancora esiste, e che soprattutto comanda, si è messo in mente di far cadere il governatorato a vita di RobertoFormigoni ponendolo come ricatto al socio di bisbocce Berlusconi colpevole di non voler staccare la spina al governo del Professore. Siccome Silvio recalcitra, ecco l’Umberto che parla con i giornalisti e ne dice di tutti i colori. L’esordio è fulminante: “Silvio è una mezza cartuccia”. Il prosieguo ancora più scoppiettante: “È un pauroso senza palle, un vile che teme anche la sua ombra”. E quando qualcuno gli domanda cosa pensa possa succedere qualora Silvio fosse condannato al processo Mills, sapete cosa ha risposto? “Berlusconi non è stato abbastanza furbo da chiedere una buona uscita quando ha lasciato il governo”. Se qualcuno aveva ancora dubbi sullo spessore di statista di Bossi è stato accontentato, e ora dubbi non dovrebbe averne più, Umberto non è uno statista. Sconfitto dalla base del partito nella lotta fratricida contro BoboBlues Maroni (il maronita Dozzo prenderà il posto del bossiano Reguzzoni come capogruppo alla Camera), Umberto si sente prigioniero di un’alleanza che i suoi non vogliono più. D’altronde Bossi sa che se si presentasse da solo alle elezioni al massimo conquisterebbe il comune di Adro, ma tenere sulla corda Silvio sembra essere diventato il suo sport preferito. Dalle parti del Pdl, invece, non lo calcolano proprio più. Sanno perfettamente che le cose che dice non le pensa e mentre una volta cercavano in tutti i modi di tenerselo buono, oggi hanno smesso di fingere e, come ha detto lo stesso Formigoni: “Mica possiamo correre dietro a tutte le cose che dice Bossi”. Siparietto con PiergigiBersani. I due si sono incontrati alla buvette di Montecitorio. Bersani aveva bisogno di una birra e Bossi di una banana (questione di sodio). Il segretario del Pd gli ha chiesto “Allora lo appoggi il governo?”. Risposta di Bossi: “Ma vaffanculo”. Appunto.
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Bossi: “Silvio è una mezza cartuccia”. Cosa non si fa per andare sui libri di storia!
Creato il 27 gennaio 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Del pianeta sul quale vive UmbertoBossi non si hanno notizie certe. La Padania non esiste, la Luna batte bandiera americana da più di quarant’anni e Marte è troppo lontano per essere raggiunto da chi scambia un’astronave per una damigiana di vino. Forse, ripensandoci un attimo, potrebbe frequentare quello delle scimmie, ma pensiamo sia difficile visto che i nostri progenitori sono spesso più intelligenti di coloro che ne dovrebbero incarnare l’evoluzione (citare Calderoli sarebbe come sparare sulla Croce Rossa). Non passa giorno che il convincimento che Bossi viaggi su altre frequenze rispetto a quelle dei comuni mortali, si rafforzi. E non passa giorno senza che uno degli insulti che lo hanno reso famoso in tutto il mondo, venga proferito a qualcuno della sua cerchia o a qualche nemico di facciata. Perché in fondo, Bossi di nemici veri non ne ha, Maroni a parte. Il Senatur ha imboccato da lunga pezza il viale del tramonto, la fregatura è che non c’è Eric Von Stroheim a riprenderne le ultime scene di vita ma MatteoSalvini, il che non depone certamente a suo favore. Ma prima di esalare l’ultimo respiro politico, l’Umberto (che non c’entra nulla con “il Riccardo” di Gaber) sta cercando in tutti i modi di lasciare la sua impronta, una traccia indelebile che lo faccia andare sui libri di storia e per la quale possa essere ricordato dai posteri che un giorno ne studieranno le gesta e le opere. Così, tanto per far capire ai suoi elettori che ancora esiste, e che soprattutto comanda, si è messo in mente di far cadere il governatorato a vita di RobertoFormigoni ponendolo come ricatto al socio di bisbocce Berlusconi colpevole di non voler staccare la spina al governo del Professore. Siccome Silvio recalcitra, ecco l’Umberto che parla con i giornalisti e ne dice di tutti i colori. L’esordio è fulminante: “Silvio è una mezza cartuccia”. Il prosieguo ancora più scoppiettante: “È un pauroso senza palle, un vile che teme anche la sua ombra”. E quando qualcuno gli domanda cosa pensa possa succedere qualora Silvio fosse condannato al processo Mills, sapete cosa ha risposto? “Berlusconi non è stato abbastanza furbo da chiedere una buona uscita quando ha lasciato il governo”. Se qualcuno aveva ancora dubbi sullo spessore di statista di Bossi è stato accontentato, e ora dubbi non dovrebbe averne più, Umberto non è uno statista. Sconfitto dalla base del partito nella lotta fratricida contro BoboBlues Maroni (il maronita Dozzo prenderà il posto del bossiano Reguzzoni come capogruppo alla Camera), Umberto si sente prigioniero di un’alleanza che i suoi non vogliono più. D’altronde Bossi sa che se si presentasse da solo alle elezioni al massimo conquisterebbe il comune di Adro, ma tenere sulla corda Silvio sembra essere diventato il suo sport preferito. Dalle parti del Pdl, invece, non lo calcolano proprio più. Sanno perfettamente che le cose che dice non le pensa e mentre una volta cercavano in tutti i modi di tenerselo buono, oggi hanno smesso di fingere e, come ha detto lo stesso Formigoni: “Mica possiamo correre dietro a tutte le cose che dice Bossi”. Siparietto con PiergigiBersani. I due si sono incontrati alla buvette di Montecitorio. Bersani aveva bisogno di una birra e Bossi di una banana (questione di sodio). Il segretario del Pd gli ha chiesto “Allora lo appoggi il governo?”. Risposta di Bossi: “Ma vaffanculo”. Appunto.
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