Boston: una città che in questi giorni fa pensare a cose tutt’altro che positive. Io non riesco a togliermi dagli occhi l’immagine del piccolo Martin sorridente che aspetta il suo papà al traguardo per un abbraccio intenso come solo i figli sanno dare. Ieri ci pensavo come ogni giorno da quando è accaduto. Cercavo in qualche modo di trovare un rifugio positivo. L’ho trovato nell’immagine di quegli occhi. Quelli del piccolo Martin orgoglioso del suo papà. E’ stato un rifugio caldo e accogliente per me. Poi è successo di più: ho letto il post di Lino Vuotto sul blog Torre di Controllo.
Con la grande intensità che contraddistingue sempre la sua scrittura, Lino ha raccontato una storia molto semplice che mi ha scaldato il cuore. Jackie Littlejohn ha sei anni, prende spesso l’areo con i suoi genitori ma una volta le cose non vanno come di consueto. Jackie va in confusione e comincia a urlare e tirare calci. Non vuole prendere l’aereo. E’ l’autismo che “si manifesta e non ammette repliche”. La mamma di Jackie, Susie, si rivolge alla specialista che immediatamente si mette in contatto con la direzione dell’aeroporto di Boston. Risultato? Nasce Wings for Autism. Processo di ingresso più snello e piacevole. I bambini vengono accompagnati alla scoperta del rumore dei motori e di tutto quanto accadrà durante il volo. Così è più facile per Jackie.
Ecco, questa notizia mi ha riempito il cuore. Si può fare qualcosa, sempre. Boston ha saputo rispondere alle esigenze dei piccoli Jackie della città. Non ha potuto salvare il piccolo Martin, certo, ma la storia di Wings of Autism mi ha riempito il cuore. Mi piace pensare che Jackie abbia un angelo custode speciale lassù…si chiama Martin, ha 8 anni e voleva solo abbracciare il suo papà.
Non lasciate questa pagina senza prima aver letto la fonte della mia notizia: le Ali di Jackie e quelle di Martin. Vi troverete tanto amore. Quello di un padre, di un uomo, di un giornalista che ha l’arte di mettere la propria anima nelle parole.