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Botanica: le parti che compongono il fiore

Creato il 05 giugno 2014 da Whitefang
In Europa, dal livello del mare fino a 1500 mt, vivono circa 2000 differenti specie di fiori.Quando il naturalista dilettante inizia ad osservare la natura che ha intorno, ovviamente ha bisogno di consultare libri e manuali, per riconoscere una specie dall'altra. Per una più facile consultazione, è bene imparare alcuni termini utilizzati per descrivere le varie parti che compongono il fiore.

Osserviamo lo schema. 

Botanica: le parti che compongono il fiore
Lo stelo del fiore presenta al suo apice un ingrossamento chiamato ricettacolo, che costituisce la base su cui vanno ad inserirsi le varie parti che compongono il fiore.
Partendo dall'esterno troviamo i sepali, generalmente di colore verde o bruno, che nel loro insieme formano il calice. A volte il calice è protetto dalle brattee, minuscoli organi simili a foglie. Il calice ha il compito di proteggere la gemma prima che il fiore sbocci.
La parte più vistosa del fiore, quella che tutti noi ammiriamo, è la corolla, che circonda le parti riproduttive del fiore. La corolla è formata dai petali, che sono colorati e talvolta anche profumati. La corolla ha infatti il compito di attirare gli insetti e favorire l'impollinazione.
All'interno della corolla avremo quindi gli organi riproduttivi del fiore.
L'organo riproduttivo femminile è il pistillo, ed è composto dall'ovario (che contiene gli ovuli o gameti femminili), dallo stilo e dallo stimma. Lo stilo è quel filamento che collega l'ovario con lo stimma. Lo stimma è l'estremità espansa dello pistillo, cioè quella parte, di solito vischiosa, destinata ad accogliere il polline.
Gli organi maschili sono gli stami, composti dal filamento e dall'antera. L'antera è l'estremità dello stame nella quale sono contenuti i granuli pollinici  o gameti maschili.
Nel regno vegetale la condizione prevalente è quella di presentare nel fiore gli elementi completi dei due sessi, così come li abbiamo presentati, pur mettendo in atto differenti meccanismi per evitare l'autoimpollinazione e favorire quindi le combinazioni genetiche. Esistono comunque anche piante dioiche, cioè specie in cui gli stami e il pistillo si trovano nei fiori di due piante distinte. Di solito tali piante non presentano grosse differenze, fino al momento in cui compaiono le strutture riproduttive.  Sono esempi di piante dioiche il tasso e il ginko biloba, il pungitopo, l'ortica e i salici.

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