È una lista ristretta, solo 40 persone, ma non per questo particolarmente ambita. Farne parte, infatti, significa dover chiedere un visto alle autorità del Botswana se si vuole visitare il paese.
A farne parte sono anche alcune personalità piuttosto note, primo tra tutti il leader degli Economic Freedom Fighters (Eff), terza forza del parlamento sudafricano, Julius Malema.
Il deputato radicale sconta alcune dichiarazioni fatte quando ancora era alla guida dell’ala giovanile dell’African National Congress (Anc): aveva definito l’attuale presidente del Botswana Ian Khama e il suo Democratic Party “poggiapiedi dell’imperialismo” e “una minaccia alla sicurezza dell’Africa”.
Da quando è nella lista dei visitatori ‘con restrizioni” Malema ha chiesto più volte di entrare nel Paese senza ottenere assenso. Ma una seconda categoria spicca tra gli indesiderabili: quella dei difensori dei boscimani.
L’avvocato Gordon Bennett, che ha rappresentato in tribunale la popolazione di cacciatori e raccoglitori più volte entrata in contrasto con il governo, si è visto a sua volta rifiutare una richiesta d’ingresso. Come avvenuto per Malema, le ragioni non sono state rese note.
Miriam Ross, ricercatrice della ong per i diritti dei popoli indigeni Survival International fa a sua volta parte delle lista.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)