Crediti: NASA, ESA, M.A. Garlick, University of Warwick, and University of Cambridge.
Notti di ferragosto: il cielo ci cade addosso. Certo non per concretizzare la paura atavica di una tribù gallica. E forse neppure per realizzare un sogno effimero, allacciato a una scia luminosa che solchi il cielo.
I sassi spaziali che attraversano la nostra atmosfera regalandoci la magia delle ‘stelle cadenti’ sono un fenomeno naturale che interessa il nostro pianeta quasi quotidianamente. Talvolta portano a Terra importanti derrate di materia celeste e vivida testimonianza di grandi collisioni avvenute nel nostro Sistema Solare.
È quanto spiegano gli scienziati della Curtin University, Australia, in uno studio appena pubblicato e che riguarda un meteorite recuperato nella zona del Nullabor Plain, parte di un grande asteroide mai identificato prima d’ora.
Un pezzo unico, prova di una serie di collisioni fra asteroidi verificatesi più di 3,4 miliardi di anni fa. Ne sono convinti Fred Jourdan, Phil Bland e Gretchen Benedix, tutti in forza presso il dipartimento di geologia applicata dell’università australiana.
“Quasi tutti i meteoriti che ci capita di analizzare provengono da Vesta, il secondo asteroide più grande del nostro sistema planetario”, spiega Jourdan, professore associato della Curtin University. “Ma dopo aver studiato orbita e composizione di questo meteorite, ci sembra di poter dire con sicurezza che derivi da un grande asteroide non ancora identificato e che è stato diviso in più parti durante questa antichissima serie di bombardamenti”.
Il team di ricerca australiano si è servito della tecnica argon-argon, un metodo consolidato per datare gli eventi da impatto, utile a ricostruire il passato del meteorite. I dati suggeriscono che il frammento di asteroide sia stato protagonista di tre grandi impatti nel suo passato remoto. E parliamo di un periodo compreso tra 3,4 e 3,6 miliardi di anni fa.
Roba da Giurassico, per gli standard terrestri. Diversamente per i meteoriti, la cui maggioranza è datata a 4,5 miliardi di anni di età, quando il Sistema Solare muoveva i suoi primi passi. “I risultati mostrano che non un singolo evento da impatto si è verificato da quella lontana serie di bombardamenti fino al 2007, quando il meteorite è caduto sulla Terra”, spiega Jourdan. “Una storia del tutto simile a quanto conosciamo dei meteoriti provenienti da Vesta. Ottenere informazioni congruenti da due grandi asteroidi è una scoperta emozionante e conferma un evidente passato violento per il Sistema Solare”.
La ragione per cui questi frammenti di asteroide non abbiano subito ulteriori impatti per oltre 3 miliardi di anni potrebbe dipendere esclusivamente dalle loro ormai ridotte dimensioni, o perché protetto dalla regolite, un sottile strato di polvere che usualmente viene trovato sulla superficie dei meteoriti.
Fonte: Media INAF | Scritto da Davide Coero Borga