Che belli i libri di storia. Parlo proprio di quelli che ogni anno ne devi comprare di nuovi spendendo un sacco di soldi per niente, così che terzi possano lucrare in santa pace. Sono gli stessi che censurano fatti o modificano interi paragrafi. Non voglio parlare di mezze verità per fini politici raccontate sui libri di storia e di ingiustizie fatte passare per giustizie, a quello ci pensano altri blog, però devo cominciare almeno accennandolo per chi non se ne fosse mai accorta/o. Vorrei invece soffermarmi sulle problematiche che portano questi “meravigliosi” libri a noi donne. Quando io da bambina comincio a studiare storia alle elementari e alle medie non mi pongo delle domande, ho bisogno di risposte perché prima di porsi domande si necessita di una base conoscitiva. Per forza! Ecco lo svantaggio dei bambini, ecco l’arma dei potenti. Io bambina apro il libro di storia con un approccio scontato: per me in quelle pagine è raccontata la storia dell’uomo dai primi ominidi al giorno d’oggi ed è indiscutibile il contenuto. Ogni mio pensiero partirà dal concetto della indiscutibilità di ciò che andrò a leggere. Voglio considerare qualche piccolo esempio. Quando studio la preistoria vedo l’evoluzione dell’essere umano, chiamato sempre “uomo”, raffigurata ovviamente da una figura maschile che prima gira a quattro zampe, poi si alza in piedi e infine ha in mano una clava e cammina in posizione eretta. Si racconta: l’uomo caccia, l’uomo raccoglie, l’uomo forma tribù, usa questi utensili, scopre il fuoco, fa la guerra, usa armi, crea imperi... fa tutto! La donna nel frattempo cosa fa? Boh, a quanto pare niente. Nella testa di una bambina si crea subito l’immagine che l’uomo ha fatto la storia e la donna no perché non faceva nulla, la bambina è indotta a pensare che la donna non abbia mai fatto niente perché non ne era capace molto probabilmente … ed è così per tutti quei libri di storia che ho comprato fino alla quinta superiore. Non è una vergogna? Certo che lo è, mi stanno dicendo che io sono il genere inutile dell’essere umano che non ha mai fatto e non sa fare quello di cui è capace l’uomo. Quindi devo stare a guardare impotente la mia figura di donna rinchiusa in ruoli definiti che anche a me potrebbero sembrare “naturali” ma che sono solo costruiti da una società patriarcale. Davvero le uniche donne che devo sentire menzionare da una professoressa di storia devono essere solo Agrippina e Poppea? No! Per fortuna che c’è Cleopatra! Attenzione però: di lei si dice che è stata regina di Egitto e … che aveva relazioni con gli imperatori romani! Ecco, forse l’unica è Giovanna D’Arco … ma adesso basta. Vi racconto io una storia. La storia di una vera donna realmente esistita che non viene raccontata in quei libri e vi assicuro che ce ne sono tante altre.
Boudica o Boudicca, chiamata anche Boudiga o Boadicea (33-61 d.C.) è stata una donna tra le poche raccontate dai grandi scrittori Cassio Dione Cocceiano e Tacito. Regina della tribù degli Iceni, popolo situato nella parte orientale dell’Inghilterra, è vissuta all’epoca di Nerone, proprio colui che si riuniva coi suoi fedeli a discutere se le donne avessero un’anima! Sulla base di ciò che scrive Tacito Boudica era di famiglia nobile, a sette anni sarebbe andata a vivere presso una seconda famiglia fino ai 14 anni dove imparò l’arte militare. In seguito fu data in moglie al re iceno Prasutago. Quando quest’ultimo morì il regno doveva essere diviso tra la moglie, le due figlie e l’impero romano. Era solito per l’impero romano lasciare indipendenti i regni alleati finché erano vivi i loro re, ma riconosceva solo valida l’eredità per linea maschile. Il regno quindi fu annesso ai romani, i nobili trattati come schiavi, cacciati dalle loro case e terre, alcuni messi in catene. Le figlie di Prasutago furono stuprate e Boudica fu esposta in pubblico nuda e fustigata.Paolino Svetonio nel 61 d.C. attaccò l’isola di Mona, nel frattempo Boudica dopo l’umiliazione subita e la rovina del proprio popolo salì alla guida dell’esercito degli Iceni e si ribellò all’impero romano assieme ai Trinovanti. 120.000 Iceni assediarono Camulodunum (Colchester) e la VIII Hispana di Quinto Petilio Ceriale il quale si diede alla fuga seguito dalla sua cavalleria, incendiarono e rasero al suolo Londinium, l’odierna Londra, città difesa dalle truppe romane di Svetonio che non aveva abbastanza uomini per affrontarli. Stessa sorte toccò alla città di Verolanium (St. Albans). Un’intera legione romana era stata sterminata. Metà Britannia era nelle mani di Boudica.Quando Svetonio riuscì ad organizzare le truppe e si scontrò nuovamente con Boudica nella battaglia di Watling Street, con risultati favorevoli per il proprio esercito: i caduti furono 800.000 Iceni e 400 romani. L’esercito della regina degli Iceni fu pesantemente sconfitto.Secondo Tacito a seguito della sconfitta, Boudica prese delle bacche selvatiche, ne diede alcune alle figlie e si avvelenò. Secondo Cassio Dione si ammalò e morì. Tutti i suoi guerrieri e sudditi la compiansero e la onorarono con una magnifica sepoltura a seguito di onoranze funebri altrettanto solenni.
Presso i popoli del nord, non era raro che un esercito o un'intera popolazione venissero guidati da donne, quindi Boudica non era l’unica donna comandante, ce ne sono state altre. In più non esistevano solo donne sottomesse in note società patriarcali. Di questo però ve ne parlerò più avanti.
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