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Boutis un Arte Antica: origini

Da Ilboutisdidebia

Ciao donzelle, come sapete chi mi segue da tanto lo sa, il boutis, è la tecnica di ricamo che amo di più, anche se sembra difficile e complicata non lo è affatto, una volta capita come si esegue si possono creare dei veri e propri capolavori, dai più piccoli ai più grandi, come copriletti  che prima o poi farò…

Dunque rimanendo sempre in tema Boutis, le francesi sono specialiste in questa tecnica, potete trovare degli esempi sui loro blog qui a sinistra, nella mia lista dei preferiti. Ora passiamo un pò alle origini del Boutis, un misto tra trapunto fiorentino e quilt, secondo quel che so io, il Boutis fu importato in Francia da Caterina de Medici, che fece conoscere il trapunto fiorentino, anche se in realtà le origini si dice siano indiane, è l Francia che la a da padrona e fa di questa tecnica un arte, si dice che il nome derivi anche dal dialetto siciliano, e quindi possiamo dire che l’Italia in parte centra… Ma al di là del fatto di chi lo abbia inventato per primo, rimane un tecnica molto affascinante e raffinata che va eseguita, bianco su bianco, nei prossimi giorni vi farò vedere un tutorial su come iniziare se vi va….

Questa lavorazione andrebbe eseguita su tele di lino, o seta, ma si può usare anche del semplice battista in cotone bianco, non troppo sottile, e che rende meglio secondo me, il rilievo del trapunto stesso, e si può usare anche per fare dei bei lenzuoli per le culle dei neonati, usando cotone del “cotone povero” per imbottire, si è sicuri che così anche chi allergico ad alcuni materiali, non abbia problemi si allergie.

I disegni più utilizzati nel Boutis, sono di tipo floreale o romantico, come ad esempio cuoricini, fiori o foglie ecc…, di solito si dovrebbe trasmettere l’emozione che si sente in quel momento, dedicando e personalizzando ogni disegno, il difficile, in questo caso è proprio quello di rendere bene l’idea del sentimento da trasmettere, un pò come  dipingere…

Un accorgimento molto importante quando si esegue questa tecnica, è quello di NON LAVARE il tessuto prima di lavorarlo ma bensì dopo a lavoro finito, prima si deve solo stirare molto molto bene, per evitare grinze, piegoline, e rendere le due parti del tessuto perfettamente identiche, si usano due pezzi si tessuto, su di uno si disegna (io uso la semplice matita 2HB, perchè è più facile da togliere) si disegna quindi sul dritto della stoffa, ricalcando il disegno scelto,poi si posizionano i due tessuti rovescio su rovescio e si mettono nel telaio, si esegue quindi un punto filza lungo tutto il perimetro del disegno, in modo da ricamare tutto il contorno e quindi definire i margini di imbottitura, finito il contorno si toglie il telaio e si  esegue un imbastitura, quadrettata, come una specie di scacchiera, non ha molta importanza la distanza degli scacchi, ma devono essere più regolari possibile, in modo da poter così tenere ben erme le parti del tessuto, poi si gira al rovescio del lavoro e si comincia ad imbottire prendendo solo uno strato del tessuto non tutti e due…. ma questo lo vedremo nel tutorial promesso!

dunque vi servirà:

battista in cotone bianco

filo per imbastitura colorato

filo per ricamo bianco o carne, di solito io uso il filo per quilt per eseguire il punto filza

cotone povero per imbottitura (se andate dal tapezziere trovate sicuramente qualcosa) altrimenti fate come faccio io che uso un filato di cotone chiamato povero lo trovate in merceria

vi servirà anche un telaio da ricamo grande o piccolo come volete, ed una forbicina appuntita, quelle classiche da ricamo vanno benissimo, un punteruolo, o in mancanza potete usare lo stecchino per gli spiedini tagliando leggermente la punta, in modo che non sia appuntita ma solo sottile per “limare” il lavoro.

gli aghi sono in generale di tre tipologie, uno per fare il punto filza, di solito il n.10, uno  da cucito per l’imbastitura, ed uno da lana ma con la punta, se dovete eseguire delle linee circolari e curve sarebbe meglio usare glia ahi da tapezzeria, quelli a semicerchio per capirci, ma per cominciare è meglio qualcosa di più lineare e pratico.

Se volete potete utilizzare il ditale per proteggere le dita, nei punti più piccoli dove infilare l’ago può risultare difficile…

Per il resto come sempre spazio alla fantasia, un volta acquisita la tecnica e la pratica giusta non vi fermerà più nessuno, unico ingredienti principale oltre alla passione ed alla fantasia, è la pazienza!

alla prossima bye bye Debia


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