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Boyhood (2014)

Creato il 07 novembre 2014 da Babol81

In questi giorni sono finalmente riuscita a guardare il film sulla bocca di tutti, Boyhood, diretto e sceneggiato nel 2014 (o meglio, girato nel corso di 12 anni) dal regista Richard Linklater.

Boyhood (2014)


Trama: il film segue letteralmente la crescita di Mason, dall'età di 5 anni fino ai 18, e le vicissitudini della sua disastrata famiglia...

Boyhood (2014)

Alla fine di Boyhood mi sono ritrovata a riflettere parecchio su quello che avevo visto, rimanendo sveglia nel letto più di quanto normalmente farei. In particolare, mi tornavano in mente le parole della madre del protagonista (una Patricia Arquette che dovrebbero far partecipare a più film) mentre, in lacrime, guarda il figlio partire per il college ed esclama queste parole, che riporto pari pari: " This is the worst day of my life. I knew this day would come, except why is it happening now? First I get married, have kids, end up with two ex-husbands, go back to school, get my degree, get my masters, send both my kids off to college. What's next? My own fucking funeral? [...] I just thought it would have been better." Pensavo solo che sarebbe stato meglio. Che cosa, il distacco? O forse la vita? In quanti l'abbiamo già pensato, in quanti lo penseremo davanti ai figli grandi, in quello che sarà "il peggior giorno", quando ci guarderemo indietro e penseremo a quali traguardi abbiamo raggiunto nella vita, SE li avremo raggiunti, e a quanto poco di emozionante ed importante ci rimarrà da fare? Il film si intitola Boyhood, il protagonista è il piccolo Mason, ma io ho focalizzato tutta la mia attenzione su quella madre che nella vita non ne ha mai azzeccata una, che è passata da un marito fannullone e sognatore a due ubriaconi della peggior specie e che, alla fine della fiera, si ritrova sola davanti all'amara verità dell'esistenza, una verità enunciata dall'ex marito e ripetuta come un mantra in svariate sequenze della pellicola: infanzia ed adolescenza sono una fucina di emozioni e sentimenti che, quasi inevitabilmente, l'età adulta incanalerà fino a farli affievolire e consumare, fiaccandoli con responsabilità, preoccupazioni, scelte, fallimenti, lavoro, famiglia, problemi economici e quant'altro.

Boyhood (2014)


La maggior parte di noi comuni mortali va al cinema per emozionarsi con storie straordinarie, pregne di significato, divertenti, paurose, per vivere un paio d'ore nei panni di qualcun'altro; Linklater ci "frega" e lo stesso ci cattura, realizzando un film che copre dodici anni di vita di un ragazzino e della sua famiglia, all'interno dei quali non succede nulla di particolarmente eclatante né vengono mostrati personaggi "speciali" o degni di particolare interesse ma "solo" uno spaccato di esistenza come ce ne sono milioni di altri all'interno della civiltà occidentale, con piccoli traguardi, pochi successi e troppi fallimenti. Laddove trovava la poesia e la mano divina, Linklater mostra solo ciò che è prosaico, addirittura triste se vogliamo. So che sono una persona da bicchiere mezzo vuoto ma, ribadisco, al di là delle gite col papà, delle confidenze tra fratelli, delle feste e dei piccoli traguardi di Mason, quello che ho percepito guardando Boyhood è stata la costante e drammatica contrapposizione tra la speranza della giovinezza e la disillusione dell'età adulta; sequenze come quella in cui la madre di Mason neppure più sorride davanti ai ringraziamenti del ragazzo a cui ha cambiato la vita consigliandogli di iscriversi a scuola, quella in cui il padre ammette di essere stato costretto dagli eventi a diventare "quell'uomo noioso che tua madre avrebbe voluto" invece di continuare a vivere un'esistenza scapestrata o quella in cui il prof di Mason stronca con due inconfutabili parole ogni sua convinzione di essere speciale sono sequenze che mi hanno magonata più di quanto immaginavo possibile e che, neanche a dirlo, mi hanno messo addosso un indescrivibile ansia per il futuro e un incredibile rimpianto per ciò che poteva essere e che non è stato, per svariati motivi.

Boyhood (2014)


Per evitare di sprofondare nel disagio e nella depressione, da inguaribile cinefila mi tocca allora cercare conforto nell'inconfutabile bellezza di questo Boyhood, che trova fondamento in un lavoro incredibile durato dodici anni, dove l'affiatamento del cast dev'essere stato necessario e comprovato, quasi ai livelli di una famiglia. Mi tocca trarre forza dalla colonna sonora che, come nella vita reale, accompagna e rende indelebili i momenti più importanti dell'esistenza di Mason, sia quelli belli che quelli brutti, avvicinandolo maggiormente a quello strano padre-bambino il cui inquilino ha davvero accompagnato Bob Dylan in parecchi concerti. Mi tocca ripensare, ovviamente, alle belle e naturali sequenze con cui Linklater è riuscito a rendere fantastica anche la quotidianità; tra le mie preferite ci sono il dialogo tra Mason e la ragazzina in bicicletta, il saluto della petulante sorellina alla prima casa, lo sguardo verso i genitori dalla finestra, accompagnato dall'ingenua speranza che i due si possano rimettere insieme, i dialoghi solitari tra Mason e il padre (un favoloso Ethan Hawke) e, ovviamente, quel finale aperto in cui tutte le speranze del protagonista si cristallizzano in una camminata in mezzo alla natura, in un momento in cui il futuro è miracolosamente scomparso e c'è solo l'attimo. Quell'attimo che non siamo noi a dover prendere, perché è lui che prende noi, quando gli va. Avrei ancora mille cose da dire su Boyhood ma mi rendo conto che, per la natura stessa del film, sarebbero anche troppo personali e serie per un blog cazzaro come questo. Fatevi quindi il favore di andare a vedere una delle migliori pellicole dell'anno e abbandonatevi a tutte le sensazioni che vi potrà suscitare!

Boyhood (2014)


Del regista e sceneggiatore Richard Linklater ho già parlato . Patricia Arquette (Mamma) ed Ethan Hawke (Papà) li trovate invece ai rispettivi link.

L'attrice che interpreta Samantha è Lorelai Linklater, figlia del regista: pare che intorno al quarto/quinto anno di riprese la ragazza avesse perso interesse verso il progetto e avesse chiesto al padre che il suo personaggio venisse ucciso ma ovviamente Linklater ha rifiutato! Se fosse stato invece il regista a morire davvero nel corso dei dodici anni del progetto, Ethan Hawke avrebbe preso il suo posto dietro la macchina da presa. Per concludere, se vi fosse piaciuto Boyhood non saprei davvero cosa consigliarvi di guardare vista la particolarità del progetto; scorrete la filmografia di Linklater e lasciatevi ispirare da questo eclettico regista! ENJOY!


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