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Boyhood (USA 2014) Regia: Richard Linklater Sceneggiatura: Richard Linklater Cast: Ellar Coltrane, Patricia Arquette, Ethan Hawke, Lorelei Linklater, Steven Chester Prince, Libby Villari, Marco Perella, Nick Krause, Sam Dillon, Zoe Graham, Maximilian McNamara, Taylor Weaver, Jessi Mechler Genere: la vita in diretta Se ti piace guarda anche: Prima dell'alba, Prima del tramonto, Before Midnight, La vita è un sogno, Forrest Gump
Questo post è stato scritto nell'arco di 12 anni
2002 Strumento usato: diario
Caro diario, oggi sono andato con gli amici a vedere la prima parte di Boyhood, il film che il regista Richard Linklater girerà in un arco temporale di 12 anni, al Cinema Politeama. Dicono che presto verrà chiuso. A Casale Monferrato non resterà più alcun cinema, visto che pure il Moderno e il Vittoria hanno ormai calato il sipario. Al loro posto pare verrà inaugurato un multisala. So già che non sarà più lo stesso. Le cose cambiano e dobbiamo farcene una ragione. Tanto può cambiare il posto in cui guardiamo un film e le persone con cui lo vediamo, ma un grande film resta un grande film. Sì, ma questo Boyhood sarà davvero un grande film? La prima cosa che si può notare è che un film... normale. Credo di non aver mai visto un film tanto normale. Nel senso che sembra raccontare la vita di noi, di tutti noi persone (più o meno) normali che scriviamo su di voi diari (più o meno) normali, senza da un lato puntare a grosse scene madri o a facili espedienti hollywoodiani e dall'altro nemmeno a proporre una fredda visione documentaristica. Boyhood non sembra solo un film. Boyhood sembra la vita nel suo svolgersi.
2003 Strumento usato: diario
Caro diario, tutti già a dire che Boyhood è un capolavoro assoluto, ma io non ne sono mica certo. Di sicuro ha un'idea di partenza molto originale, direi anche geniale. È come se Richard Linklater avesse voluto realizzare una sua versione del tutto personale e del tutto cinematografica dei reality show che vanno adesso per la maggiore. Boyhood è il suo Grande Fratello. Il meccanismo non è, per fortuna, altrettanto diabolico. Linklater non sta a filmare i suoi attori per tutto il tempo, ovunque, pure al cesso. Linklater ha deciso di girare il film nel corso di 12 anni, chiamando gli attori solo per alcuni giorni ogni anno, in modo da filmare il percorso di crescita e di evoluzione di un ragazzino, di sua sorella e dei suoi genitori divorziati in maniera naturale, senza gli artifici del trucco. Da questo punto di vista, rappresenta un grosso dito medio sventolato in faccia ai meccanismi di produzione da catena di montaggio di Hollywood. Boyhood non segue i veloci meccanismi di produzione-distribuzione-promozione tipici di una pellicola-prodotto, ma segue un ritmo tutto suo. Il ritmo della vita. Ironico il fatto che mi sia dovuto gustare questa seconda parte in un multisala, il nuovo simbolo del capitalismo appena approdato nella mia cittadina che ha preso il posto dei cari vecchi cinema a sala singola de 'na vorta.
Intanto mi chiedo, e ti chiedo, caro diario: alla fine si rivelerà il Capolavoro che tutti dicono?
Soltanto il tempo ci darà una risposta...
2004 Strumento usato: diario
Caro diario, oggi sono stato al cinema con la tipa con cui sto uscendo. Non credo tra noi sia una cosa seria, però mi piace limonare con lei. Ed è questo che abbiamo fatto tutto il tempo. Tanto non mi pare che in Boyhood sia successo molto di diverso rispetto alle prime due parti. Il bambinetto sempre meno bambinetto protagonista è ancora sballottolato da una sistemazione all'altra. O almeno così mi è parso tra un limone e l'altro.
2005 Strumento usato: diario Caro diario, gli anni passano e io non so ancora se questo Boyhood è un Capolavoro o una Boyata. Non so nemmeno se mi va di tenere ancora un diario. È una cosa troppo superata.
Ormai scrivono tutti in rete, su delle cose chiamate blog. Che poi che diavolo sono, 'sti blog?
Sarà mica ora che ne apra uno pure io?
2006 Stumento usato: Myspace
Ciao amici di Myspace, oggi tanto per cambiare non vi propongo uno dei miei nuovi entusiasmanti (ehm, più o meno) pezzi di musica elettronica. Oggi vi voglio parlare di un film che non ho ancora capito se mi piaccia o meno, però mi sta coinvolgendo sempre di più. Boyhood di Richard Linklater racconta la vita del giovane Mason dall'infanzia all'adolescenza. Nei primi anni a colpire sono soprattutto le figure dei genitori interpretati dal pupillo del regista Ethan Hawke in coppia a sorpresa non con Julie Delpy, l'altra paladina del cinema di Linklater, bensì da Patricia Arquette, che comunque alla Delpy un po' somiglia, e diciamolo. Poco a poco ora però sta cominciando a venire fuori anche il protagonista Mason. Un bimbetto che sta crescendo in maniera interessante e sta diventando uno strano. Uno normale ma strano. Uno come noi o, almeno, uno come me.
Adesso torno a lavorare su una nuova canzone ispirata al film. Penso la intitolerò Goyhood.
2007 Strumento usato: Windows Live Spaces
Ciao amici di Windows Live Spaces, finalmente ho finito l'università! Non so se esserne felice o triste. È un'epoca che è giunta al termine. Non studierò più. Non frequenterò più lezioni. Non imparerò più niente. Il mio percorso di apprendimento si è concluso e quindi adesso dovrei aver appreso tutto ciò che c'era da apprendere. Adesso dovrei sentirmi una persona istruita. Dovrei avere qualcosa da insegnare agli altri e invece no. Mi sento ancora come i personaggi di Boyhood. Un work in progress perenne.
2008 Strumento usato: Blogger
Parliamo di cinema? Dai, oggi parliamo di cinema. Quando poche settimane fa ho aperto questo blog, l'ho fatto più che altro per fare colpo su una tipa. Adesso però c'ho preso gusto a scriverci sopra e non solo per mettere giù i pensieri (cannibali) che affollano la mia testa, ma anche per parlare dei film che guardo. Ieri mi sono visto la nuova parte di Boyhood, pellicola di cui vi avevo già parlato sui miei spazi web precedenti, Myspace e Windows Live Space. Non ne sono del tutto certo, ma comincio a pensare che quello messo in scena da Richard Linklater sia un ritratto esistenziale di portata rivoluzionaria. Qualcosa con cui i film successivi si dovranno in qualche modo confrontare per forza. Una di quelle pellicole che possono piacere o meno, ma che in qualche modo cambiano le regole del gioco, come Quarto potere, 2001: Odissea nello spazio e Pulp Fiction o, se vogliamo fare un esempio di Cinema un “pochino” più basso ma altrettanto scopiazzato e preso a modello, come The Blair Witch Project. Sebbene la pellicola che mi sta ricordando di più è... Forrest Gump. Specifico: Boyhood mi sembra l'anti-Forrest Gump, visto che presenta un protagonista normale contro “l'eccezionale” Forrest e ha uno stile registico alternative contro il classicismo della pellicola diretta da Robert Zemeckis. I due film mi paiono però accomunati da un approccio simile nell'attraversare un periodo della Storia recente degli Stati Uniti anno dopo anno. Secondo voi tale paragone ha un senso? No, probabilmente no.
Off topic: lavorare fa schifo. Voglio tornare all'università!
2009 Stumento usato: Blogger
Mi piace troppo la scuola. Non ci posso far niente. L'università mi mancava e allora ho deciso che, dopo la laurea in Scienze della Disoccupazione e la specialistica in Fancazzismo Multimediale e di Massa, avevo bisogno di fare anche un Master in Dominio del Mondo. Con i miei compagni di corso in questi giorni sto girando un piccolo cortometraggio. Non sarà qualcosa che ambisce a conquistare Oscar, Palme, Leoni od Orsi d'oro come il film di Richard Linklater, eppure mi sta facendo capire come sia difficile realizzare qualcosa che utilizza un linguaggio di fiction e allo stesso tempo cerca pure di dare una rappresentazione della realtà così com'è, in una maniera vera e sincera. Sotto questo aspetto, credo che Boyhood, capitolo dopo capitolo, ci stia riuscendo alla grande. È un film, ma non è solo un film.
2010 Strumento usato: Badoo
CannibalKid82
Oh, hey tipa.
Che c'hai voglia...
di venire al cinema con me?
Jessikah87 Boh...
cioè, nn so...
a vedere ke kosa?
CannibalKid82
Boyhood.
È un film super indie.
Secondo me potrebbe piacerti... ;)
Jessikah87
Film super ke? Cioè, ma kome parli?
6 fuori? O mi porti a vedere un cinepanettone, o ti do' un 2 di pikke da cinema!
CannibalKid82
Ma i cinepanettoni sono troppo out. Troooppo.
Te lo dico io.
Presto spariranno dalla faccia della Terra.
Jessikah87
Seh, seh...
figurati.
I cinepanettoni non moriranno mai!
2011 Strumento usato: Facebook
Marco Goi
12 min
Andate a vedere Boyhood!
All'inizio si resta un po' così *___*
ma poi diventa sempre più bello!
Vincenzo Mollica
Ma vacci tu, drogato!
Anzi, vai a vedere un bel film italiano, piuttosto.
Come l'ultima incredibile pellicola con il bravissimo formidabile Raoul Bova.
Bimba Minkia
A me ha molto emozionato.
Non quanto i film della saga di Tuailaigt...
ma quasi.
Italo Medio
Sì, ok.
Ma solo a una condizione:
c'è della figa?
2012 Strumento usato: Twitter
Richard Linklater ha ritwittato Marco Goi @cannibal_kid
Vista la nuova parte di #Boyhood. Mi piace sempre di +. #FilmDaVedere
2013 Strumento usato: Instagram
cannibal kid
2014 Strumenti usati: Twitter, Facebook, Blogger
Marco Goi @cannibal_kid
Boyhood = Capolavoro. O quasi. #FilmDaVedereAssolutamente
Marco Goi
24 min
Non siete ancora andati a vedere Boyhood?
E che diavolo aspettate?
Vincenzo Mollica
Vacci sempre tu, drogato!
Non l'hai ancora capito?
Devi supportare SOLO il cinema italiano!
Bimba Minkia
Bellissimo.
Però C❤lp☆ delle stelle è meglio!
Italo Medio
Io sto ancora aspettando che mi dici se c'è figa.
C'è, sì o no?
Marco Goi All'inizio no, ma poi sì, c'è figa (vedi foto sotto).
Quindi guardalo.
Ora!
Al multisala della mia città i piccoli film indie ormai non li danno più manco per un'unica sera a settimana. Si sono resi conto che non rendono abbastanza. È più redditizio dare Guardiani della Galassia in tutte e 8 le sale. Pazienza. Tanto ormai quasi tutti i miei amici sono sposati e con figli. Gli unici film che riescono a guardare sono Cars, Planes e Frozen. Figuriamoci se ce la faccio a convincerli a vedersi una pellicola indie d'autore di 3 ore. Ho fatto bene allora a recuperarmi Boyhood nella vera grande sala cinematografica di oggi: Cineblog01. Dopo 12 anni, finalmente il film-progetto è finito e finalmente posso considerarlo per quello che è. Boyhood è una grandiosa Opera Pop moderna. Ci sono riferimenti alla politica (da Bush a Obama), agli strumenti tecnologici (Facebook, Xbox, smart phone), ai film (Harry Potter, Twilight, High School Musical), ai gruppi (dai Coldplay ai Bright Eyes passando per Britney Spears e Lady Gaga) e alle canzoni del momento (da “Crank That” di Soulja Boy a “Somebody That I Used to Know” di Gotye & Kimbra). È una maniera efficace per rivivere i primi anni del nuovo millennio. E non solo, si veda il monologo di Ethan Hawke sui Beatles. Per quanto sia una pellicola indie, molto indie, cerca sempre di parlare un linguaggio popolare, universalmente comprensibile. Boyhood è inoltre un film al 100% Linklater. Il regista americano nel corso della sua carriera ha firmato un sacco di lavori differenti. Ha girato un cult adolescenziale, un ritratto della gioventù rock'n'roll anni '70 come La vita è un sogno e poi realizzato un altro ritratto generazionale, questa volta 90s, come SubUrbia, e poi ancora un altro inno rock'n'roll, questa volta sotto forma di commedia per famiglie, come School of Rock con Jack Black. Ha fatto due pellicole di animazione, Waking Life e A Scanner Darkly – Un oscuro scrutare, che però non hanno nulla a che vedere con i soliti cartoni animati per bambini e sono anzi due complesse opere filosofiche. E soprattutto ha realizzato la trilogia Prima dell'alba/Prima del tramonto/Before Midnight che in qualche modo presenta la stessa idea di cinema proposta in Boyhood, mostrandoci il rapporto di una coppia attraverso il tempo. Se c'è una cosa che il cinema di Richard Linklater offre è proprio questa: una gigantesca riflessione sul tempo che passa. Giunti alla fine del lungo, affascinante viaggio che è Boyhood si riesce a vedere il disegno complessivo. Prese singolarmente, le parti della pellicola non appaiono così fenomenali. Alcuni singoli elementi non convincono del tutto. Il discorso politico che emerge qua e là ad esempio è un po' troppo abbozzato. Altro esempio: le figure dei mariti di turno di Patricia Arquette (il padre autoritario alcolizzato e il toy-boy militare) sono piuttosto stereotipate. Il personaggio della sorella di Mason, interpretata dalla figlia del regista Lorelei Linklater, potrebbe sembrare ritratto anch'esso con superficialità, e invece no: è il dipinto accurato di una ragazza superficiale, che ascolta Britney, Gaga e canta l'inno dei Wildcats di High School Musical, frequenta le feste e si ubriaca solo perché è cool e non va a prendere il fratellino a scuola perché ciò non è cool, è entusiasta del college, ma solo perché è pieno di bei ragazzi. Notevole anche la riflessione che emerge dalla figura del padre interpretato da Ethan Hawke, che racconta della sconfitta di uno stile di vita da musicista ribelle in favore di un'esistenza quieta e borghese. Efficace nella sua confusione esistenziale pure la figura della madre interpretata da Patricia Arquette, che passa da uomo all'altro senza mai trovare se stessa, e pensa che la sua vita sia finita una volta che vede il vero uomo della sua vita, suo figlio, partire per il college. L'anima, il cuore e soprattutto gli occhi del film sono però naturalmente i suoi, quelli del figlio, quelli di Mason. Il bambino che vediamo diventare prima ragazzo e poi uomo. O quasi uomo. La forza della pellicola sta in questo. È un viaggio attraverso il tempo che ci fa sentire come se Mason fosse uno di famiglia. Come se fosse nostro figlio. Come se fosse nostro fratello. Come se fossimo noi. Se all'inizio si rimane un po' storditi, al termine delle quasi 3 ore si riesce a vedere il quadro d'insieme. Non tutto funziona alla grande, non tutte le singole sequenze sono fenomenali, non tutti i pezzi del puzzle si incastrano alla perfezione, ma va bene così, perché questa non è la messa in scena di una sceneggiatura hollywoodiana. Questa è la rappresentazione della vita. Magari non la più bella, magari non la migliore in assoluto, ma di certo una delle più veritiere che il cinema ci abbia mai dato. Perché Boyhood non è solo un film. Boyhood è la vita nel suo svolgersi.
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