Ladies and gentlemen, take your seats for landing
Dopo dieci mesi di pubblicazioni bracebracebrace ha bisogno di un ripensamento. Per essere uno strano esperimento, blog senza essere un blog, rubrica settimanale senza una periodicità affidabile, pagina di racconti senza che nessuno si sia sentito di affidarvi il suo racconto, ha riscosso un certo interesse. Una media di cento lettori per articolo non è proprio un plebiscito, ma non è nemmeno poco per una pagina sconosciuta dal tema non proprio leggero.
Il nodo è ancora lo stesso: chi ha qualcosa da dire sul precipizio che si sta aprendo davanti a noi? Precipizio che ognuno vede dalla sua angolatura: dall’alto, dal ventre oscuro degli eventi, dalla semplicità della vita di tutti giorni, dalle sue frustrazioni e dalle sue sconfitte. E non è una percezione soggettiva, purtroppo, quella della caduta: è la spaventosa realtà di un paese senza più un’industria (Alitalia, Fiat, Parmalat, Cirio, Enel, Bialetti…), con un’università allo sfascio, stretto nella morsa della crisi economica, con un mercato del lavoro impazzito, un territorio tra i più belli al mondo svenduto e rovinato dai condoni, un’idea del turismo che è solo rapina del forestiero, una magistratura in maniche di camicia, una stampa già colpevolmente debole e sempre più all’angolo, un parlamento senza facoltà di parola.
Cercare di tessere un racconto del peggio che ci accade è un modo per condividere e mettere in comune, quantomeno, rabbia e tristezza. Ognuno di noi si è trovato o si troverà senza lavoro, a vivere in case fatiscenti pagando affitti esorbitanti, o a farsi umiliare da superiori incapaci per guadagnare due lire, o ancora nel vicolo cieco della scuola o dell’università. Di racconti ce ne sarebbero molti, ma dobbiamo tesserli insieme, e per questo bracebracebrace deve ripensarsi, ridisegnarsi, migliorare le collaborazioni, sperimentare nuove forme espressive. Buona crisi di governo e buona estate.