Il rapporto di MarkMonitor rivela come gli hotel perdono 2,2 miliardi di dollari
all’anno a causa del brandjacking
Uno studio condotto su cinque brand internazionali dimostra che i viaggiatori altamente qualificati vengono persi a vantaggio della concorrenza
MarkMonitor®, la società leader mondiale nella protezione dei marchi, ha pubblicato lo scorso 23 maggio un’edizione speciale del Brandjacking Index®, incentrata sulla prenotazione di hotel online. Il rapporto rivela che il traffico online perso a vantaggio della concorrenza nonché il pagamento di commissioni inutili costano agli hotel di tutto il mondo 2,2 miliardi di dollari all’anno. Oltre 580 milioni di visite da parte di viaggiatori altamente qualificati vengono dirottate dai siti di prenotazione online dei marchi a quelli dei partner di canale tramite tecniche di marketing relative ai motori di ricerca.
A causa della natura altamente competitiva del metodo di prenotazione online, gli hotel si trovano di fronte ad una forma di brandjacking diversa da quella individuata nelle edizioni precedenti del Brandjacking Index. Invece di combattere contro la minaccia delle merci contraffatte nei canali di commercio online o delle frodi online, i marchi alberghieri rischiano che il proprio traffico di ricerca venga intercettato da agenzie di viaggio online (OTA) e potenzialmente dirottato sulle proprietà della concorrenza. Di conseguenza i marchi alberghieri perdono clienti ed introiti a vantaggio della concorrenza oppure pagano commissioni inutili.
“I viaggi e il commercio online stanno crescendo e per gli hotel è il momento giusto per sviluppare ulteriormente le proprie strategie di marketing online proteggendo il flusso dei click”, ha spiegato Frederick Felman, CMO di MarkMonitor. “L’expertise nel commercio online del settore alberghiero dimostra come il traffico online e i relativi introiti e rapporti con i clienti possano venire persi facilmente in assenza di un programma di protezione del marchio”.
L’analisi è stata condotta nei primi mesi del 2011 su cinque marchi alberghieri internazionali, inclusi marchi economy, della fascia media di mercato e lusso, e ha interessato siti di commercio online, marketplace per gli utenti e campagne e-mail che promuovono marchi alberghieri. Lo studio ha anche analizzato più di 1,3 milioni di annunci di ricerca innescati da quasi 4000 combinazioni di parole chiave che includevano quei marchi e ha calcolato il flusso di traffico generato per sviluppare le stime.
Lo studio ha individuato più di 1750 OTA che hanno acquistato parole chiave utilizzando uno o più dei cinque marchi monitorati. Tale investimento nel marketing dei motori di ricerca ha avuto come risultato il dirottamento del traffico verso beni della concorrenza costando al settore alberghiero 1,9 miliardi di dollari in introiti persi e 270 milioni di dollari in pagamenti di commissioni inutili.
Secondo l’Internet Advertising Bureau (IAB) ogni anno il settore dei viaggi spende 1,8 miliardi di dollari in pubblicità online di cui il 46% è assegnato alla pubblicità di ricerca. Nel 2010 Forrester Research ha stimato che il 40% delle prenotazioni di viaggi è stato effettuato online e un altro quarto delle prenotazioni complessive è stato influenzato dalle ricerche online.
Un’altra forma di brandjacking individuata dallo studio è il cybersquatting, una tecnica che usa illegalmente il sistema di registrazione del nome di un dominio registrando nomi che comprendono i marchi non di proprietà della persona che effettua la registrazione. Lo studio ha individuato oltre 2100 domini colpiti dal cybersquatting utilizzando i cinque marchi analizzati. Questi domini hanno generato oltre 57 milioni di visite all’anno che potrebbero invece interessare i siti ufficiali degli hotel. La maggior parte dei domini è monetizzata tramite schemi pay-per-click (PPC) che offrono solamente un insieme di link PPC.
Il rapporto è disponibile all’indirizzo www.markmonitor.com/resources/brandjacking-index.php dove è possibile scaricarlo gratis.
Informazioni su MarkMonitor
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Per ulteriori informazioni, visitare il sito www.markmonitor.com
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