Brandon Sanderson è afflitto da una preoccupazione che raramente affligge gli scrittori. Certo non quelli che io leggo di più, con la sua sola eccezione. Teme infatti che la pubblicazione di The Bands of Mourning possa far passare inosservata la pubblicazione di Calamity. Il primo è stato pubblicato il 26 gennaio, il secondo sarà pubblicato il 16 febbraio. Quanti sono gli scrittori capaci di pubblicare due libri a così breve distanza di tempo l'uno dall'altro? Che Sanderson lavori contemporaneamente su diversi progetti lo sapevamo da tempo, ma qui ha davvero esagerato. O no? Se la qualità rimane quella di ciò che ho letto fino a ora, per me non ha affatto esagerato.
Restando sempre nel mondo di Mistborn Sanderson ha appena pubblicato in formato ebook un racconto, Mistborn: The Secret History, che è legato alla prima trilogia, ma visto che in futuro intende ripubblicarlo insieme ad altri testi sarà quello il libro (o l'ebook) che comprerò. E poi ci saranno altre storie epiche in quel mondo, ma al momento l'autore ha rivelato solo di avere in mente questo progetto.
Quanto a Calamity, si tratta del romanzo conclusivo della saga per adolescenti degli Eliminatori. I primi due romanzi, Steelheart e Firefight, sono già stati tradotti, il racconto che si colloca fra di loro, Mitosis, no, ed è un peccato perché secondo me con poca spesa Fanucci avrebbe potuto metterlo come bonus nel secondo volume, prima del romanzo, e avrebbe fatto felici i lettori.Calamity dunque è la fine della storia, e per sottolineare l'importanza che il libro ha per lui Sanderson ha spiegato ( https://www.facebook.com/BrandSanderson/posts/10153285300910009) che percepisce sempre le conclusioni come qualcosa di agrodolce. Dolce perché ama davvero le conclusioni, e la conclusione di una serie ha sempre una forza molto maggiore rispetto alla conclusione di un singolo volume, e come esempio ha citato Il Campione delle Ere e Memoria di luce.
Agro, naturalmente, perché il viaggio è finito e quel libro è l'ultima opportunità di trascorrere del tempo con quei personaggi. Sentimento in cui mi ritrovo pienamente perché ne ho parlato proprio durante la lettura di Memoria di luce, anzi, di A Memory of Light, quando per l'ultima volta stavo vivendo nuove avventure insieme ai personaggi creati da Robert Jordan.Ma nonostante la malinconia dell'addio un'opera d'arte non può davvero mostrare quello che vale fino a quando non è finita. E, aggiungo io, anche nel volutamente non-finito, l'arte trova la sua compiutezza. È solo nell'interruzione, nell'opera incompiuta per motivi indipendenti dalla volontà dell'artista, che l'arte non riesce a esprimersi al meglio.
La storia degli Eliminatori è finita, e se mai Sanderson dovesse tornarci sarebbe perché gli è venuta qualche nuova idea in grado di trasformare completamente il mondo, come è avvenuto a quello dei Mistborn nel passaggio da Vin a Wax. Atteggiamento che ha tutta la mia approvazione, la tentazione di narrare sempre la stessa storia fino all'esaurimento perché i lettori conoscono quel mondo e compreranno comunque i libri è forte, ma quando un autore cade in questa trappola quello che produce è solo aria fritta.Sono solo un paio di considerazioni fatte dall'autore in un breve momento fra il lancio di un libro e quello di un altro, e infatti subito dopo il testo di Sanderson fornisce alcuni dettagli per chi vuole preordinare il libro o incontrare l'autore nel tour promozionale, però i discorsi sulla fine e sulle trasformazioni di un mondo mi toccano molto da vicino e ho voluto condividerli con voi.