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Brasile 2014 tra i Mondiali e le Favelas

Creato il 08 luglio 2014 da Moveup

Scritto da: Antonio Castrignanò 8 luglio 2014 in Notizie dal mondo Inserisci un commento 3 visite

mondiali in brasile

Brasile 2014: tra i cori degli stadi sparsi per tutta la nazione brasiliana e la situazione disastrata presente all’interno delle famose “Favelas”(baraccopoli presenti in tutto il territorio brasiliano), si stanno svolgendo i mondiali, la manifestazione calcistica che ogni quattro anni scalda i cuori di milioni di tifosi in tutto il mondo.

Ma qual è la reale situazione brasiliana in questo momento?

Rio de Janeiro: una città di contrasti

Rio de Janeiro, anche non essendo la capitale del Brasile, è sicuramente una delle città che più rappresentano lo spirito della nazione.

Cuore del turismo e dell’economia, a Rio possiamo trovare quartieri lussosi,degni delle metropoli più importanti del mondo, affiancati a baraccopoli dove povertà e criminalità sono le uniche realtà presenti.

E’ nota da sempre la situazione contrastante del Brasile, ma come avrà influito una manifestazione sportiva di tale importanza come i mondiali alla nazione?

L’ultima Favela di Rio

All’interno degli edifici di una nota compagnia telefonica brasiliana era sorta l’ultima favela di Rio, che ha avuto però vita breve.

In vista dei mondiali, non si poteva accettare che 5000 uomini vivessero abusivamente nella città atta ad ospitare la finale di questa manifestazione sportiva.

Spray al peperoncino, fumogeni, manganelli, questa la “diplomazia” utilizzata dai poliziotti brasiliani per far allontanare i residenti. Eventi del genere sono le specchio di una società che non funziona e che, continuando così,non funzionerà mai.

Il mondiale dei bambini delle Favelas

Neymar,Ronaldo,Kakà; i campioni che fanno infiammare i cuori dei bambini brasiliani sono lontani dalle stradine affollate delle Favelas.

Qui non c’è spazio per i sogni, per i palloni; problemi come la vittoria o la sconfitta sono troppo lontani e irrilevanti, conta solamente riuscire a sopravvivere.

Quasi a voler fare esattamente l’opposto del messaggio di amore ed eguaglianza simbolo della statua che sovrasta il Brasile, del “Cristo redentore”.


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