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Brasile, i sette vizi capitali e il Messi(a), lezioni di Storia

Creato il 14 luglio 2014 da Webnewsman @lenews1
Pubblicato da Mathias Mougoué

È storia antica oramai che il calcio sia passato da semplice gioco a Business redditizio. Alcuni l’hanno un po’ preso troppo sul serio e le conseguenze non tardano ad arrivare. Uno che non lo dimenticherà è il francese Mohamadou Lamine Fofana, funzionario della FIFA che gestiva un vero impero multimiliardario di ingressi falsi agli stadi. Arrestato a Rio, la sua organizzazione è stata sgominata ma l’inchiesta tende a rivelare il coinvolgimento di società e federazioni. Nel Mirino, Federazioni africane come quella della Nigeria che verrà sospesa dalle Competizioni FIFA per una durata non ancora definita, causa l’ingerenza dello stato negli affari calcistici. Normale amministrazione per quelle federazioni come lo sanno nel vicino Camerun che in materia è anche in grado di insegnare come uscirne.

La storia ha permesso a alcuni di pensare di essere intoccabili mentre ne costruiva altri a cui regalava come colpa il delitto di presunzione corredato da pigrizia caratterizzata. Il Brasile che è conscio di come ha preparato questo Mondiale senza convincere la sua popolazione ma abusando della sua aureola nella FIFA per chiamare tutti alla sua corte, tanto per presenziare riconoscendo la sua bellezza e consegnargli un sesto trofeo si è addormentato sulla illusoria unanimità che faceva al punto di diventare vittima di se stesso, del suo gioco, dell’arroganza che rimprovera politicamente sempre più ad altri. Le manifestazioni sportive sono a volte il riflesso della salute politica di un paese ma soprattutto il suo paravento pudico che va a braccetto con una sottile abilità diplomatica.

Memori di come sono arrivati al livello della competizione che alla fine suona per loro come un’uscita prematura suicida, i Brasiliani hanno preparato la loro semi-finale senza sostanza ma soprattutto versando in speculazioni superstiziose. Si potevano permettere di drogare il pubblico con osservazioni sbilenche e coincidenze forzate come: Il Brasile ha battuto C-roazia, C-amerun, C-ile e C-olombia, pareggiando con Messico. Allora attenzione perché Germania non è C-ermania!” Così si scherzava nello studio televisivo di  Rede Bahia Revisda prima della partita. Era bello e stimolante ricordare che il Brasile non perdeva in Brasile dal 2002. Il C.T. della Germania Löw, dal 2006 è sempre al suo posto mentre l’esigente e intollerante Brasile ha cambiato 3 volte allenatore.

Ciononostante, molto professionalmente anche il gentleman Joachim Löw ha criticato gli arbitri aggiungendo acqua al mulino dei Brasiliani: “se continuano così, non avremo più giocatori come Messi o Neymar”. Fair play, pretattica, cinismo? Rimane il fatto che il Brasile ha fatto del caso Neymar un caso nazionale, un lutto prima del decesso per impietosirsi sulla sua sorte per anticipazione. Nessun telegiornale iniziava senza il rituale “Força Neymar” invece del punto sulla preparazione della partita che li aspettava. I pianti avevano già invaso la scena.

I Colombiani in quanto a loro, eliminati dal paese organizzatore hanno salutato la competizione dal punto dove non erano mai arrivati precedentemente. La letizia popolare in patria li ha eretti a Eroi Nazionali. La danza di Armero è diventata il nuovo passo di danza popolare del paese ma la stampa brasiliana ha trovato il modo per rovinare la festa a Zuniga ricordandogli che è colpa sua se Neymar si trovava in ospedale. Lui se n’è detto dispiaciuto rinnovando la sua stima a Neymar. Alcuni hanno addirittura chiesto la sospensione dell’arbitro per un fallo che visto e rivisto a velocità normale non dà l’impressione d’una intenzione assassina. Ecco il fatto: Neymar che ha 67 chili per meno di 175 cm (anche se i Brasiliani gli attribuiscono 73 chili per 175 cm ma si sa cosa ha detto la visita medica a Barcellona) corre ad una velocità di 17 Km/h davanti a Zuniga più robusto che andava a 25 Km/h. Dopo 8 metri, i due si scontrano per aria nella contesa di un pallone. Dall’impatto tra i due, Neymar che non è Conan cade ad una velocità di 8 Km/h. Il seguito è noto.

Si è capito che i tempi erano duri per il Brasile quando il coach Felipão ha emesso l’ipotesi d’un recupero lampo magari facendo giocare Neymar con un bustino dopo meno di 8 giorni per una frattura (quella della terza vertebra lombare) che solitamente impiega 7-8 settimane per cicatrizzare. La famiglia del giocatore ha detto che non se ne parla di rischiare la sua salute e il suo medico ha definito pazzoide l’allenatore mentre il suo avvocato ha minacciato querela. Il Football business ha spesso abusato della salute dei giocatori. I disastri non si sono fatti attendere. Le lacune del Brasile venivano messe sempre più a nudo. Dall’inizio del mondiale abbiamo messo in evidenza quanto segue:

“Capitan Tiago Silva e i suoi compagni non saranno la più bella “Seleçao” di sempre ma devono convincere i Brasiliani che in fatto di calcio e bel gioco sono molto esigenti e ne hanno ben donde.” Dopo la partita Messico-Brasile un esperto disse: “se il Brasile gioca così contro il Camerun perde”. Alla terza partita, divenne evidente che: “Il Brasile ha sorpreso perché a tratti alla portata dei Leoni Indomabili che si sono permessi di rubare diversi palloni in attacco, subendo l’arbitraggio a geometria variabile del direttore di gara, il quale convalida un terzo gol molto irregolare di Fred. Il Camerun non ha da lamentarsi. Questo Brasile non è il miglior Brasile della storia ma il Camerun ha senza ombra di dubbio presentato la peggiore formazione di sempre.” Poi vennero gli ottavi: Le diapositive dell’incontro raccontano che il Cile è più forte del Brasile e soccombe alla legge non scientifica che vuole che la squadra che calcia il primo rigore vinca in 60% dei casi. “Il Brasile può dunque ringraziare la fortuna che esiste veramente nel calcio ma ha ancora tanta strada prima di vincere il “suo” Mondiale.” L’allarme fu ancora più chiaro ai quarti: Il brasile perde Neymar per infortunio ma segnano solo i difensori senza di lui poiché Fred e Hulk che non servono a granché non hanno beneficiato che della spinta degli arbitri in più del rigore inventato concesso a Neymar alla prima partita. Ma ecco che “…. Per una leggerezza da ragazzini come aggredire il portiere da dietro un capitano come Thiago Silva si fa ammonire e abbandona la sua squadra in semifinale del Mondiale…” Oggi i giornali lo chiamano “il Furbo”.

Già Gary Lineker, l’Inglese capocannoniere al “Mundial 1986” del Messico che vide come finaliste la Germania di Rummenige a l’Argentina di Maradona che la spuntò disse dopo la semifinale vinta dalla Germania contro la sua Inghilterra in una delle notti magiche di “Italia 1990”: “Il Calcio è un gioco semplice, 22 uomini corrono dietro un pallone a alla fine vincono i Tedeschi”. La Germania vinse quel 6 Luglio 1990. Il Brasile deve anche aver imparato che chi vince la Confederations Cup perde il Mondiale malamente l’anno seguente. Il Brasile l’anno scorso vinse la Confederations Cup perché le altre nazionali erano in vacanza durante una competizione che per loro non ha senso.

La Germania che ha pareggiato con il Ghana e terminato ai supplementari gli ottavi contro l’Algeria aveva buoni motivi per non essere fresca poiché arrivò ai Mondiali con polemiche a non finire su: la spalla indolenzita di Neuer, il ginocchio malmesso di Khedira, la caviglia di Lahm ecc… Ma un’altra lettura suggerisce che dopo il 4-0 inflitto al Portogallo per palesare le loro ambizioni i Tedeschi sono saliti quatto quatto in cattedra. Oggi Gary Lineker ha aggiunto: “Il problema con i Tedeschi è che sono Tedeschi”. Ecco. Adesso Scolari lo sa. Come diceva Andreas Köpke, portiere della Mannschaft nel 1998 e attuale preparatore dei portieri Tedeschi « hanno capito che Neuer è il miglior libero che noi abbiamo avuto dopo Beckenbauer ».

Se non dovesse bastare, i giornali ricorderanno ai Brasiliani che il coach Tedesco da 2006 non ha toccato un computer e prende meticolosamente appunti su assolutamente tutto ma tutto rigorosamente con carta e penna. È forse in questo che giace il suo segreto. I Brasiliani che sono vendicativi avevano mal digerito che pochi giorni fa Scolari rispondesse alla stampa “andate al diavolo”. Ieri, O Dia di Rio ha titolato: “Va pro Inferno Você Felipão”. (va all’inferno tu Filippone). O Expresso invece ha trovato un qualificativo per ogni gol tedesco fino a “Vergonha”. Allora facciamo luce su ciò che indichiamo dall’inizio come i sette vizi capitali del Brasile. Non si tratta dei vizi più gravi in assoluto ma di vizi che ne condizionano altri.

1-   Accidia (pigrizia intellettuale) : I Brasiliani sono certi di essere gli unici Figli del Dio maggiore (il favoritismo non potrebbe in questo torneo che intervenire in loro favore).

2-   Orgoglio : I Brasiliani sono come la lingua che parlano e che si ostinano a definire “Portoghese” mentre la Linguistica si è già accordata per riconoscerla come “Brasiliano”. In Brasile c’è tutto e tutto ha il suo “meglio” in Brasile. Il calcio in occorrenza. Del resto, hanno “Pelé” ed è tutto dire…

3-   Gola : I Brasiliani sono convinti (qui circolavano già maglie che si vendevano già stampate in tal senso) che diventare « Hexacampeão » (sei volte Campioni del Mondo) gli sia dovuto.

4-   Lussuria : Il calcio è una ossessione del piacere paragonabile alla ricerca sfrenata di un gigantesco orgasmo collettivo che nel contempo esorcizza il paese da tutti i suoi mali.

5-   Avarizia : I Brasiliani in fatto di Calcio hanno pianificato un regno senza complimenti ne condivisione generosa.

6-   Collera : Tutto ciò che non funziona secondo i piani li mette fuori di senno e ne susseguono battibecchi compreso tra coach e giornalisti che hanno compromesso non poco la concentrazione del gruppo.

7-   Invidia : gelosi come sono (è veramente la loro caratteristica maggiore anche dal punto di vista sociale) i Brasiliani non si sognano di sopportare che la gloria calcistica possa eleggere domicilio da altri.

Tutto questo li ha resi pigri e autocelebrativi ma sopratutto ossessionati nel voler credere che anche le loro lacune erano una dimostrazione sufficiente di talento per superare gli altri in tutta legittimità. Laddove non bastasse, il favoritismo e le dietrologie avrebbero fatto il necessario. Ora, tensioni recondite potrebbero scoppiare poiché in realtà i Brasiliani non sentivano questa coppa ma la desideravano. Hanno troppi problemi da risolvere e sanno che come altrove il governo che li ha privati di una mensilità di stipendio nel nome del Mondiale potrebbe rincarare la dose per le Olimpiadi previste a Rio tra due anni se non lo rimandano a casa.

Un problema che forse non avevano Olandesi e Argentini, ed è ciò che giustifica la partita amorfe che ci hanno consegnato come semifinale, passaporto per acquisire il diritto di sfidare la corrazzata Wehrmacht tedesca in finale domenica prossima.

L’Olanda vuole fare la partita. Perez non è dello stesso parere e prova una percussione in cerca di Lavezzi che non trova al 2° minujto. Il coach dell’Olanda Van Gaal vuole fermare l’Argentina e non Messi. Nessuno è incaricato di marcarlo. Al 3° minuto la Torcida Argentina che ha accolto la “Seleccion” a tamburi battenti  si fa sentire per caricare i suoi beniamini. Di Maria deve essere degnamente sostituito. Robben al 6° protesta timidamente per un fuorigioco che gli viene fischiato. L’Olanda riparte dalla difesa davanti la quale Van Gaal ha recuperato De Jonk infortunato e in dubbio fino al momento di annunciare gli 11 titolari. Rischio.

Messi si fa vedere all’ottavo minuto con una accelerazione ma Higuain e lui sono troppo lontani dalla porta avversaria. Messi si fa costantemente fischiare come Sneijder che riceve fortuitamente da Robben dopo un passaggio in profondità di Kuyt sulla destra. È l’Olanda a gestire la partita e l’Argentina si accontenta di sorprendere in contropiede come al 13° minuto quando Perez inganna l’arbitro e trova una punizione allettante per Messi. Dritto nei guantoni di Cillessen che blocca secco..

Doppia tacco di de Jonk per Sneijder dopo che De Vrij aveva sottratto il Pallone a Perez. L’azione svanisce nei piedi dei difensori Argentini. Sul calcio d’angolo raso di Messi che crea la sorpresa al 19°, De Jonk libera e trova Lavezzi che non riesce a sorprendere Cillessen. Lavezzi torna da una corsa e Martins Indi mette in calcio d’angolo. Non è evidente lo sprint con il laterale Olandese. Il centravanti Van Persie torna spesso a dare una mano in difesa e portare la squadra verso avanti come al 22°. Testardo Lavezzi che sfida Blind e Martins Indi sulla destra ma nessuno al centro per ricevere il traversone che Kuyt rinvia. Tutti gli Argentini hanno al braccio la fascia nera in segno di lutto. Sul corner, arrivato dalle retroguardie, Garay riceve un colpo al viso ma senza pericolo. Ha appena vinto il campionato del Portogallo con il Benfica e trasferito le sue valigia a San Pietroburgo in Russia. Romero il portiere Argentino esce bene al 30° sul colpo di testa tentato da Blind e De Vrij si fa pescare in fuorigioco quando per ribadire l’azione Sneijder rimette il pallone in direzione del portiere. Mascherano perde il pallone davanti la difesa e per poco Van Persie non gliene fa pentire.

Le difficoltà in fase di impostazione dell’Argentina si sentono. Ripartono da Mascherano che ancora una volta sbaglia il gesto poiché Messi al quale il pallone è indirizzato finisce fuorigioco, una specialità olandese all’origine. Al 38° Sneijder ha forse ricevuto nel contatto precedente con De Michelis un colpo che fa sì che sia crollato da solo nella metà campo argentina mentre il pallone era dall’altra parte. Lo staff medico Olandese lo aiuta a rialzarsi e farsi medicare a bordo campo. Il minuto successivo, è di nuovo operativo sul prato. La sua punizione al 42° costringe piuttosto l’olanda a ricominciare dal portiere facendosi fischiare. L’Olanda progredisce sempre per linee orizzontali. Il calcio totale che istaurarono nel 1974. Al 44° Martins Indi viene a sapere che sta giocando la sua ultima partita in questo Mondiale. Riceve un cartellino giallo. Se ne portava dietro uno dalla partita precedente e farà parte degli assenti alla prossima. Questo cartellino è il primo in questo confronto nel quale Messi e Robben sono fin qui stati delle ombre. La pausa interverrà  dopo 2 minuti di recupero. Van Persie perde l’ennesimo duello aereo con Garay. Messi ha il tempo di sollecitare Higuain sulla sinistra. Questi cambia gioco e mette Lavezzi in difficoltà. L’arbitro rimanda tutti negli spogliatoi. Primo tempo molto sufficiente. È raro vedere tifosi Olandesi sbadigliare nelle tribune ma è ciò che succede. Serve elettricità per il proseguo.

L’allenatore Van Gaal aveva chiesto ai genitori di non mandare i bambini a letto visto che per l’Europa centrale la partita si giocava ad una ora tardiva (le 22) perché li avrebbe privati di uno spettacolo. Al 48° lo spettacolo si fa ancora attendere ma è protagonista De Michelis con un cartellino giallo. L’Argentino trattiene per il braccio Robben e occasiona una punizione che Sneijder non sfrutta. Anche L’Argentina riparte spesso dalle retrovie come con De Michelis al 52°. Un colpo al braccio sinistro costringe l’Argentino Biglia in lacrime malgrado la pioggia a abbandonare momentaneamente la partita. Al 63°. Due minuti più tardi Robben prova a dettare profondità ma s’infrange contro l’impreparazione dei suoi visto che l’Olanda non ha mai cercato questa soluzione. Allora si riparte dal portiere e la sua difesa che fanno girare palla, il tempo di scoraggiare Higuain, da solo a fare Pressing. È il segno che l’Argentina vuole dare intensità al gioco.

Al 66° Vaar frena in tackle scivolato l’accelerazione di Messi. Applausi per Sneijder che recupera e gestisce bene il pallone ma fischi di disapprovazione per Blind che lo gioca all’indietro rimediando addirittura un fallo laterale contro. Sul break da parte di Robben al 68°, Garay mette il pallone fuori per permettere le cure a Jammaat entrato al 46° minuto per B. Martins e rimasto a terra dopo un impatto in aria con Rojo. Nessuno dei portieri ha in realtà fatto una parata finora. In 25 metri, tutta l’Argentina è rintanata nella sua metà campo e solo così recupera il pallone. Il tiro di Lavezzi viene ribattuto da Vlaar. Al 71°, gli Olandesi raddoppiano e triplicano bene la marcatura su Messi che riesce a passare il pallone a Higuain ma questi viene francobollato da Martins Indi e ottiene una punizione che Messi avrebbe fatto meglio a non tirare. Manda il pallone dove né i suoi compagni né gli astronauti possono arrivare. Per le due squadre, ciò che stupisce è l’inerzia dei compagni quando uno recupera e porta il pallone. Giustamente, Van Persie finisce fuorigioco al 74° quando con un tentativo di acrobazia colpisce col destro che non è il suo piede di predilezione. Il pallone giunge dall’altra parte, la panchina ed il pubblico esultano ma il gol di Higuain ne è uno solo per effetto di illusione ottica: esterno della rete. Il pubblico Olandese si scalda “Holland, Holland” ma al 76° l’idea migliore per Sneijder non sarebbe dovuta essere quella di cercare Van Persie.

La sfortunata finale di Coppa Del Mondo nel 1978 per i Neerlandesi è stata l’unica vittoria dell’Argentina sui i Paesi-Bassi in 8 partite ufficiali come amichevoli fin qua. Ancora oggi è l’Olanda a fare più possesso palla: 53%. Allora bisogna rimediarvi e far uscire Perez per Palacio mentre Aguero deve attendere un momento prima di prendere il posto di Higuain poiché il quarto ufficiale di gara si era sbagliato sulla lavagna elettronica. Due nuovi attaccanti. Il livello tecnico argentino sale. Rojo prende un cartellino giallo come quello rifilato a Thiago Silva per aver infastidito il disimpegno del portiere. L’Olanda preme sull’acceleratore e il pallone in profondità di Kuyt sulla sinistra permette a Robben di battere De Michelis in velocità e ottenere una punizione purtroppo infruttuosa. I supplementari sono sempre meno uno spettro. Kuyt salva in extremis su Aguero e porta lontano il pericolo per una Olanda che non è mai riuscita a ripartire in contro offensiva. Al 90° in corso, Mascherano evita alla sua squadra l’irreparabile. Il rimprovero va anche a Robben che fa un tocco in più al momento di calciare in porta. La partita si sarebbe conclusa lì ma i minuti di recupero saranno 3.

Le due squadre rimangono prudenti, quasi fossero scioccate da ciò che è successo al Brasile… Sneijder continua la sua partita molto generosa in fase di copertura fermando Messi al 93°. Come nelle ultime 3 partite Huntelaar entra per il deludente Capitano Van Persie e come due sostituzioni fa il suo primo tocco di palla è rivolto direttamente alla porta. Il pallone risiede nella metà campo argentina e gli aficionado chiedono a messi “Ci sei? Se si batti un colpo”. È l’assenza di Angel Di Maria che limita l’Argentina. Robben s’inoltra sulla destra e libera un sinistro che Romero intercetta, giusto per rompere il suo digiuno di parate.

Al 99° Lavezzi esce per maxi Rodriguez già autore di 3 Gol in Sudafrica nel 2010 4 anni fa. Le 2 squadre hanno esaurito i cambi a disposizione. Al minuto 102 Robben tenta un movimento in velocità e si ferma. Sneijder e lui rischiano i provvedimenti dell’arbitro per proteste contro questi convinti che Il nuovo Capitano dell’Olanda sia stato fallosamente fermato da nelle suo impulso. Huntelaar aggredisce Mascherano da dietro e si prende un cartellino giallo sulla punizione dove in realtà è stato l’Argentino a intrappolarlo. Cillessen è costretto a usare i pugni per respingere il tiro di Messi. Il cross successivo di Palácio per Aguero fa fremere la difesa olandese che si rifugia in corner. Da questo nasce il fischio che sancisce la fine del primo tempo supplementare.

Dopo retropassaggio di de Vrij all’inizio del secondo supplementare il portiere Cillessen fa una finta e si disfa con successo di Aguero  in dribbling sulla linea di gol. Rinviato il pallone, è Zabalate che rimane in terra dopo un contatto duro con Kuyt che lo ferisce fortuitamente al labbro inferiore. Finirà la partita con un tampone orale. Per pura sorpresa probabilmente anche per lui, al 115° Palácio si trova a tu per tu con Cillessen, ha la possibilità di portare l’Argentina in vantaggio ma il suo colpo di testa non è ne preciso ne potente. Il portiere controlla il pallone quasi si fossero messi d’accordo. Messi scappa sulla destra, rimette al centro un bon pallone che con Maxi Rodriguez ha la stessa sorte. Né potenza né precisione. Il minuto è il 119°. Traversone di Jammaat, Kuyt esegue bene la sua coordinazione ma il tiro viene deviato. Fitta serie di passaggi degli Olandesi per l’assalto finale ma l’Argentina permette al suo portiere Romero di intervenire con calma come spesso in questa partita. Un minuto di recupero e i rigori decideranno delle sorti della partita, senza sostituzione del portiere Olandese questa volta. La volta scorsa Cillessen il titolare non aveva apprezzato.

Tiro debole di Vlaar che Romero respinge. Kuyt lo consola. Messi freddo e preciso nonostante i fischi dei fan Olandesi e Brasiliani. Robben, rigore scientifico e rigoroso. Imprendibile. Garay, tiro appena sufficiente che rischia la parata del portiere ma finisce in rete. Sneijder sbaglia. Il suo tiro potente trova i guantoni del portiere. Ci sono due palloni nell’area. Aguero ne sceglie uno per un tiro debole ma Cillessen si tuffa tardi. Kuyt fa l’essenziale con un tiro autoritario. Maxi Rodriguez esegue, Cillessen accompagna. Avremo il remake delle finali di 1986 e 1990. Romero il portiere eroe della serata che gioca a Monaco nella Ligue1 Francese e che diversi club europei compresa la Sampdoria hanno respinto, sottovalutato e bocciato dice che si tratta solo di fortuna. Peccato che l’Olanda abbia sbagliato con i suoi uomini più intraprendenti durante la partita. Chissà se la sostituzione del portiere avrebbe portato fortuna anche questa volta?

Proprio la partita del Maracana aveva deciso che non avremmo riservato il commento dettagliato alla débacle brasiliana di Belo Horizonte. Avendo il volo in contemporanea, il risulto ci giunge solo all’atterraggio con un sms che diceva: “I Brasiliani adorano la festa e la sanno fare ma il calcio non è un picnic.” A messaggio letto, i Brasiliani del gruppo hanno capito e le lacrime sono scese da sole. Una bella lezione che li segnerà per sempre.

La Storia ricorderà che il “Mineirazo” è entrato nella Storia l’8 Luglio 2014. Dal nome dello stadio di Belo Horizante, questo dramma sostituisce il “Maracanazo” fino ai giorni nostri maggior disastro nella storia calcistica del Brasile. Quel giorno nel 1950 (64 anni fa) ci fu un picco di suicidi mai visto nella storia del brasile. Il paese aveva appena perso la Coppa Del Mondo nel suo tempio il Maracana ad opera dell’Uruguay. Come unico responsabile si ritenne il povero portiere Barbosa, primo portiere nero del Brasile che non ebbe nemmeno il lusso di tornare a rifugiarsi in famiglia e farsi consolare. Alla fine, sono gli Uruguagi a riconoscerlo per strada errante in solitudine e gli chiedono perdono, lo consolano per poi offrirgli di condividere qualche sorso di birra. Per aver preso all’ultimo minuto il secondo gol uruguagio che consegnava la vittoria agli ospiti con un 2 a 1, Barbosa è morto nel 2000 come un traditore, solo, malato, povero e in preda alla depressione. Ieri la figlia ha detto: “ora mio Padre può riposare in pace perché chi ha fatto peggio di lui è rientrato in Storia al suo posto.”.

I Tedeschi impongono un altro scherzo della storia ai Brasiliani. Dal 1920 quando sempre l’Uruguay li aveva battuti a domicilio per 6 a 0, nessuno gli aveva mai inflitto un risultato così pesante. “C’est la vie” dicono i Brasiliani rimasti critici dall’inizio dell’evento visto che non ne hanno nemmeno apprezzato la cerimonia di apertura perché poco rispettosa della ricchezza etnica del paese così come adesso sembrano che vi siano più bianchi allo stadio a piangere un paese che amerebbero di più quando vi è una pesante polemica dall’inizio sul fatto che si evitava sottilmente di vendere biglietti ai membri delle comunità meno agiate e cioè si è scelto esattamente di fare il contrario di ciò che avvenne in Sudafrica.

Ora, la presidentessa Dilma Roussef che viene accusata di tutti i mali e che secondo un sondaggio aveva recuperato 5% di consensi con l’inizio dei Mondiali ha dunque brutte gatte da pelare con il popolo che pensa bene di punirla alle elezioni del prossimo ottobre. Il popolo ha la “saudade”, nostalgia di Lula. Intanto domenica, la cara Dilma avrà a fianco la donna più potente del Mondo. Sa che l’Argentina non deve vincere e paradossalmente, fosse solo per gufare contro l’Argentina il Brasile intero sarà capace domenica di tifare la Germania il suo Boia. Allora se la Germania vuole un consiglio, che si presenti con le maglie con le quali ha bastonato il Brasile perché sono notevolmente simili alle maglie del Flamenco. E giocare al Maracana con la maglia del Flamenco che lì è di casa ti garantisce già una certa simpatia presso il pubblico. Per il resto, la Germania deve mantenere il suo ruolo e il suo potenziale di schiaccianoci. Qualunque cosa succeda, in più del Capo dello Stato Tedesco che accompagnerà Frau Angela Merkel, avremo 3 donne Capo Di Governo. E se sarà l’Argentina a vincere, i Brasiliani potranno sempre consolarsi dicendo che “Donna Cristina Fernández De Kirchner è la sposa di Nestòr Kirchner, lui tedesco di origine”.

I Brasiliani che sanno mostrare il loro lato religioso hanno avuto il privilegio della visita di ognuno degli « attuali » papi, l’uno Tedesco e l’altro Argentino grande appassionato di calcio. In attesa, non si sa la preghiera di chi porterà più benefici alla propria squadra. Ciò che si sa è che il Brasile ha ancora una squadra giovane e può crescere se ha l’umiltà di accettare il suo livello e di riconoscere chi gli sta davanti. Gli Argentini conoscono le gerarchie e hanno giocato con il lutto al braccio per la scomparsa della prima vera Legenda del calcio argentino. Alfredo Di Stefano, il più grande è deceduto il 7 luglio scorso a 88 anni. Tanti diranno che Maradona è meglio perché l’hanno visto giocare ma la documentazione storica ci ha convinti persino dell’indiscutibilità della crandezza dei Romani che nessuno di noi ricorda come compagni di merenda.

I difensori delle squadre avversarie davano del « Lei » al “Signor Di Stefano”. Un giorno, un difensore della Juventus che aveva appena perso contro il Grande Real Madrid capeggiato da Di Stefano chiese a quest’ultimo “ma Lei perché ogni volta che quelli del Real prendono palla si affrettano a passarla a Lei?” La legenda rispose: “Perché con me la mettono in cassaforte come i soldi e ciascuno di noi vorrebbe sapere i propri soldi in luogo sicuro.” Ecco, la Storia si basa sulla documentazione e soprattutto sulla memoria tramandata che si nutre di fatti. Bisogna rispettare la Storia e non trasformare le proprie passioni in Storia universale. Kempes ha vinto il primo Mondiale da protagonista per l’Argentina ma nei cuori degli Argentini passa prima Maradona che ne vinse il secondo 8 anni dopo. In Camerun senza mai vincere un Mondiale o segnare quanto Samuel Eto’o, Roger Milla è dio.

Il Brasile sa che non tutti vincono il proprio Mondiale come Francia o Argentina. I Brasiliani sono al loro secondo tentativo e se ne dovranno fare una ragione. Del resto hanno vinto 5 volte in casa d’altri. Nel loro modo falsamente pudico di manifestare, hanno forse capito che in un dramma nazionale non bisogna cercare né colpevoli, né innocenti, né capri espiatori. La Moglie di Robben deve aver detto la stessa cosa  a suo marito accorso nelle tribune per consolare il figlio in lacrime per aver visto il padre perdere l’occasione di giocare una seconda finale di Coppa Del Mondo di seguito. Avrà comunque il privilegio di raccontare un giorno ai suoi figli di aver visto costruirsi une delle finali le più gettonate e pronosticate della Storia della Coppa Del Mondo: “Argentina Vs Germania”. L’auspicata Finale “Argentina Vs Brasile” sottilmente programmata poiché nessuna combinazione prevedeva che il Brasile e l’Argentina potessero incontrarsi prima della finale non avrà luogo. Battere l’Argentina in Brasile in Finale di Coppa Del Mondo era troppo allettante per i Brasiliani ma dovranno attendere e accettare che nel frattempo Klose abbia tolto a Ronaldo “Fenomeno” Da Lima il record dei numero di gol segnati nella storia del Mondiale. Chissà forse anche lui un giorno vera scalfito da Müller, omonimo del leggendario Gerd, grande bomber storico Tedesco anche lui ormai superato nella classifica nazionale.  È Storia.


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