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Il Brasile ha preso le proprie contromisure nella cosiddetta “guerra monetaria” internazionale, e ha chiesto al contempo un accordo internazionale che ponga fine alla questione. Il ministro delle Finanze Guido Mantega ha infatti adottato una serie di misure fiscali con l’obiettivo di frenare la crescita della moneta locale, il real, aggiungendo che nel prossimo futuro potrebbero essere introdotti altri provvedimenti.
La principale economia dell’America Latina ha in particolare alzato le tasse sugli investimenti stranieri in titoli a rendita fissa (al 6% contro il precedente 4%), al fine di scoraggiare la domanda per gli investimenti di breve termine, rallentando contemporaneamente l’ingresso di dollari. Il tutto dopo che il real è cresciuto del 7,1% negli ultimi tre mesi. «Questo conflitto valutario globale deve essere fermato - ha spiegato ieri Mantega parlando ai giornalisti -. Riteniamo che sia necessario siglare un accordo specifico tra i Paesi». In questo senso il ministro brasiliano ha ricordato quando, nel 1985, alcuni governi si impegnarono per ridurre il valore del dollari rispetto allo yen giapponese e al marco tedesco.
D’altra parte proprio oggi anche altri due Paesi hanno annunciato nuove misure per incidere sul mercato dei cambi: la Corea del Sud, anch’essa preoccupata per la crescita della propria moneta, e l’Indonesia, che punta a contenere la volatilità della rupia.
Dott Fabio Troglia
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