Magazine Società

Brave persone

Creato il 30 luglio 2013 da Andreapomella

Ogni volta che ammazzano qualcuno, c’è la televisione che va a intervistare i passanti chiedendo loro se conoscevano l’assassino, e i passanti che conoscevano l’assassino dicono: “La conoscevo come una brava persona. Lavorava”. Questo vuol dire che nel nostro paese avere un lavoro è ancora garanzia di rettitudine e di integrità morale, oppure che uno che ha un lavoro di solito non ha il tempo di ammazzare la gente. Ora, in Italia ci sono tre milioni e centoquarantamila disoccupati che sono, fino a prova contraria, brave persone. Tuttavia, se uno di loro dovesse per caso ammazzare qualcuno e la televisione andasse a intervistare i passanti chiedendo loro se conoscevano l’assassino, non tutti i passanti che conoscevano l’assassino direbbero: “La conoscevo come una brava persona. Era uno dei tre milioni e centoquarantamila disoccupati rilevati nell’ultimo censimento Istat”.

Sto leggendo Faubourg di Simenon (Adelphi). È la storia del miserabile De Ritter, un truffatore che torna nel suo sobborgo natale dopo oltre vent’anni e senza farsi troppi scrupoli mette insieme un frode dopo l’altra ai danni di ex amici e familiari, nel tentativo di sfuggire alla propria e alla altrui mediocrità. C’è la consueta carrellata di personaggini tragici e corrotti dalla piattezza di vite banali che è tipica dei romanzi di Simenon, il vago profumo insensato di un passato che appare investito di una familiarità nauseante e una critica serrata alla piccola borghesia di provincia. Simenon ha scritto qualcosa come 117 romanzi non-Maigret. Molti scrittori (me compreso) darebbero una gamba per averne scritto uno solo, ma di questo valore.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazine