- carenze documentali (dichiarazioni di conformità, rapporti di prova ecc.)
- scorretta o poco approfondita analisi dei rischi
- requisiti igienici non presidiati
- lotta agli infestanti
I dati di ritorno confermano la complessità del tema packaging alimentare, una filiera complicata da un diffuso gap di conoscenze. Ecco perché scelte come quelle di certificarsi secondo la norma 15593 o BRC-IOP, rappresentano una importante novità nel panorama del pack e non solo, una evidente volontà di trasparenza e responsabilità che va valorizzata.
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BRC IOP è uno standard privato sviluppato da BRC (British Retail Consortium) in collaborazione con l’Istitute of Packaging inglese e si colloca fra gli schemi di certificazione di prodotto ma con una visione integrata di processo e sistema. I requisiti dello standard sono molto dettagliati e specifici e, in alcuni casi superano le richieste di base previste dalla normativa cogente. In più punti richiama esplicitamente misure e modalità di gestione dei rischi per la sicurezza alimentare e dettaglia un approccio molto rigido sugli standard di stabilimento (infrastrutture).
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UNI EN 15593:08 è l’unico standard volontario, condiviso a livello europeo, che cerca di offrire una risposta operativa ai requisiti della legislazione cogente e che si colloca in un contesto trans-nazionale. È la prima norma europea volontaria che disciplina la gestione dell’igiene nella produzione degli imballaggi per alimenti, costituisce uno strumento specifico per l’Industria alimentare e prevede uno standard unico per tutti gli imballaggi.
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UNI EN ISO 22005:2008 Traceability in the feed and food chain — General principles and basic requirements for system design and implementation è una norma molto applicata nel settore alimentare per dimostrare la rintracciabilità interna o di filiera, per dimostrare es. l’origine di una materia prima. Si tratta di una norma flessibile, orientata all’obiettivo e certificabile sotto accreditamento che potrebbe essere applicata anche dai produttori di packaging (anche in considerazione dell’obbligo di garantire la rintracciabilità introdotto dai regolamenti comunitari analogamente al settore food)
Gli standard gestionali maggiormente applicati dalle aziende produttrici di packaging sono attualmente la ISO 9001 e ISO 22000.
La ISO 22000 si presenta come uno standard di carattere generale e quindi il settore del food packaging viene richiamato tra i settori di applicazione, mentre ogni interpretazione nel merito dei requisiti è lasciata all’azienda che ne fa applicazione. Nonostante questo problema applicativo, la ISO 22000 rimane uno degli strumenti più potenti a disposizione per una gestione della sicurezza alimentare estesa a tutta l’azienda e rivolta alla prevenzione del rischio.
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AIB è uno standard privato sviluppato da AIB (associazione nord americana che segue la filiera della panificazione e della trasformazione degli alimenti principalmente a base di cereali ) e che non ha al momento una grande diffusione al pari di BRC-IoP. Rimane comunque un riferimento qualificato per il settore del packaging, con specifici allegati per la verifica della conformità alla legislazione europea. Una parte importante di questo standard sono gli strumenti di autovalutazione della conformità ai requisiti che mette a disposizione dell’azienda in fase di sviluppo del proprio sistema per la sicurezza alimentare.
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Fefco è uno standard specificamente studiato per il settore del cartone ondulato e del cartoncino teso. Nella definizione dei requisiti ha quindi il vantaggio di tenere conto della specifica tecnologia produttiva. Per l’industria del cartone questo standard non individua punti critici di controllo (CCP) come nel settore alimentare. Tutti i rischi potenziali microbiologici, chimici e fisici possono essere controllati grazie all’attuazione dei principi di GMP, e pertanto le misure preventive messe in atto per eliminare quei rischi potenziali sono definite più semplicemente “punti di attenzione”.
- Fonte: Convegno “Food contact materials: giornata di approfondimento per le aziende del food e i loro fornitori”, interventi della Dr.ssa Maria Chiara Ferrarese – CSQA Certificazioni – “Le certificazioni volontarie a supporto del rispetto dei requisiti di legge e di qualità” e del DR. Claudio Mazzini – COOP Italia – “Le Linee Guida di Coop Italia, un valido strumento a supporto dei fornitori”