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Breaking Bad

Creato il 30 gennaio 2015 da Fabio Buccolini

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Di questa serie ne avevo sentito parlare già alla sua uscita, più o meno avevo sentito di cosa trattava, più o meno avevo sentito che si era subito aggiudicata molti premi, ma non ho iniziato subito a vederla; finchè un mio amico, che aveva visto la prima stagione, mi disse che era straordinaria, che era troppo riduttivo dire che parlasse dello spaccio della metanfetamina, e soprattutto che come attore protagonista c’era Bryan Cranston…IL PADRE DI MALCOLM, ragazzi, non potevo non vederla a questo punto.
Ormai è stata vista dalla QUASI totalità della popolazione sul pianeta Terra, e l’altra piccola percentuale sa di cosa parla, per cui scrivere un accenno della trama è QUASI inutile, così come è QUASI inutile dire che seguiranno degli spoiler…ma lo farò comunque, per rispetto di chi dovesse far parte di quel QUASI.
Walter White è un professore di chimica che vive ad Albuquerque con la moglie incinta e il figlio; un giorno scopre di avere un cancro ai polmoni, e gli crolla il mondo addosso, certo di dover morire e lasciare la sua famiglia allo sbaraglio; finchè un giorno, per caso, incontra Jesse Pinkman, un suo ex studente, ora spacciatore di poco conto, e ha una brillante idea: produrre, grazie alle sue conoscenze in chimica e alle sue straordinarie capacità intellettive, metanfetamina di eccezionale purezza, e ricavare dal suo spaccio i soldi necessari per assicurare un futuro alla sua famiglia anche dopo la sua dipartita.
Ideata da Vince Gilligan, 5 stagioni in totale, 62 episodi, e non c’è un solo istante in cui lo spettatore è portato a distogliere gli occhi dallo schermo.
E’ quasi imbarazzante la maestria con cui è stata fatta questa serie, a partire dalla sceneggiatura, apparentemente senza difetti, unica, in ogni puntata e in ogni momento, così come è stato unico il lavoro dei costumisti, dei truccatori e degli effettisti speciali, perché ogni cosa che si vede rappresentata (metanfetamina, acido fluoridrico, ferite da arma da fuoco, ecc…) sembra essere effettivamente reale.
Al di là di tutto comunque, la cosa che più di ogni altra mi ha colpito, è l’ECCEZIONALE interpretazione di TUTTI gli attori, a partire da Brian Cranston (premiato in ogni dove), che ancora una volta ha dimostrato la sua incredibile bravura nell’interpretare qualunque tipo di ruolo, dal comico al drammatico; poi Aaron Paul (Jesse), Anna Gunn, RJ Mitte (bravissimo ad interpretare il figlio di Walter, affetto da paresi cerebrale), e poi ancora Dean Norris, Jonathan Bank, Giancarlo Esposito, e così è per tutti gli altri.
Lost rimane la mia serie televisiva preferita, in quanto è quella che più mi ha coinvolto, per me sarà sempre la serie migliore, ma se dovessi giudicare la qualità di ogni personaggio e l’assenza di difetti, allora dovrei inserire al primo posto Breaking Bad; vedete, come ho anche scritto nella recensione che gli ho dedicato, Lost non è priva di difetti, anzi, a partire dal “protagonista”, che è un personaggio che non funziona granchè, poi anche alcuni effetti speciali non rendono, nelle stagioni 3-4-5 cala vistosamente di interesse, ecc…mentre invece Breaking Bad è “perfetta”, dall’inizio alla fine, ogni scena curata in ogni dettaglio, ogni istante tiene incollato lo spettatore allo schermo, niente buchi nella sceneggiatura, azione realistica, dialoghi a effetto e frasi cult, e, cosa non da poco, TUTTI gli attori straordinari (non so come il regista abbia fatto, in genere c’è sempre qualche parte banale o interpretata male da qualcuno, ma qui nulla, è incredibile).
Breaking Bad è un’espressione che in America si usa per definire qualcuno che perde la retta via, che sceglie una strada sbagliata, ed è riferito al nostro protagonista, che sceglie di andare contro la legge spacciando droga, ma prima di tutto sceglie di causare il male altrui facendo così (la droga causa gravi danni a chi ne fa uso), tutto per salvare le persone che ama; in fondo fa quello che farebbero tutti, voi non distruggereste l’Universo se servisse a salvare chi amate?
Straordinario il cambiamento di Walter White col progredire degli eventi, all’inizio profondamente timoroso e rispettoso verso la legge e verso gli altri esseri umani, poi sempre più cinico verso chi lo ostacola, non importa se sarà costretto ad uccidere (spettacolare quando ha l’idea di farsi conoscere nell’ambiente del crimine come Heisenberg); ma ciò nonostante, dall’inizio alla fine, lo spettatore (io almeno) è sempre dalla sua parte, e come contorno ci sono una serie di personaggi, per alcuni dei quali si proverà simpatia, per altri antipatia; la rappresentazione del cartello messicano è eccellente, in tutti i suoi componenti, e ancora più eccellente è il personaggio di Gus Frings (Giancarlo Esposito), a mio avviso uno dei personaggi e degli “antagonisti” migliori mai apparsi sullo schermo (che genialata Los Pollos Hermanos).
In teoria si dovrebbe provare antipatia per Gus Frings, visto che rappresenta il “cattivo”, ma non è così (almeno per me non lo è stato), la caratterizzazione del personaggio è la stessa che vale per tutti gli altri, non ci sono veri cattivi, nessuno è innocente, nessuno è il Bene e nessuno è il Male, tutti sono entrambi, ognuno è portato a fare ciò che fa da altri eventi, è la legge universale di Isaac Newton: “A ogni azione corrisponde una reazione, uguale e contraria”.
E questa serie fa anche di più, portando lo spettatore a guardare dentro se stesso, perché sarà messo in condizione di odiare profondamente tutti coloro che si mettono contro Walter White.
Il cognato Hank, che fa parte della DEA, quando scopre che Heisenberg è in realtà Walter, vuole arrestarlo a tutti i costi, perché è andato contro la legge, e non gli importa se le sue motivazioni erano rivolte alla famiglia, e così anche sua cognata (la sorella di Skyler), e poi la stessa Skyler (se ne frega delle motivazioni di Walter, e lo giudica solo per quello che sta facendo) e il figlio alla fine saranno contro di lui, attribuendogli la colpa di essere stato la causa della morte di Hank (ucciso dai soci di Walter); questo è straordinario, qui sta la bravura del cast e degli sceneggiatori, interpretando prima un personaggio in un certo modo, al fine di farlo risultare anche simpatico, poi stravolgendolo completamente agli occhi dello spettatore.
Anche Jesse Pinkman non si salva dal giudizio di chi guarda: prima si proverà rabbia verso di lui (è maldestro e non fa altro che complicare le cose al nostro protagonista, che deve prontamente rimediare a tutto), poi odio, perché anche lui si mette contro Walter (come i personaggi sopra descritti); ma alla fine di tutto, riflettendo dopo aver visto l’intera serie, in fondo Jesse non ha colpa: ricordate l’inizio, lui non voleva far parte di questo losco traffico di metanfetamina, è Walter White che lo persuade ad aiutarlo, e le conseguenze saranno inevitabili.
Uno dei migliori personaggi della serie, il vigliacco avvocato Saul Goodman (Bob Odenkirk) sarà il protagonista dello spin-off “Better call Saul”, in onda dall’8 Febbraio 2015; io sono sempre un po’ contrario a questi riciclaggi, di solito ritengo che siano studiati unicamente per fare soldi, ma spero di sbagliarmi questa volta; di una cosa sono sicuro, sarà un successo clamoroso al botteghino, a rimarcare il fatto che questa, più che una serie, è diventata una vera e propria istituzione, credo non ci sia una sola persona sulla Terra che l’abbia vista a cui non è piaciuta.
Il finale non è innovativo nella sua idea, ma è EPICO nella sua realizzazione; comunque tutto ciò che ho descritto finora è solo un tributo, solo uno spiraglio che non rende giustizia e non basta a descrivere neanche una minima parte di questo eclatante capolavoro, chi lo ha già visto sa di cosa parlo.
Tutto questo è BREAKING BAD.

EDOARDO ROMANELLA



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