Breaking Bad, l’ultimo episodio

Creato il 07 ottobre 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Si conclude la serie cult di ultima generazione 

ATTENZIONE SUPER SPOILER: SE NON AVETE ANCORA VISTO L’EPISODIO FINALE DI BREAKING BAD, LEGGETE SOLTANTO A VOSTRO RISCHIO E PERICOLO!

Il finale di Breaking Bad è stato perfetto. A voler mettersi a fare i pignoli si può cercare di trovare qualche difetto, ma davvero diventerebbe una missione impossibile. Tra l’altro non è stato un perfetto di quelli precisini in cui tutto va come ci si aspettava. È stato emozionante, senza però essere un emozionante ruffiano o facilmente sentimentale. La conclusione di Breaking Bad è stata tutto ciò che quella di Dexter invece non è stata. Girata, scritta e interpretata in maniera magistrale, si è rivelata una chiusura del tutto coerente con quanto Breaking Bad e il suo protagonista Walter White sono sempre stati. L’episodio ha rivelato sorprese, ma il creatore Vince Gilligan, che si è occupato in prima persona della sceneggiatura e della regia del series finale, non ha puntato sul colpone di scena conclusivo assurdo e forzato, giusto per provare a shockare il pubblico. Ha realizzato una chiusura magnifica e per certi versi rivoluzionaria. La confessione di Walter White alla moglie Skyler è qualcosa che non si sente tutti i giorni in film o serie tv, soprattutto americane: “L’ho fatto per me. Mi piaceva. Ed ero bravo. Ed ero davvero… Ero vivo.” Basta con la storia che ha fatto tutto per il bene della famiglia. Dopo aver scoperto di avere il cancro, White s’è messo a cucinare e a smerciare metanfetamine non solo e non tanto per mettere dei soldi da parte per i suoi cari. Forse quella era l’idea iniziale, lo spunto di partenza, poi le cose sono cambiate. L’ha fatto per se stesso, per puro egoismo. Non per eroismo, non per sacrificio. Walt White ha cercato di sistemare a livello economico i famigliari, nell’ultima puntata prova ancora a farlo, però il fine ultimo è stato il piacere personale. Non l’amore, non la famiglia, ma realizzare ciò in cui è più bravo, poco importa che ciò in cui il protagonista della serie è un fenomeno è l’essere un boss del narcotraffico. Sotto questo punto di vista, quello di Breaking Bad in fin dei conti è un happy ending, perché White muore felice. Ha avuto quello che chiunque può solo sognare: l’autorealizzazione, la consapevolezza di aver realizzato qualcosa di grande. Per farlo, ha dovuto distruggere la vita dei suoi famigliari, si è macchiato del sangue di varie persone ed è stato responsabile anche per la morte del cognato e amico Hank, avvenuta nello splendido episodio “Ozymandias”. Eppure, alla fine a ucciderlo non è stato il dannato cancro. È morto alle sue condizioni e l’ha fatto in compagnia della cosa a cui teneva di più, la metanfetamina blu, la sua amata “Baby Blue” per dirla insieme alla canzone dei Badfinger che accompagna l’ultima scena, o il suo “tesssoro”, per dirla come il Gollum del Signore degli anelli, citato dallo stesso autore della serie Vince Gilligan in un’intervista a Entertainment Weekly. Walt White, uno dei personaggi più originali, pazzeschi e controversi nella storia del piccolo schermo, se n’è quindi andato in maniera tutt’altro che convenzionale, proprio come ha vissuto i suoi ultimi folli mesi di vita. Prima di morire ha comunque avuto modo di salvare Jesse Pinkman, lo sfortunatissimo Jesse Pinkman che durante le cinque stagioni ne ha subite di tutti i colori, il ragazzo con cui ha diviso quest’avventura incredibile, il suo discepolo che è riuscito a realizzare un prodotto purissimo e che quindi può considerare come il suo vero erede. Nonostante questo slancio di altruismo, Walt White muore odiato da tutti, anche dal figlio che non riesce a salutare e con cui ha avuto una terribile ultima conversazione telefonica, eppure muore felice. La sua vita ha avuto un senso. Non c’è spazio per i rimpianti. Avrà fatto del male a tante persone, allontanato tutti quelli che lo amavano, ma la sua è stata quella definibile come un’esistenza che è valsa la pena vivere. Quanti possono dire altrettanto?

di Marco Goi per Oggialcinema.net


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