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Breaking Bad - Recensione e curiosità di una serie già cult

Creato il 03 aprile 2014 da Frank_romantico @Combinazione_C
Breaking Bad - Recensione e curiosità di una serie già cult
Non sono un divoratore di Serie Tv, io. Credo che le serie, data la loro lunghezza, possano essere persino meglio di un film ma sicuramente rubano più tempo e per un appassionato il tempo non è proprio denaro ma ci va vicino. Forse per questo, forse perché è l'ultima cosa che ho visto (seppur in ritardo clamoroso), dovete prendere con le molle quel che state per leggere su quella che forse è la serie più di successo mai uscita per il piccolo schermo: sto parlando di Breaking Bad, di Vince Gilligan
Ecco, parlo di serie più di successo perché è rarissimo che un prodotto, qualunque esso sia, riesca a mettere d'accordo critica e pubblico in maniera ASSOLUTA. Andate a vedere su IMDb, andate a leggervi le varie recensioni. Chi non ha apprezzato o è rimasto freddo di fronte questa opera monumentale è sicuramente una minoranza, una minoranza assoluta. Consideriamo anche che Breaking Bad non è una serie per tutti o meglio, non parte come una serie per tutti, non è un serial che si basa esclusivamente sull'azione o sul colpo di scena, non è The Walking Dead, non è Lost The Sopranos o Game of Thrones, non è accomunabile a nessuna delle serie più di successo (belle o brutte che siano) degli ultimi anni. Si tratta anzi di un progetto atipico che esula dai canoni comuni che regolano le dinamiche televisive, a metà tra realismo e esager. E forse il successo di Breaking Bad sta proprio in questo, tralasciando gli aspetti tecnici che molto spesso, per lo spettatore comune, passano in secondo piano.
Breaking Bad - Recensione e curiosità di una serie già cult
Walter White è un professore di chimica di Albuquerque. Vive con la moglie Skyler, incinta della loro secondogenita, e il figlio Walter Junior, affetto da paresi cerebrale. Alla soglia dei suoi cinquant'anni, a Walter viene diagnosticato un cancro ai polmoni. La traumatica scoperta metterà in crisi l'uomo, preda di una vita poco soddisfacente, che deciderà (per pagarsi le cure e dare un futuro alla sua famiglia dopo la propria dipartita) di mettere le proprie conoscenze chimiche al servizio dello produzione di metanfetamina. Ad affiancarlo ci sarà Jesse Pinkman, suo ex studente e spacciatore di poco conto.
Si tratta di 5 stagioni, 5 capitoli veri e propri di una serie caratterizzata da una forte unità: tutti gli episodi sono strettamente legati tra loro e viene meno, in un certo senso, il concetto stesso di episodio. Breaking Bad si sviluppa in verticale, non in orizzontale. Potremmo quasi dire che ogni stagione è un capitolo di quest'opera che non cede mai il passo, che non cala mai ma che anzi cresce fino a quello che io definisco il suo vertice (la quarta) per poi assestarsi su un finale in cui tutti i nodi tornano al pettine. 52 episodi di 45 minuti l'uno in cui uno sviluppo lentissimo permette alla storia di prendere il volo. Alla fine anche lo spettatore meno attento noterà come tutto, qualsiasi elemento di primo o secondo piano, abbia la sua precisa collocazione e il suo preciso scopo all'interno di un disegno ben definito. In questo Vince Gilligan è stato ineccepibile, un vero e proprio maestro in grado di programmare un'opera di cinque atti in cinque anni senza cedere di una singola puntata. Alla fine persino quelli che sembrerebbero essere gli unici difetti della serie (dispersione e accumulazione) sono giustificati perché tutti - ma davvero tutti, nessuno escluso - funzionali alla trama.
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ATTENZIONE: POSSIBILI SPOILER
Walter White è l'uomo medio americano. Uno che per mantenere la famiglia fa due lavori, uno la cui vita non ha assolutamente qualcosa che lo renda speciale, un uomo come tanti che un giorno si ritrova a combattere contro qualcosa che non è come tante: un cancro. Ora, per me il cancro è il male assoluto, qualcosa che ti divora dall'interno e che si espande, rubandoti tutto, trasformandoti in qualcosa di diverso. Il cancro è la morte che prende forma. Quindi trovo plausibilissimo il cambiamento che trasforma il mite Walter in qualcosa di nuovo, un bugiardo che, nel corso della storia, dimostrerò più volte di essere divenuto un malvagio. La malvagità di Walter è machiavellica ma all'occorrenza anche violenta, il suo comportamento va al di là della pura e semplice avidità o della necessità. Mr White, puntata dopo puntata, diventa egli stesso, metaforicamente parlando, un drogato. La sua condizione di "cuoco" di metanfetamina prima e re dello spaccio di droga dopo gli da la possibilità di fare quel che gli era stato precluso tanti anni prima: dare un senso alla propria esistenza, sentirsi vivo soprattutto quando la morte è alle porte, avere il potere proprio quando si è reso conto di non avere nessun potere. Per questo diventa assolutamente plausibile il mutamento mefistofelico, diventano plausibili le bugie, gli inganni e la rabbia. Intorno a lui un mondo intero, una serie di personaggi che grazie all'incredibile approfondimento psicologico diventano umani e più che umani: la moglie Skyler, il figlio Walter Jr, il cognato Hank e la cognata Marie. Per non parlare del socio-nemico/amico Jasse Pinkman, co-protagonista della serie, o degli avversari di Walter (in arte Heisenberg) tra cui spicca Gustavo Fring, re della droga e personaggio perfetto interpretato in modo perfetto da Giancarlo Esposito, e Mike, killer alle dipendenze di Gus. C'è tempo per approfondire persino i personaggi minori, c'è tempo per ridere grazie all'avvocato Saul Goodman (Bob Odenkirk), per commuoversi con scene estremamente drammatiche, per esaltarsi con colpi di genio e frasi ad effetto mai banali. E allora si salta sulla sedia per un "I'm the danger" o un "Say my name", ci si alza dalla poltrona quando ti ammazzano il personaggio preferito - e ce ne sono parecchie, di morti eccellenti e violentissime - o si esclama WTF quando quello che non ti aspettavi, immancabilmente, succede. 
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BRAVURA O SOLO FORTUNA?
Breaking Bad è stata una delle serie più fortunate di tutti i tempi: ha fatto incetta di Emmy e Golden Globe, ha vinto di tutto ed è stata record di ascolti. Niente male per una serie che nessuno voleva produrre e che più di un attore ha rifiutato. I motivi non sono difficili da capire: BB parte da un presupposto atipico e non solo ha come protagonista un personaggio negativo (non un antieroe ma un vero antagonista), ma descrive l'ascesa/discesa negli inferi di un uomo medio, di una persona come ce ne sono tante.  Fa sorridere che una delle serie più fortunate di tutti i tempi sia allo stesso tempo regolata dalla fortuna. Tutto quel che avviene in Breaking Bad sembrerebbe essere regolato dal caso per quanto programmato, voluto e pianificato. E alla fine il senso di impotenza o di potenza dei vari personaggi sembra accrescere proprio per questo motivo. D'altra parte le manipolazioni di cui si rende protagonista Heisenberg sono tutt'altro che lasciate al caso e questo rende il personaggio forse uno dei più crudeli e letali mai creati per il piccolo schermo.
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CONCLUSIONE
Tutto funziona in Breaking Bad. Tutto è perfetto: i dialoghi, la sceneggiatura, gli attori, le musiche. Bryan Cranston si rivela un fenomeno, in grado di cambiare espressione all'istante e di farci rizzare i capelli in testa. Aaron Paul, perfettamente in parte, non sfigura al suo fianco tra un bitch e l'altro e i due, insieme, sono la coppia perfetta. Ma il livello è comunque alto in tutti i campi e persino la puntata apparentemente più inutile e lenta (The Fly) diventa l'occasione per dimostrare che BB non è una semplice serie di consumo e che chi vi partecipa non è stato messo lì per caso. E alla fine, quando il finale arriva, che esalti o no, che soddisfi o meno, si capisce benissimo di aver assistito ad un capolavoro e si rimane impietriti di fronte il video chiedendosi cosa ne sarà adesso della propria vita, dove e come trovare qualcosa che almeno si avvicini ad una delle migliori serie tv di tutti i tempi. Perché di questo si tratta, quando parliamo di Breaking Bad. E mentre io ne parlo sento l'inadeguatezza delle mie parole e di questa specie di recensione. Perché di cose come queste sarebbe meglio tacere e abbandonarsi alla visione. Anzi, se non l'avete ancora vista correte, che siate appassionati o no, perché ne vale davvero la pena. Credetemi sulla parola. 
Breaking Bad - Recensione e curiosità di una serie già cult
CURIOSITA'
1) Il personaggio di Walter è ispirato ad un uomo che ha costruito un impero vendendo metanfetamina. Il bello è che il suo nome è davvero Walter White
2) Werner Carl Heisenberg è un fisico, uno dei padri della meccanica quantistica e padre del Principio di indeterminazione.
3) I cristalli blu di meth "cucinati" da Walter sono puri al 99%. In realtà però, più pure è la metanfetamina, più il suo colore è puro. Non esistono processi chimici che possano rendere questa droga di colore blu. Lo stesso processo di lavorazione mostrato nel telefilm non corrisponde alla realtà.
4) Il termine braking bad significa, in gergo, prendere una via sbagliata.
5) Inizialmente il personaggio di Jesse Pinkman era stato concepito per morire al termine della prima stagione.
6) RJ Mitte (l'attore che interpreta Walter Jr.) ha realmente una paresi cerebrale ma meno grave di quella che affligge il suo personaggio.
7) La metanfetamina è una droga letale che distrugge le cellule cerebrali e causa invecchiamento precoce della pelle, caduta di denti e capelli e assuefazione immediata.
8) Esistevano 5 possibili finali per Breaking Bad, escluso quello che poi è stato scelto.
9) C'è uno scherzoso finale alternativo girato appositamente per gli extra della serie completa in dvd. Questo finale (una burla dei produttori) diverentissimo ci mostra Hal, il padre della serie Malcolm (interpretato proprio da Bryan Cranston), svegliarsi all'improvviso per via di un incubo e poi raccontarlo a sua moglie. L'incubo non è altro che la storia di Walter White. Guardatelo qui.
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