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Breaking bad Stagione 1

Creato il 19 dicembre 2011 da Misterjamesford
Breaking bad  Stagione 1Produzione: AmcOrigine: UsaAnno: 2008Episodi: 7
La trama (con parole mie): Walter White è un insegnante di chimica assolutamente grigio ed anonimo, un personaggio come tanti nelle vite di studenti, conoscenti, amici, e soprattutto nella propria.Vessato dalla quotidianità, l'uomo ha un figlio adolescente disabile ed una fin troppo presente moglie in attesa della loro seconda figlia: quando apprende di avere un cancro ai polmoni in fase avanzata, per Walter inizia una vera e propria rinascita che passa tutta dalla chimica, materia che conosce come le sue tasche.Ritrovato per caso un suo ex studente divenuto spacciatore, infatti, il signor White avvia una carriera di produttore di metanfetamine, immettendo sul mercato aiutato dal giovane socio un prodotto di qualità sopraffina che segnerà indelebilmente la sua esistenza.
Breaking bad  Stagione 1
Posso finalmente affermare che, in casa Ford, è giunta una delle serie più amate ed osannate degli ultimi anni, un prodotto dalla fama quasi leggendaria che avevo sempre visto e sentito letteralmente adorare da amici, bloggers, appassionati di serie tv e non solo.Prima che inizi a parlare di quella che è stata la mia impressione di questo primo "trip" accanto a Walter White - un gigantesco, straordinario, clamoroso Bryan Cranston - occorre che metta subito le mani avanti: Breaking bad è un prodotto ottimo, un mix perfetto di crime, drama, grottesco e vita domestica, e con questa sua prima annata ha certamente posto le basi per una prosecuzione con i controcazzi, eppure non ho ancora percepito la scintilla in grado di farne il Capolavoro che molti dipingono, dichiarando senza troppi problemi quanto riesca ad essere addirittura meglio del miglior Dexter - altra grande produzione che conosco benissimo e che molto spesso ho trovato associata a questa -.La fiducia nel futuro e negli episodi che verranno, comunque, resta ben radicata nel sottoscritto, e sono certo che il signor White - e famiglia - hanno soltanto iniziato a stupirmi con le loro vicissitudini, nonostante alla fine dei questi primi sette episodi non mi sia ancora ritrovato con il fiato sospeso come nell'ormai consolidatissima tradizione del meglio offerto dal piccolo schermo.Nel frattempo, posso dire di aver assistito ad una sorta di versione allucinata, a tratti estremamente violenta, commovente, ironica e drammatica di quello che, in sala, fu American beauty: inoltre - ed è un valore aggiunto - tutta la patina legata alle vicende del mitico Lester interpretato da Kevin Spacey qui sparisce di fronte ad una carica completamente sovversiva legata alla rinascita di Walter, che proprio nella condanna della sua malattia trova tutta la forza di ricominciare e, più che reinventare la sua vita, assegnarle quella che pare essere un'ispiratissima direzione.
Poco importa se la stessa sia legata ad un ruolo nel mondo del crimine - e non oso neppure immaginare quello che potrebbe accadere rispetto agli intrecci con il cognato Hank, agente della DEA, nelle prossime stagioni -, perchè il piacere di scoprire il lato più vero e sepolto di un uomo che pare essersi tenuto nascosto per oltre cinquant'anni trascende la linea di demarcazione tra la vita in naftalina di un professore ingrigito e spento e l'esplosivo cuoco di cristalli purissimi dalla testa rasata, mosso da ispirazioni sessuali improvvise e sorprendenti, in grado di piegare la scienza sfruttandola fino all'ultima formula per traformare l'equazione della sua esistenza.
Walter è, contrariamente a quanto si potrebbe dire a prima vista, un tipo tosto e cazzuto nella migliore tradizione fordiana, che ha avuto il coraggio - certo, il cancro è una spinta non indifferente - di cambiare le carte in tavola, e sento di essermi affezionato a lui quasi da subito: fanculo al crimine, me ne frego di quanti spacciatori dovrà fare fuori, o quante basi operative di boss inclini alla violenza dovrà fare saltare sfruttando componenti chimici all'apparenza innocui.
Walter è uno di noi, mi viene da pensare.
Un ribelle sotterraneo che, un bel - o brutto, molto probabilmente - giorno, decide di averne avuto abbastanza, e ribaltando la consuetudine decide che è arrivato il momento di essere il primo a dettare regole ad una realtà che troppo spesso impone regalando ben poco - e sudato da parte di chi lo vive - in cambio.
Il tutto riportando di moda e alla mia memoria una materia straordinaria ed affascinante come la chimica - ricordo che, alle superiori, con scienze naturali ed astronomia era tra le mie preferite della parte non umanistica, e fior fior di esercizi con la tavola degli elementi e formule che ora non saprei minimamente ricordare - associandola ai rapporti umani, appena accennati eppure straordinariamente profondi e delineati - almeno tre scene già cult sono legate a questo concetto: il confronto tra Walter ed il vecchio fornitore intrappolato nel seminterrato, il rapporto tra Jesse e il suo fratello minore - per l'episodio a mio parere migliore della stagione - ed il mitico dibattito casalingo tra Walter, Skyler, Hank, Marie e Walter Jr. a proposito dell'approccio che lo stesso Walter avrebbe dovuto tenere rispetto alle cure -.
L'impressione, con la fine del settimo episodio, è che si sia davvero soltanto all'inizio, e che le sorprese che il professor White e la sua famiglia - senza contare Jesse, un personaggio dal potenziale enorme - hanno in serbo per gli spettatori siano davvero appena iniziate: di certo questa "cura" non sarà facile, avrà effetti collaterali e non ci lesinerà colpi bassi a profusione.
Eppure, mi pare di non vedere l'ora.
Se la vita, a volte, alza dei muri tra noi e la felicità, è ora ed è sacrosanto che Walter - e il Walter dentro di noi - faccia tutto il possibile affinchè gli stessi possano essere abbattuti con sonore, devastanti, irriverenti esplosioni.
L'ora del "porgi l'altra guancia" deve proprio finire.
Walter, dacci dentro: qui al saloon siamo tutti con te.
MrFord
"Rebel Rebel, you've torn your dress
rebel Rebel, your face is a mess
rebel Rebel, how could they know?
Hot tramp, I love you so!"
David Bowie - "Rebel rebel" -

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