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La trama (con parole mie): Walter e Jessie, ormai produttori regolari di metanfetamina, si trovano a dover gestire l'umorale boss Tuco, che pare pronto a farli fuori nel caso in cui le cose dovessero andare storte.Come se non bastasse, in mezzo ci si mettono la malattia di Walter, i suoi problemi in famiglia - con Skyler sempre meno incline a credere alle sue bugie -, il ruolo nella DEA di suo cognato Hank e la quasi genetica capacità di Jessie di combinare un casino dietro l'altro.Riusciranno i due a cominciare davvero a fare soldi grazie alla droga purissima che producono?E soprattutto: in un mondo che pare tutto fuorchè un vecchio amico cui allungare una pacca sulla spalla, outsiders di questo calibro avranno una possibilità di sopravvivenza?
Le potenzialità di una serie come questa si erano già viste nell'ottima prima stagione, e non posso che confermare quello che pensavo: Breaking bad spacca, e anche tanto.Le vicende di Walter White e Jessie Pinkman, in bilico tra grottesco, dramma, commedia e crime story si arricchiscono sempre più grazie alla costruzione pressochè perfetta degli script, alle interpretazioni, ad episodi così riusciti da sembrare quasi finti, ad una progettualità nei creatori del titolo davvero da applausi, nonchè ad una gestione del ritmo da fare invidia a molti prodotti passati in pompa magna sul grande schermo.Breaking bad non è più la serie della rivincita, degli outsiders e degli sconfitti, quanto la progressiva presa di coscienza degli stessi di essere i pesci palla che dominano questa parte di oceano, in grado di gonfiarsi quanto basta per scoraggiare ogni detrattore o aspirante nemico e tenere ben salda la posizione sul territorio, anche quando il gesto costa fatica e non pochi tentativi non perfettamente andati a segno.Breaking bad è una manna per la famiglia e la sociologia, capace di ritrarre una sorta di amore incondizionato e tutte le condizioni possibili perchè lo stesso sia mantenuto: e non parliamo di polvere spinta sotto i tappeti, o di muffa che si annida nelle fondamenta delle nostre case, quanto di una scarica di adrenalina della quale finiremo per non riuscire più a fare a meno, e che invece di perdere colpi si arricchisce di momenti magici - il vecchio zio di Tuco e la sua campanella - e personaggi che promettono scintille - l'avvocato Saul Goodman e Gus Fring, l'uomo del pollo -, senza dimenticare di lavorare sui suoi due incredibili protagonisti, usciti da una realtà non troppo dissimile da quella che caratterizza la nostra spesso troppo repressa rabbia all'indirizzo della quotidianità e pronti davvero a tutto - dal bancomat ai secondi cellulari - affinchè tutto possa assumere un nuovo e più deciso significato.Ma mi pare inutile stare qui a descrivervi quanto è tosta Breaking bad, così tosta da scomodare paragoni con quella che, ad oggi, mi pare la serie che la ricorda di più, nonchè una delle produzioni più complesse, stratificate, clamorosamente crudeli e divertenti che sia mai passata sul piccolo schermo: I Soprano. I due titoli paiono non avere nulla in comune, che siano gli intenti o l'indirizzo, l'occhio dietro la macchina da presa o la voglia di mostrare quella che è, a tutti gli effetti, la Famiglia: eppure entrambe raccontano un disagio che ci riguarda da vicino, il riscatto di chi non può che affermarsi attraverso quello che meglio sa fare, sia esso un bene oppure più propriamente un male.Ecco cosa mi pare che sia Breaking bad.Un male necessario.Capace di dipingere quello che siamo così chimicamente bene da fare quasi paura.Forse è per questo che è così forte.Forse è per questo che ancora molti - troppi, a dire il vero - ne hanno paura.Tutti noi siamo Walter White.Solo non tutti ce la caviamo altrettanto bene in chimica.Se così non fosse, il mondo avrebbe più di un problema rispetto al rapporto tra domanda e produzione di metanfetamine.
MrFord
"Anda caliente el cartel,
al respeto le faltaron hablan de un tal Heisenberg,
que ahora controla el mercado nadie sabe nada de el,
por que nunca lo han mirado el cartel es de respeto
y jamas ha pardonado ese compa ya esta muertonomas no le han avisado."Los Cuates de Sinaloa - "Negro y azul" -
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