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Avevamo lasciato i nostri protagonisti alle prese con dure batoste sentimentali, con la loro attività salvata per un pelo ma non per questo la possibilità di godersi la gloria del loro guadagno.
Li ritroviamo ancora frastornati, senza le loro donne e per questo allo sbando. Pinkman ancora nel centro di recupero, Walter alla soglia di un divorzio che si rivela essere più doloroso e scottante del previsto.
Non gliela si fa infatti, alla signora White, sempre così sull'attenti e in guardia.
E il sapere che lei sa è uno di quegli shock che la terza stagione porta con sé, diventando così più ritmata e intrigante rispetto alle prime due, che sembrano così il giusto preambolo per lo sviluppo che ora ci aspetta.
In puntate di tentennamento (esemplare quella contro una mosca), Walter arriverà ad infrangere oltre ogni possibilità di ritorno nella cattiveria, e dopo il disastro aereo che -bene o male- pesa sulla sua coscienza, altre vite, o meglio, altri morti, vanno a collimare con la sua codice etico.
Si ha così un approfondimento dei due caratteri principali che mostra l'evoluzione di questi personaggi, come Walter da timido e impacciato professore sia diventato un cuoco e un killer a sangue freddo, mentre la sua metà, inizialmente spaccone e fanfarone, sia ora quello con più cuore, con una morale per quanto sfaccettata, comunque più normale.
Ma Walter e Jesse non sono i soli protagonisti di questi 13 episodi, ampio spazio è infatti dedicato a Hank, e con lui a due fratelli del cartello messicano, spietati e misteriosi, il cui destino è inevitabilmente legato ai Los pollos hermanos. E proprio il criptico e inquietante proprietario della catena di fast food cambia le carte in tavola per la produzione dei famosi cristalli blu, portando alla distruzione che crea un filo di commozione del mitico camper, in favore di un ipertecnologico laboratorio.
Tutta questa lenta scalata porta con sé inevitabili passi falsi, che conducono ad un finale inaspettato e un cambio di registro dove le puntate spesso lente, lasciano spazio all'azione e a colpi di scena da brividi in cui non mancano sferzate ironiche grazie all'avvocato da strapazzi Saul.
La realizzazione di Breaking Bad continua quindi ad essere nel segno del cult, con una regia e una fotografia ormai equiparabili al cinema, e scelte di narrazione altrettanto avvincenti.
C'è voluto un po', lo ammetto, ma complice anche l'indiscutibile fascino di Aaron Paul, ormai anch'io sono un BB Addicted!
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