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Breathe to make me breathe.

Creato il 17 gennaio 2014 da Marte @CPiramidale
Breathe to make me breathe.
Questa è la storia di un tempo che fu. Un'epoca remota durante la quale i videogiochi commerciali erano a pagamento ed i "freewares" non costavano nulla...
A quel tempo, i videogiochi si dividevano perlopiù in due grandi categorie.
Esistevano i videogiochi commerciali (che venivano venduti solo ed esclusivamente nei negozi specializzati) e poi c'erano i cosiddetti "freewares", che potevi reperire in maniera abbastanza randomica sulla rete (ché tecnicamente non se li smazzava praticamente nessuno, soprattutto perché i "blogs" ed i siti specializzati che si occupavano di aggregare e portare alla luce queste produzioni amatoriali erano ancora fantascienza... ;) ).
Com'è logico, i videogiochi commerciali allora come oggi erano concepiti e prodotti da grandi "software houses". Diversamente, i "freewares" venivano messi insieme da programmatori amatoriali che, da soli o al massimo associati ad un amico d'infanzia, se ne uscivano col giochino domenicale con poche o nessuna pretesa...
Quando il videogioco in oggetto era finito, lo infilavano da qualche parte sulla rete sperando che qualcuno lo notasse e la festa, nella stragrande maggioranza dei casi, terminava li. ;)
Oggi, a distanza di quindici anni, il programmatore amatoriale protonerd e senza ambizioni s'è avviato a grandi falcate sulla strada del riscatto sociale, rigettando la vetusta nomea che evidentemente gli puzzava di proletariato sfighè, per assumere il pomposo appellativo di "SVILUPPATORE INDIPENDENTE"... (Il che, di fatto, significa solamente che s'è tagliato i capelli rinunciando all'inguardabile chioma imbrillantinata con la riga storta, s'è comperato una giacchetta sportiva che ha sostituito il maglione informe ed ha definitivamente gettato gli occhiali riparati alla meno peggio con il nastro adesivo ed il fil di ferro in favore di un paio di lenti a contatto...).

Breathe to make me breathe.

In pratica il "nerd" s'è fatto "Geek"...
Senza considerare che, di fatto, è rimasto praticamente sempre lo stesso! :D


Parallelamente, il videogioco gratuito che da sempre era un normalissimo "freeware" s'è progressivamente imborghesito, diventando un "INDIE GAME" decisamente "cheap & chic", per non dire "snob"... ;)
Perché se negli anni il videogioco commerciale ha scoperto che è decisamente redditizio aprire uno "shop" virtuale direttamente "in game", per vendere "add on" cosmetici o potenziamenti/crediti assolutamente indispensabili nel prosieguo del gioco, per contro il videogioco "indie" ha capito che rimanere semplicemente "freeware" puzza... :)
...E l'ecosistema "web" l'ha decisamente aiutato ad evolvere in questa direzione, negli ultimi anni.
L'"Apple Store", "Google Play" per "Android", lo "store" di "Windows 8", lo "Ouya", le campagne "Kickstarter", "IndieGoGo", "Steam" e la sua "Steam Machine", le "consoles" di ultima generazione con i loro contenuti scaricabili...
Un mondo di risorse per la promozione di programmi che un tempo erano affidati a loro stessi ed al "tam-tam" mediatico degli appassionati.
...E tutto questo è un bene, vero?
So, ni... Bah!
O meglio, per il programmatore amatoriale, pardon, sviluppatore indipendente, tutto questo è un sogno bagnato che parla di visibilità ed autofinanziamento.
Per contro, per l'utilizzatore finale oggigiorno è sempre più difficile trovare un qualsiasi tipo di videogioco che si proponga al suo pubblico come "freeware" vero e proprio...
Della serie: ho sviluppato un gioco di malta nel quale l'utente controlla un quadrato per spingere un cerchio in un buco, evitando dei triangoli? Una manciata di anni fa lo distribuivo gratuitamente incrociando le dita e rimediando sonore pernacchie. Oggi me lo paghi magari 30 centesimi di €uro, ma me lo paghi, anche se è la più grande boiata della storia del videogioco!
Mah!!!

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