Chiaverotti e la corsa dell'unicorno
È successo. Un bel giorno è successo. I vostri affezionatissimi Sommo e Rolando hanno incontrato il divo Claudio, coronando – così – il sogno di una vita. Giubilo! Gioia! Gaudio! È accaduto in quel di Torino Comics, domenica 13 aprile, sul finire del pomeriggio, quando gli addetti alle pulizie già iniziavano il loro nobile lavoro.
I vostri audacissimi erano già pronti a lasciare quel luogo incantato, dopo due giorni di entusiasmo ed emozioni impagabili, quando si materializza – presso l’ormai spoglio stand Bonelli – LUI, Claudio Chiaverotti. Dirvi che cosa gli Audaci Sommo e Rolando abbiano provato è cosa dura: diciamo che per farvi capire il grado di eccitazione raggiunto vi riveliamo che nel giro di trenta secondi il Sommo è riuscito a raggiungere uno stand di fumetti usati, a selezionare attentamente del materiale da sottoporre al divino Claudio e a tornare in tempo per gli autografi, mentre il povero Rolando è rimasto paralizzato a sbavare e a balbettare:«M-m-ma…quel-l-lo…è-è-è…C-C-Cla-Claud-Claudio…Chia-Chiaverot-t-t-t-i». Indimenticabile lo scambio di parole e di complimenti reciproci (che onore, grazie Claudio!). Non se la prendano gli altri, ma questo momento varrà un bel sorriso sul nostro letto di morte.
Tutto questo – ovviamente – poco c’entra con la recensione che state per leggere, ma vi fa capire come meraviglioso possa essere il mondo del fumetto quando le persone che ci lavorano lo rendono tale con la loro umanità e la loro semplicità. In questo ultimo Brendon – siamo sempre più vicini alla fine, purtroppo! – il nostro cavaliere di ventura dovrà vedersela con la forza della mente di una giovane e fragile ragazza, Louise Ackerman, la quale è in grado di dare vita a creature mostruose che sembrano essere collegate a sanguinosi delitti… Sullo sfondo della storia troviamo il Running Ring, un circo estremo che spreme i partecipanti e mette in palio un grosso premio che può costare anche la vita: infatti, i disperati che scelgono di prendere parte alla gara accettano di affrontare una gara di ballo lunga ore e ore, una prova in grado di sfinire, sia fisicamente che mentalmente, chiunque (chiara critica a tutti quei tipi di spettacolo che vanno ben al di là del puro intrattenimento e, puntando tutto sulla spettacolarizzazione del dolore e della sofferenza, disumanizzano partecipanti e spettatori offrendo un servizio di tortura vero e proprio).
I testi di Chiaverotti sono poetici e malinconici come sempre, in questo caso particolarmente onirici e inquietanti. Ai disegni ritroviamo un artista dal grande talento, Ernesto Pugliese. Ernesto, disponibile amico degli Audaci – lo abbiamo intervistato proprio in occasione dell’uscita de L’Unicorno – è alla sua quarta prova sulla serie e, possiamo affermare senza paura di essere smentiti, in questo numero
ha superato se stesso. Il suo esordio risale al 2008, con lo splendido albo Beatrix!, il numero 60, dell’aprile 2008 (indimenticabile storia del perfido allibratore Odyl, il cui impero di sofferenza viene abbattuto dalla combattiva Beatrix). Un nome senza volto, numero 81, dell’ottobre 2011, è la sua seconda, splendida prova (ricordate la storia del maligno Opus Lonely e dei suoi ritratti con dei volti urlanti? Che storia inquietante!). L’equazione di Kellerman, numero 91, del giugno 2013, è la sua penultima fatica, che il nostro Ernesto ha diviso con i bravi Andrea Fattori e Giuseppe Ricciardi. Del suo stile unico e riconoscibilissimo, molto ricco di particolari, e della sua storia e dei suoi progetti parliamo approfonditamente dell’intervista audace che pubblicheremo nei prossimi giorni e che vi consigliamo di non lasciarvi sfuggire.
Brendon sta cavalcando verso la fine e, con artisti di questo calibro, il viaggio sarà meno malinconico…
RolandoVeloci BRENDON: “L’Unicorno”
NUMERO: 96
DATA: aprile 2013
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Claudio Chiaverotti
DISEGNI E CHINE: Ernesto Pugliese
COPERTINA: Massimo Rotundo
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